Il motivo è chiaro: celebrare i 60 anni di collaborazione fra gli inglesi di Aston Martin e gli italiani di Zagato. Un sodalizio solido e di lunga data che oggi si concretizza in un'altra accoppiata, fra due vetture straordinarie. Aston Martin ha dedicato a soli 19 suoi clienti la possibilità di acquistare la nuova DBS GT Zagato – presentata al Concorso d'Eleganza di Newport e derivata dalla DBS Superleggera – assieme alla DB4 GT Zagato Continuation. Una moderna, la DBS, e una dallo stile classico, la DB4, ma costruita oggi riprendendo fedelmente le caratteristiche dell'originale dei primi anni Sessanta.
ASTON MARTIN DBS GT ZAGATO
Non è solo il numero degli esemplari – 19, appunto – a farne l'esclusività ma anche il prezzo: l'indissolubile coppia DBS+DB4 costa 6 milioni di sterline tasse escluse. La moderna monta un motore V12 biturbo da 5,2 litri, capace per l'occasione di 770 CV e di prestazioni elevate. Ma si distingue soprattutto per le finiture e le scelte stilistiche che in qualche modo si rifanno alla DB4. La mascherina anteriore sulla calandra con motivo specifico e realizzato con stampa 3D e i loghi Zagato sui sedili ancora non bastano per descrivere il livello di cura a cui questa DBS è stata sottoposta: alcune finiture – come i loghi Aston Martin sulla carrozzeria – sono state realizzate in vero oro 18k. I preziosi cerchi a 5 razze da 20” montano Pirelli P Zero specifici.
ASTON MARTIN DB4 GT ZAGATO CONTINUATION
La “sorella” dallo stile classico, invece, si rifà esattamente alle DB4 dell'epoca che Zagato riuscì ad alleggerire con una carrozzeria tutta nuova. L'originale degli anni Sessanta è diventato un modello ricercatissimo dai collezionisti e l'ultima volta che ne è stato battuto uno all'asta ha superato la cifra di 10 milioni di sterline. Il motore sotto al cofano di questa “continuation” è un sei cilindri da 4,7 litri che supera i 380 CV, associato a un cambio manuale a 6 rapporti e alla trazione posteriore. Dentro l'abitacolo, l'atmosfera è la stessa di allora: leva del cambio lunga, volante in legno, strumenti circolari e alcune cromature evocano quell'epoca mentre a riportarci ai giorni nostri ci sono due sedili monoscocca in fibra di carbonio. Fra le due auto, un filo che lega la storia di due aziende a sessant'anni di distanza.