È l'unica auto per cui Pirelli ha realizzato un pneumatico unico, dedicato esclusivamente a lei. Nel fianco interno del battistrada dello Stelvio Corsa, infatti, c'è inciso “Exclusively designed for 250 GTO”. Lo storico battistrada dell'azienda, è stato riportato in vita per equipaggiare l'auto dai molti primati. Basterebbe ricordare i valori che raggiunge a ogni asta per spiegare perché la Ferrari 250 GTO non solo sia unica, ma resti anche una delle auto più desiderate in tutto il mondo.
Del resto è un'auto nata con il concetto del primato, firmata da uomini fuori dal comune. E pure nel nome porta già il segno del suo destino di numeri e di vittorie: 250 per i centimetri cubi di ciascun cilindro del V12 da tre litri, mentre GTO sta per Gran Turismo Omologata. Curiosità: dopo la fine della produzione nel 1964, passerà un ventennio prima che la sigla venga nuovamente utilizzata da Ferrari per la GTO a motore posteriore centrale.
Enzo Ferrari e il sogno delle corse
Dietro la nascita del modello, c'è la volontà di Enzo Ferrari di trovare un erede - per le competizioni Gran Turismo - alla 250 GT Berlinetta passo corto. Il Commendatore pensò subito a Pinin Farina: il prototipo ispirato alla 400 Superamerica, nel debutto alla 24 ore di Le Mans del 1961, si rivelò veloce ma aveva bisogno di affinamenti.
Per questo, Ferrari si rivolse a un giovane ingegnere di Livorno, Giotto Bizzarrini, che partì dalla Berlinetta precedente, introducendo visioni inedite per l'epoca e che si rivelarono vincenti. La prinicipale fu lo spostamento dell'intero motore dietro l'asse anteriore per migliorare la guidabilità della vettura e realizzare una linea di cofano più bassa che risultava più efficiente sotto il profilo aerodinamico.
Arriva Forghieri
Lo sviluppo del prototipo mise a dura prova il team: Ferrari era presente in officina ogni giorno, spingendo e motivando gli uomini che, sotto la guida di Bizzarrini, erano costantemente all'opera sul progetto. Con collaudi nel cuore della notte e in qualsiasi condizione meteo. Nel settembre del 1961, il prototipo fu portato in pista a Monza per percorrere i primi chilometri su asfalto.
Nonostante gli incoraggianti riscontri cronometrici, che attestavano di fatto la bontà del veicolo, il progetto era ancora nelle prime fasi di sviluppo. Era dicembre, tardissimo per l'obiettivo della nuova stagione. Enzo Ferrari ebbe l'intuizione di affidare il progetto a un altro giovane, il 26enne modenese Mauro Forghieri, che un giorno avrebbe guidato la Scuderia del Cavallino in Formula 1.
Al suo fianco, l'esperto Sergio Scaglietti perfezionò la carrozzeria sino a contenerne il peso entro il limite dei 900 kg e riuscì a trasformare molte esigenze funzionali in particolarità estetiche. E nello sviluppo, la coda tronca fu dotata di un piccolo spoiler posteriore, del tutto simile a quello che equipaggiava la Ferrari 246 SP a motore centrale. Il modello era lungo 433 cm, largo 160 e alto 121 con un passo da 240 cm.
Debutto a Maranello
Il primo esemplare, privo dello spoiler, venne presentato al mondo il 24 febbraio 1962 a Maranello, in occasione della conferenza stampa pre-stagione. Ferrari seppe giocare abilmente sulle regole FIA per le corse Gran Turismo: all'epoca era obbligatoria la costruzione di almeno cento esemplari di uno specifico modello per concedere l'omologazione alle competizioni.
Il Drake riuscì a far valutare la 250 GTO come una semplice 250 GT Berlinetta passo corto (Short Wheelbase o SWB per la stampa britannica) con carrozzeria modificata, così da poter limitare la produzione del nuovo modello a sole 39 unità: 36 con il propulsore da tre litri e 3 con motore da quattro litri (spesso chiamati impropriamente 330 GTO, per via della diversa cilindrata).
Quante vittorie
Il debutto in pista avviene il 24 marzo, alla 12 Ore di Sebring: la 250 GTO sorprende il mondo ottenendo il secondo posto assoluto (correndo contro i prototipi) ma conquista fama ancora maggiore, tre mesi dopo, con lo storico risultato alla 24 Ore di Le Mans quando chiude seconda (con Jean Guichet e Pierre Noblet) e terza (con Jean Blaton e Leon Dernier).
Colore rosso Ferrari, bellissima e velocissima grazie al leggendario V12 3 litri, progettato da Gioachino Colombo, diventa l'auto da copertina. In totale sono state 24 le vittorie nella categoria GT e tre i titoli iridati consecutivi. Ma, in definitiva, la gloria è arrivata dopo il 1964: uscendo di scena ma diventando una vera icona di stile, di italianità. Non è un caso che Pirelli, nel 2018, abbia deciso di dedicarle lo Stelvio Corsa, lavorando sui disegni originali e adattando il pneumatico ai tempi moderni. Unicità Pirelli per unicità Ferrari.