La nostalgia verso le auto degli scorsi decenni è diffusa, tanto da aver creato una nicchia di mercato totalmente nuova: le restomod, ossia le vetture classiche con componenti e tecnologie moderne. Per definirle si usa una parola inglese, che si è diffusa in tutto il mondo: la crasi tra restore e modern.
La prima significa restaurare, riportare in perfette condizioni un'automobile classica: una pratica già molto diffusa in tutto il mondo. La differenza è fatta dalla seconda, perché un'auto restomod è un veicolo che viene restaurato ma non seguendo le precise indicazioni di fabbrica (come si è fatto e si continua a fare da decenni su tantissime auto storiche). Si punta a conservare le linee, il feeling e l'aspetto generale di un modello, portando però avanti la tecnologia a livello meccanico, tecnologico o ingegneristico.
I primi atelier
Il fenomeno è esploso negli ultimi due anni, ma era già presente da almeno un decennio sui radar degli appassionati con veri e propri artigiani che realizzano in piccola serie vetture classiche con tocchi moderni. Con le automobili moderne sempre più veloci, sempre più potenti e performanti ma anche più asettiche, più filtrate e meno godibili su strada, tanti appassionati si sono chiesti come fare ad avere tutto il comfort moderno ma con estetica, feeling e guidabilità “di una volta”. Così sono nati i primi atelier dove specialisti e artigiani modificano e modernizzano sportive leggendarie, a prezzi notevoli. Dopo i primi “coraggiosi”, il restomod ha preso piede, ed ora è un vero e proprio fenomeno internazionale.
Non è tuning
Non c'è dubbio che ci sia un'analogia tra il tuning (quello fatto da specialisti, non quello amatoriale) e il restomod, tanto che in alcune parti del mondo è chiamato “retro tuning“. Ma al contrario del tuning, dove l'esagerazione e l'unicità di ogni esemplare sono cercati, desiderati ed inseguiti, il restomod è più ‘educato', più rispettoso dell'auto e della sua forma originale.
I migliori atelier puntano sul conservare l'estetica e l'impatto esteriore delle auto di base, magari spingendosi solo nella modernizzazione dei fari, spesso resi Full Led, e dei cerchi, più grandi per fare spazio a freni e gomme performanti. L'amore per i dettagli e per la perfezione è lo stesso, ma l'obiettivo finale è diverso. Il tuning punta a colpire chiunque con soluzioni estetiche e meccaniche non di rado assurde mentre il restomod sollecita chi non è un appassionato con linee classiche e senza tempo, e ammalia l'esperto con piccoli dettagli nuovi.
Tocchi meccanici ed estetici
Come modernizzare le auto classiche? Il primo aspetto che si va a toccare è la meccanica. Di qualsiasi tipologia si tratti, rispetto all'anno di origine, ovvio che la tecnologia abbia fatto passi da gigante per freni, pneumatici, sistemi elettronici sicurezza e soprattutto motore. Le restomod più desiderabili hanno propulsori che spesso partono da quelli di base, ma che vengono totalmente rivisti, rivisitati e portati nel 2021.
Sempre più spesso si arriva alla sostituzione del motore termico con uno a zero emissioni, proprio per evidenziare la nuova visione. Ma non ci si ferma alla sola meccanica: le restomod migliori hanno miglioramenti a livello di interni, anche se talvolta le scelte estetiche su colori e rivestimenti lasciano perplessi. La stragrande maggioranza dei modelli vede il debutto di un sistema di aria condizionata, di una radio con connessione Bluetooth e caricatori per device portatili, delle luci interne. E non manca l'accensione elettronica. E' il piacere di guidare un'auto classica, spesso con una grande storia, ma utilizzabile tutti i giorni.