Le macchine moderne sono dotate in media di oltre di 100 sensori che creano un flusso costante di dati. Cosa misurano? Per esempio il navigatore integrato nel cruscotto conosce la nostra posizione, i movimenti e la velocità mentre i sensori nelle gomme e nel motore rilevano le prestazioni e i parametri fisici delle parti e il comportamento di guida. Quanti dati vengono generati? Il grafico mette a confronto la mole di informazioni che un'auto genera ogni ora con altre attività, come per esempio guardare un film in streaming, ascoltare Spotify, navigare su internet o usare Google maps per trovare la strada.
Il confronto è impressionante: secondo una stima di McKinsey, le auto connesse possono creare fino a 25 gigabyte di dati all'ora. Stiamo parlando di circa 25mila megabyte, l'equivalente di quasi 30 ore di riproduzione di un video in alta risoluzione e più di 24 ore di musica in streaming.
I vantaggi per il guidatore
I dati creati dalle auto connesse hanno un enorme potenziale in termini di monetizzazione. Pensiamo alle compagnie di assicurazione, per esempio, che possono così avere informazioni preziose sulle nostre abitudini di guida (e calibrare tariffe migliori per chi si comporta bene). Ma non solo. I dati generati dalle auto semplificano la vita di chi le guida: la diagnosi avviene in tempo reale e la manutenzione può essere programmata in anticipo, con notevole risparmio sui costi. Le parti meccaniche vengono monitorate e in caso di usura si può intervenire tempestivamente. Anche l'aggiornamento del software delle centraline elettroniche può essere fatto da remoto e senza la necessità di andare in officina. Oppure pensiamo alle gomme intelligenti con una centralina digitale all'interno che trasmette le informazioni al conducente, tipo lo stato di usura del battistrada in tempo reale e alcuni parametri relativi alle condizioni e allo stile di guida, in modo da ottimizzare e a rendere più efficiente la guida, risparmiando carburante e limitando le emissioni. Ecco perché più big data si producono meglio è.