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Il Vigorelli: la storia del ciclismo scolpita nel legno

Tempio del ciclismo italiano nel passato, il più antico velodromo italiano è oggi uno stadio per il football americano in cui si può ancora pedalare

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Quello che si corre dentro ai velodromi, è un ciclismo speciale. In pista la bicicletta diviene attrezzo ginnico e i corridori gareggiano mettendo in mostra potenza, destrezza e velocità, confrontandosi testa a testa in volate mozzafiato che si concludono quasi sempre al fotofinish. Per primeggiare in un ovale dotato di curve paraboliche oltre alla forza fisica e alle classiche qualità sportive serve acume tattico, furbizia e capacità di eseguire alla perfezione tecniche bizzarre come il surplace, la spettacolare abilità di mantenersi fermi in equilibrio sulle ruote costringendo l'avversario a lanciare la volata, oppure il cambio all'americana, quel modo eccitante e ipnotico per chi osserva di passare il testimone a un compagno di team.

In Italia il velodromo più celebre e celebrato, quello più ricco di storia e di tradizione è senza alcun dubbio il Vigorelli di Milano.

Le pubblicità Pirelli ricoprono la pista del Velodromo Vigorelli, 1947, courtesy Fondazione Pirelli

A Milano alla fine dell'800 la bicicletta è al centro del fervore industriale. Mezzo di trasporto sempre più diffuso per recarsi al lavoro e per lo svago, è alla periferia della città che trovano la propria sede molte fabbriche di biciclette e di componenti. Anche il primo pneumatico prodotto da Pirelli nei suoi stabilimenti di Milano, nel 1895, è dedicato proprio alle bici. Da Milano, inoltre, sede della neonata Gazzetta dello Sport, partono le prime importanti corse ciclistiche su strada, che diventeranno poi classiche internazionali: la Milano-Torino (1876), il Giro di Lombardia (1905), la Milano-Sanremo (1907).

È in questo contesto che Giuseppe Vigorelli, ex-pistard, industriale e piazzista per conto di Pirelli, assessore allo sport al Comune di Milano matura l'idea della costruzione di un nuovo impianto in sostituzione dell'ormai obsoleto velodromo di Corso Sempione, demolito nel 1928. Situato in una zona industriale a nord-ovest del centro storico di Milano, dove l'industria è ormai scomparsa e rimane solo la Fiera delle Esposizioni con una risicata pista smontabile, il velodromo Vigorelli viene ultimato nel 1935 divenendo sin da subito una sorta di tempio del ciclismo italiano e mondiale. A quell'epoca gli spettatori, in occasioni delle gare più prestigiose, arrivano a migliaia.

Mentre in altre città italiane in quegli anni di inizio secolo si abbraccia un'architettura razionalista, promossa dal regime fascista come archetipo di stile in grado di rompere con il passato, il Vigorelli, progettato dall'architetto tedesco Clemens Schürmann, viene invece costruito ispirandosi a uno stile classico con una copertura dell'anello sostenuta da colonne decorate in stile ottocentesco.

Gara finale della settima edizione del Gran Premio Pirelli disputatasi il 9 ottobre 1955, courtesy Fondazione Pirelli

Nel 1939 il velodromo Vigorelli ospita il Campionato Mondiale su pista mentre nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra mondiale e prima di una serie di bombardamenti che decreteranno la chiusura dell'impianto tra il 1944 e il 1946, Fausto Coppi stabilisce con una velocità media di 45,798 km il primato mondiale dell'ora. Sono più di centocinquanta in tutta la sua storia le migliori prestazioni mondiali e i record ottenuti sulla pista del Vigorelli di Milano. Nel 1984 un nuovo inizio dopo una chiusura durata dieci anni e poi il crollo della copertura nel 1985 che ne segnerà il definitivo declino. Le ultime gare saranno disputate a inizio anni 2000, dopo un ulteriore stentato tentativo di rilancio.

Lunga 397,7 metri, una dimensione ibrida e in disuso rispetto agli standard odierni e rivestita in legno di pino, non tutti sanno che la pista del Vigorelli fu originariamente installata a Roma all'interno di quello che è oggi lo Stadio Flaminio per i Campionati Mondiali di ciclismo del 1932. Una volta smontata e spedita a Milano la pista risultò essere di dimensioni superiori agli spazi previsti dagli architetti. Fu necessario quindi modificare il parterre e tagliare in due le curve originali per poi riunirle, dopo averne eliminato una sezione.

Fausto Coppi insieme ad Antonio Bevilacqua al Velodromo Vigorelli, Finale Gran Premio Pirelli, 1950, foto Bordin, courtesy Fondazione Pirelli

Fortemente voluta da Giuseppe Vigorelli stesso e da Pirelli, negli anni d'oro della struttura, tra il 1949 e il 1957 sotto la supervisione del campione Alfredo Binda, si disputò nel velodromo anche il Gran Premio Pirelli, una competizione ciclistica per dilettanti d'élite con dieci eliminatorie regionali e un gran finale milanese.

Il Vigorelli oggi è uno stadio di football americano che rimane a perenne memoria di un passato grandioso. Per chi lo desidera, su delle biciclette da pista che si possono noleggiare grazie al Comitato Velodromo Vigorelli che ne cura l'apertura periodica, è tuttora possibile provare la gioia di una pedalata sulla leggendaria pista di legno.

Un'esperienza che non dovrebbe mancare nel palmares di ogni vero appassionato di ciclismo.

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