Le storie del ciclismo degli albori, delle prime corse a tappe e delle prime classiche, dei duelli tra Coppi e Bartali o, prima ancora, tra Binda e Girardengo, hanno in comune, oltre a un'alta dose di epica, la polvere, il fango, i sassi: in quasi tutte le gare ciclistiche di una volta infatti si pedalava su percorsi sterrati, imprevedibili, faticosi e molto affascinanti. Solo a partire dal secondo dopoguerra, con il boom dell'auto (e quindi delle strade asfaltate), il ciclismo professionistico su strada ha abbandonato gli sterrati, fino a relegarli quasi del tutto a discipline diverse come il ciclocross o il downhill. Questo almeno fino a una decina di anni fa, quando la bici da corsa e la mountain bike hanno cominciato ad avvicinarsi e a incontrarsi in un ibrido amato oggi tanto dagli organizzatori di grandi giri e classiche, quanto dai cicloamatori e dai cicloturisti: la gravel.
Gravel significa letteralmente ghiaia e, per estensione, una superficie sterrata ma scorrevole, da pedalare agevolmente; oggi gravel definisce anche la bicicletta con cui pedalare su queste strade. Nate negli Stati Uniti come biciclette fatte a mano ibridando i telai di quelle da strada e di quelle da ciclocross, oggi tutte le principali case produttrici di bici hanno nella linea almeno una gravel, per adeguarsi a un mercato dinamico e in crescita. A differenza delle bici da ciclocross, le gravel hanno tubi meno verticali, la scatola del movimento centrale meno alta, sono stabili, hanno linee morbide per garantire comfort e scorrevolezza sia su strada sia su sterrato. A differenza delle bici da corsa, invece, hanno telai molto resistenti e permettono di montare gomme meno sottili e resistenti alla ghiaia e allo sterrato compatto.
Il successo della gravel si sta affermando di pari passo ad alti livelli e a livelli amatoriali, come detto. Il Giro, il Tour e la Vuelta, ma anche molte classiche, oggi inseriscono nei loro percorsi dei tratti di sterrato, che risultano spettacolari e imprevedibili per gli spettatori, e rimandano a all'immaginario epico del ciclismo di una volta. Questi momenti hanno permesso alle corse ciclistiche di ritrovare appeal e di ampliare il loro pubblico. Il successo di competizioni amatoriali come le granfondo ha dato stimolo al ciclismo su sterrato ai massimi livelli, come insegna l'Eroica, in origine corsa dilettantistica, e oggi trasformata dai pro in una corsa ormai ambitissima come la Strade Bianche.
Il miglioramento della tecnologia da un lato, con la creazione di bici perfette per pedalare veloce su strade non asfaltate, e il crescente desiderio di avventura dall'altro, hanno indotto molti cicloamatori a scegliere la gravel per i viaggi in bicicletta. I viaggi e le corse ciclistiche su gravel richiamano un'idea di condivisione, di avventura. Non a caso, soprattutto negli Usa, stanno avendo crescente successo le gare aperte sia ai professionisti sia agli amatori. Sono inoltre diventate anche degli oggetti di design, belle da possedere oltre che da pedalare. Nella rinnovata passione per la bicicletta che sta caratterizzando il mondo post-pandemia, le gravel sono sicuramente tra i modelli di maggior successo.