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Rock e motociclette: una storia intrecciata con la strada e l'avventura

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La musica ci accompagna in ogni occasione della vita, ed è un elemento fondamentale del nostro mondo delle moto. Il genere? Ognuno segue i propri gusti, ma il genere più rappresentativo è il rock, ed è così radicato nella cultura motociclistica che alcuni brani fanno ormai parte della letteratura; questo appuntamento è dedicato proprio a questi, che appartengono al periodo degli anni '60-'70.

I temi di base sono ben definiti: si parla di viaggi, di strade, luoghi di esperienze vissute ma anche di avventure, esprimendo spirito di libertà, di ribellione.

Possiamo definire tre filoni: quello del rock classico, che tratta il modo più celebre di intendere la moto; poi c'è quello duro, adrenalinico, legato alla guida sportiva, alla velocità, alle grandi emozioni; poi c'è il genere legato al romanticismo della strada, al legame con la natura, e si parla di canzoni d'atmosfera, che possono passare per il blues e il country; infine c'è il tema cittadino, più moderno, leggero, quello della musica pop che ci accompagna tutti i giorni.

Rock classico e custom

Il filone più importante è appartiene al mondo delle custom, da sempre legato alla musica. I brani iconici appartengono proprio a questo scenario, sono storici e spesso legati al cinema.

Ce ne sono tantissimi, ma iniziando dalle origini il primo brano da citare è Born to be Wild, degli Steppenwolf (1968), consolidato nella storia perché appartiene alla colonna sonora di Easy Rider, e tratta uno specifico alle riferimento alle moto, alle chopper customizzate degli anni Sessanta, accostandole alla ribellione e all'avventura: “Fai correre il motore/in viaggio sull'autostrada/cercando l'avventura/e tutto ciò che capita sulla tua strada” (Get your motor runnin'/Head out on the highway/Lookin' for adventure/And whatever comes our way).

Andando più avanti un titolo che ci appassiona è Born to Run, di Bruce Springsteen (1975): in realtà parla di auto, e non di motociclette, ma il tema dominante è sempre la corsa, la fuga e il desiderio di libertà; il verso chiave è: “Dobbiamo fuggire finché siamo giovani/Perché i vagabondi come noi, tesoro, sono nati per fuggire”. (We gotta get out while we're young/'cause tramps like us, baby we were born to run).

Sportive e Rock adrenalinico

Adrenalina è sinonimo di moto sportiva, e in questo caso occorre il rock, ma più moderno. Un brano che va citato come esempio è Highway to Hell, degli AC/DC (1979). Il messaggio non è rassicurante, visto che si parla di moto dalle grandi prestazioni, tanto più che un verso suona così: “Nessuno stop, nessun limite di velocità/Nessuno riuscirà a farmi rallentare” (No stop signs, speed limit/Nobody's gonna slow me down). Ovviamente non è da prendere alla lettera: ciò che si ascolta è il ritmo, il mix tra il martellare della batteria, della chitarra e la forza della voce.

Il romanticismo della strada

Questa volta ci rilassiamo. Siamo in sella a una moto da turismo, niente rumori, bassa velocità per godersi il viaggio e la natura. Il genere musicale cambia e si passa al blues, al country, a ritmi più dolci. Ma siamo sempre sulla strada, e quindi non può mancare On the Road Again di Willie Nelson (1980): “Ancora sulla strada/Non vedo l'ora di tornare sulla strada” (On the road again/I just can't wait to get on the road again). A questo grande classico è naturale associare altre due canzoni “soft”, la gemella (nel titolo) On the Road Again, dei Canned Heat (1968) e California Dreamin', dei The Mamas & The Papas (1965), entrambe iconiche. Curioso, non si parla di moto, ma la prima idea che trasmettono riguarda il viaggio, l'avventura.

Concludiamo il tema country e country rock con altre due immancabili canzoni da strada: Hotel California, degli Eagles (1977) e Country Roads di John Denver (1971). Questa celebra l'amore per la natura e la vita semplice, ed è da usare sulla strada del ritorno: “Strade di campagna, portatemi a casa” (Country roads, take me home).

Scooter ed elettrico

Ora rientriamo in città. Non parliamo più di moto, ma le due ruote commuter sono sempre presenti nei centri urbani, sono mezzi utilissimi. In questo caso non proponiamo musiche epiche, il tema è più leggero, ma segnaliamo Little Honda dei The Beach Boys (1964); cercate il testo, è “più divertente di un barile di scimmie” (cit.: It's more fun than a barrel of monkeys that two-wheeled bike).

Chiudiamo con una dedica agli appassionati dei veicoli elettrici più tecnologici. Parliamo di musica di tendenza, oggi le idee non mancano. Ma lo facciamo con una citazione storica: cercate The Robots dei Kraftwerk. È del 1978 ma è straordinariamente attuale: i Kraftwerk sono conosciuti in tutto il mondo come pionieri della musica elettronica e all'epoca, con il loro stile avanguardista, hanno influenzato enormemente la musica elettronica, con i loro suoni elettronici e i sintetizzatori vocali.