Prima di dedicarsi ad altri interventi, è buona norma controllare che il rabbocco o il cambio dell'olio sia stato effettuato a regola d'arte, poiché un paio di dimenticanze possono costare care, molto più di quanto si è risparmiato effettuando l'intervento da soli. Per prima cosa bisogna accertarsi di avere avvitato correttamente il tappo, un'operazione che non richiede forza, ma semplicemente di portare a fondo corsa l'innesto. Se il bocchettone non è chiuso correttamente, la pressione che si genera all'interno del motore in movimento trova uno sfogo, e il lubrificante inizia a uscire poco a poco. L'effetto più immediato è un imbrattamento del vano motore, ma viaggiare con una pressione insufficiente può danneggiare le bielle e provocare un danno molto costoso.
Mai oltre il limite
Se invece l'astina indica che è stata superata la soglia del livello massimo, non si può soprassedere, poiché i problemi possono essere altrettanto gravi. Per le auto a benzina c'è il rischio di cedimento degli anelli di tenuta dell'albero motore, mentre per le turbodiesel sono in agguato fenomeni di autoaccensione, che nel peggiore dei casi impediscono di spegnere il motore, anche togliendo la chiave dal quadro. In entrambi i casi, per eliminare il lubrificante in eccesso non resta che infilarsi di nuovo sotto l'auto, allentare il tappo di scarico e raccogliere l'olio di troppo.
Un libretto evita gli errori
Le auto di costruzione relativamente recente, quelle degli ultimi 20 anni, sono progettate per rendere più agevoli rispetto al passato le operazioni di controllo e ripristino dei vari liquidi. Tappi colorati e icone facilmente riconoscibili identificano i vari contenitori, e in ogni caso la loro dislocazione è chiaramente indicata sui libretti di uso e manutenzione, che non è assolutamente un disonore consultare in caso di indecisione. Il tappo di carico dell'olio, oltre a essere sempre in evidenza nella parte alta del motore, è riconoscibile per la presenza di un oliatore stilizzato in rilievo, mentre l'astina, quasi sempre su un lato, ha l'estremità colorata, in giallo o in rosso.
La sfida delle vaschette
Qualche problema in più, per chi è alle prime esperienze, può essere generato dalle vaschette per i liquidi di raffreddamento, del circuito idraulico dei freni e del lavavetri. Contengono fluidi molto diversi, con funzionalità differenti che non possono essere confusi tra loro. Anche in questo caso icone stampate in rilievo o in negativo sui tappi, e i libretti di manutenzione aiutano a non sbagliare. E per tutti le vaschette in materiale semitrasparente evidenziano chiaramente il livello massimo da raggiungere. Nella vaschetta di espansione del radiatore si versa una miscela di glicole e acqua che alza la temperatura di ebollizione, e allo stesso tempo impedisce il congelamento in inverno, mentre il circuito frenante richiede un liquido che assicuri la pressione necessaria e resista allo stress, e per i lavavetri si usa un detergente con funzioni anche di antigelo.
Maneggiare con cura
Il più impegnativo da usare è il liquido dei freni, poiché è corrosivo e deve essere maneggiato con cura, per evitare che qualche goccia possa cadere sulla carrozzeria aggredendo la vernice. A questo proposito bisogna aggiungere che una quantità superiore al livello massimo non comporta inconvenienti. E di norma l'impianto frenante non richiede rabbocchi, se non in caso di perdite dei condotti, oppure come conseguenza dell'usura delle pastiglie: ma con il montaggio di quelle nuove il livello torna regolare.
Se il liquido non è quello giusto
Nell'eventualità di un errore, di utilizzo del prodotto sbagliato, la soluzione più efficace rimane lo svuotamento del circuito interessato. E la gravità dipende dal tipo di liquido impiegato. Ciò significa che riempire la vaschetta dell'impianto frenante con detergente per vetri è più grave che versare antigelo per radiatori nella vaschetta del lavavetri. Comunque è sempre meglio intervenire al più presto, prima che il liquido corretto e quello introdotto per errore si miscelino ed entrino in circolo.