Slow, lento. Se c'è un termine che più di altri può descrivere questo momento storico, soprattutto a livello di consumi e di scelte di vita, non si può non pensare che a questo. Patinare il quotidiano con scelte di stile, puntando ad avere qualcosa di artigianale ma di design e di lusso. È ormai una tendenza inconsapevole ma che comprende tutto, dal cibo alla moda, fino a come ci si muove, soprattutto in città. È dunque la rivincita delle due ruote, della bicicletta in tutte le sue forme come scelta di vita chic, declinata come mezzo di tendenza, ma estremamente comodo. Certo, si tratta di una dichiarazione d'intenti ecologica e pratica - non inquina e così non è più necessario girare all'infinito per trovare parcheggio sotto casa - ma a volte può essere una vera e propria adesione a uno stile di vita glamour. Nei Paesi nordici, come ad esempio l'Olanda, andare in ufficio in bici è la normalità, a prescindere dalla distanza che si deve percorrere o dalle condizioni atmosferiche. Qui in Italia è certamente una tendenza più recente ma che sempre più persone decidono di abbracciare. Ecco quindi la vera novità: la bicicletta come scelta di lusso. È per questo che nascono modelli sempre nuovi e piccole aziende artigianali di costruttori - slow anche loro - scelgono materiali innovativi e tecnologici, ripescano modelli vintage dal passato, o, al contrario, puntano tutto sulla tecnologia e su materiali di ultima generazione, dando vita a biciclette belle e leggerissime che diventano vero e proprio status per chi le possiede.
Tutto è iniziato con la riedizione delle vecchie biciclette a scatto fisso, il primo modello di bicicletta inventato. Priva di meccanismo a ruota libera, con lo scatto fisso è necessario continuare a pedalare, tranne se si desidera frenare. Questi modelli sono particolarmente leggeri e spaziano dalle linee più vintage, con sellini in cuoio e campanelli bombati a quelle più hi-tech, più prettamente da corsa. Cigno risponde alla prima categoria. Un'azienda nata nel 1952 per produrre lucchetti a telaio, è stata rilevata nel 2006 dai fratelli Bernardi con l'obiettivo di creare bici di alta gamma. Stile retro', processo di assemblaggio artigianale e manuale concorrono a dare vita a una linea di biciclette che sono dei veri e propri pezzi unici, con uno stile immediatamente riconoscibile, anche per gli accessori: il porta giornale dorato sul manubrio è una vera chicca, come le borse posteriori ormai sempre più utilizzate proprio perché la bici è un mezzo con cui fare qualsiasi cosa, anche la spesa al supermercato. Anche i telai possono sorprendere, grazie a materiali insoliti e modelli meno classici. Materia bikes e CarrerBikes, ad esempio, producono intere linee di biciclette in legno. Una lettone e l'altra veneta, come molte case di cicli del bel paese, entrambe dedicano una maniacale attenzione per i particolari e la cura per i dettagli segue la linea dell'azienda artigianale. Il prezzo ovviamente risponde a queste caratteristiche, ma poi quello che si cavalca è davvero un oggetto unico, anche per le infinite differenze tra i telai dovute alle nervature e alle cromie del legno. A sancire definitivamente che la bicicletta è glamour ci ha pensato la maison di moda passata dalle scuderie all'essere icona di stile indiscusso: persino Hermès, infatti, ha prodotto una linea iper esclusiva di due ruote da città, leggerissima perché in fibra di carbonio. In occasione del centenario del mitico Giro d'Italia anche la bicicletta da corsa, o comunque dalle linee sportive ha preso di nuovo piede. A prescindere dall'andare davvero fuori città per lunghe corse e pedalate, le due ruote con telaio in titanio, ultra leggere, con un design che ricorda quasi un'auto sportiva sono davvero un nuovo simbolo di status. Come la linea di biciclette da corsa britannica Dassi con telaio in grafene e una produzione artigianale ma altamente tecnologica.
E se invece si preferisce la bicicletta da corsa vecchio stile, ma ovviamente rieditata in chiave contemporanea, Pinarello e Bianchi non possono che fare la voce grossa. Due marchi storici per le due ruote, che hanno scritto importantissimi capitoli del ciclismo su scala mondiale - la Dogma Pinarello è la bici più titolata del mondo con i suoi due Tour de France vinti e la Bianchi semplicemente con il suo nome ricorda anche ai più inesperti le mitiche rincorse tra Coppi e Bartali - oggi continuano a produrre modelli sofisticati che vanno benissimo anche per chi la bicicletta la utilizza soltanto in città. La loro allure, il loro prestigio storico costituiscono una vera e propria scelta di stile, anche in città.
La parte della cittadina al cento per cento la fa però la bici pieghevole, meglio ancora se a pedalata assistita o elettrica. Nonostante le dimensioni ridotte, che costringerebbero a una maggiore fatica nella pedalata, l'aggiunta del motore elettrico rende questi modelli leggeri, trasportabili nella metro o in treno e subito utilizzabili su strada, senza affaticarsi e soprattutto senza il rischio di lasciarla per molte ore incustodita fuori l'ufficio, proprio perché la si può portare sempre con sé. O, meglio ancora, si blocca se il suo proprietario si allontana, proprio per evitare furti e addirittura ricarica il telefonino mentre lo si usa come Gps, come nel caso Gi Fly, una e-bike pieghevole con un design pulito nata da una campagna di crowdfunding su Kickstarter e oggi vero oggetto must have.