Sia pure a piccoli passi – lo dice il mercato – l'ibrido, in particolare plug-in ossia quello con la ricarica esterna e non solo con il recupero di energia, sta entrando nelle abitudini degli automobilisti, soprattutto quelli più giovani. Le case auto stanno proponendo decine di modelli, di ogni fascia di prezzo, favorendo il passaggio dall'endotermico puro.
L'ibrido comporta anche un modo di guidare diverso, che – una volta presa la mano – non solo risulta più piacevole ma diventa un elemento sostanziale di risparmio. Il principio che lo ispira è legato allo sfruttamento delle potenzialità di un motore elettrico abbinato al classico propulsore termico: è proprio nelle fasi di maggior stress meccanico, e quindi anche dei consumi più alti, che l'intervento della componente elettrica regala i benefici più evidenti.
I vantaggi dell'ibrido
Tipici casi sono le partenze da fermo, le code, le accelerazioni e tutte le fasi che incidono in maniera evidente sui consumi della vettura. Normalmente, all'avvio e a basse velocità, si privilegia l'utilizzo della parte elettrica con azzeramento di consumi ed emissioni inquinanti.
La seconda caratteristica è quella che permette di entrare senza problemi nelle ZTL cittadine o di circolare laddove siano stati decisi blocchi del traffico. Al di sopra di una certa velocità (dipende da modello a modello, al massimo 50 km/h) o in caso di accelerazione più decisa, invece entra in funzione anche il motore termico, che ha il doppio compito di fornire la vera potenza e ricaricare la batteria, anche se la frenata rigenerativa rimane la fonte primaria di ricarica, anche nelle plug-in.
La zona Eco
Quali sono i segreti per sfruttare al meglio il sistema ibrido? Il “trucco” è nel riuscire a trarre il massimo dall'azione combinata del propulsore elettrico con quello termico. In fase di partenza si deve privilegiare l'azione del solo elettrico, in maniera tale da spostare la vettura, almeno per i primi metri, a consumo zero.
Una volta raggiunti i 10-20 km/h si può accelerare in modo più deciso, stando attenti però a rimanere in zona Eco (in genere, è definita graficamente in questo modo) dell'indicatore della strumentazione principale. Arrivati alla velocità desiderata (i canonici 50 km/h in città, 70 o 90 km/h nei percorsi extra-urbani e a salire sulle strade veloci e le autostrade) sarà sufficiente alleggerire la pressione sul pedale dell'acceleratore per vedere accendersi la spia a forma di vettura con l'acronimo EV (Electric Vehicle): la nostra ibrida ci sta comunicando che è pronta per la marcia in solo elettrico.
Obiettivo veleggiamento
Si fa nuovamente pressione sul gas, ma questa volta leggera e mantenendo la lancetta dell'indicatore sotto la metà del campo Eco, ecco che la vettura marcia in solo elettrico mantenendo la velocità, grazie al cosiddetto veleggiamento. Ovviamente per ogni modello ci sono differenti soglie massime per realizzare l'operazione: le piccole riescono a tenerlo sui 60-65 Km/h, una berlina o una Suv normale sui 70-75 Km/h ma ci sono auto dell'ultima generazione che arrivano a 90-100 Km/h.
Il veleggiamento consente al guidatore di marciare per oltre il 50% del tempo di guida a consumi ed emissioni pari a zero. Guidare un'auto ibrida non significa quindi andare piano semmai avere l'accortezza di alleggerire il gas quando si raggiunge la velocità voluta e anticipare le frenate, allungandole il più possibile, per recuperare più energia. Il tutto avviene nel massimo comfort: la silenziosità di marcia e il funzionamento stesso del sistema ibrido regalano un elevato benessere agli occupanti, a prova di traffico cittadino.
L'importanza delle gomme
L'efficienza data dalla sinergia fra elettrico ed endotermico, però, rischia di essere parzialmente vanificata se non si adottano pneumatici con bassa resistenza al rotolamento. Meno forza oppongono le gomme, più carburante si risparmia e maggiore diventa l'autonomia del veicolo, specialmente quella del pacco batterie di una vettura ibrida. Perciò Pirelli ha sviluppato Elect, un pacchetto di tecnologie – pensato proprio per le vetture elettriche e ibride - capaci di ridurre la resistenza al rotolamento. Per viaggiare il più possibile con meno consumi e meno emissioni.