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Le Ferrari in soggiorno: l'auto si fa design d'interni

Per la Kessel di Lugano, il marchio Ferrari è quasi una religione e l'automobile è al centro di tutto. Anche in casa

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Questa storia non può essere raccontata senza tornare indietro nel tempo. A quando lo svizzero Loris Kessel ha lasciato il suo sedile da pilota in Formula 1 e ha deciso di aprire un'azienda con il suo nome a Lugano. Partito con poco, ha saputo avviare un'attività che oggi dà lavoro a circa 100 persone e collabora con i principali marchi automobilistici del mondo.

Alla scomparsa di Loris, le redini sono passate al figlio Ronnie e oggi la Kessel vende vetture sportive e di lusso come concessionario ufficiale, è attiva nel motorsport con una propria scuderia e restaura auto storiche di alto valore. Una vita, anzi, più vite interamente dedicate alla passione per l'auto. Questo spiega come sia nato il desiderio di portare quelle stesse auto dentro casa. Oggi questo straordinario reparto si chiama Kessel Art e realizza pezzi di design ispirati all'automobile, in particolare quelle cassiche, sia stradali che da corsa.

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Nasce qui, dunque, l'imponente quadro da cui esce una riproduzione esatta del muso della Ferrari 312B, quella portata alla vittoria da Clay Regazzoni nel 1970 al GP d'Italia. O la perfetta riproduzione della calandra della Lancia Aurelia B24 America che diventa un lussuoso frigobar. Come, ancora, la scrivania in legno e alluminio che finisce con le forme dell'anteriore di una Ferrari 250 GTO e le sue tre inconfondibili prese d'aria. O lo svuotatasche da accomodare nell'ingresso di casa che è la copia esatta del frontale della Ferrari 275 GTS. Tutte riproduzioni precise delle parti originali. Anzi, spesso nascono dopo che il reparto Kessel Classic ha restaurato le medesime auto. “Quei pezzi potrebbero essere montati in un qualunque momento sulle auto vere e non si noterebbe alcuna differenza” spiega Ronnie Kessel.

L'idea nacque quasi per caso, grazie alla fantasia e alla sapiente arte del battilastra della Kessel. Un mestiere antico, il suo, tramandato di padre in figlio e giunto alla terza generazione. Negli anni Cinquanta o Sessanta non esistevano i pezzi di ricambio della carrozzeria come li conosciamo oggi: si realizzavano a mano, con decine di ore di lavoro e migliaia di colpi con un particolare martelletto, centimetro dopo centimetro, piega dopo piega, il metallo prendeva nuove forme e da foglio piatto assumeva le curve che i designer avevano voluto per quell'auto. Lo stesso lavoro che oggi fa il reparto Kessel Art, creando pezzi unici per quegli amanti delle quattro ruote che non vogliono allontanarsi dalla propria passione nemmeno stando comodamente seduti nel salotto di casa.

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