Era il giugno 1947 quando per la prima volta la 1000 Miglia passò per Milano. Allora, con i segni della guerra ancora visibili per le strade, 155 vetture riuscirono a partecipare alla gara anche grazie a Pirelli che offrì i propri pneumatici quasi gratuitamente agli equipaggi, tra i quali compariva per la prima volta la Ferrari. Nel 1948 l'unica altra edizione in cui la competizione automobilistica vide il territorio milanese incluso nel suo percorso. E quest'anno, dopo settanta lunghi anni, la trentaseiesima rievocazione della gara di velocità torna nel capoluogo lombardo, con una tappa che toccherà il cuore della città, piazza Duomo, cosa mai accaduta prima. Il passaggio nel centro storico dei 450 equipaggi provenienti da 34 Paesi è previsto nella mattinata di sabato 19 maggio e sarà coronato dal controllo del timbro, proprio sotto la Madonnina. Durante la sosta i milanesi e i turisti potranno ammirare quello che Enzo Ferrari definì un «museo viaggiante unico al mondo», con vetture che sono ormai dei veri pezzi unici, disegnate e realizzate dall'ingegno umano come opere d'arte.
Si tratta di un ritorno naturale per la Freccia Rossa, che fu ideata proprio a Milano nei primi anni Venti, in pieno clima futurista, dai tre bresciani Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto e dal giornalista milanese della Gazzetta dello Sport Giovanni Canestrini. I quattro erano soliti incontrarsi al Biffi in Galleria Vittorio Emanuele II, covo degli appassionati di automobilismo, dove nacque l'idea di una corsa da Brescia a Roma e ritorno con un percorso di 1.600 km, per cui Mazzotti disse: «Cioè 1.000 miglia; e allora perché non Coppa delle 1000 Miglia?». Così il 26 marzo 1927 una vettura costruita proprio a Milano, l'Isotta Fraschini condotta da Aymo Maggi e Bindo Maserati partì per prima da viale Venezia a Brescia verso Roma. E la leggenda della Freccia Rossa prese il via.
D'altra parte Milano, hub del design e della moda, è la città catalizzatrice delle migliori espressioni del Made in Italy che dialoga con il mondo per ammaliarlo e contaminarlo. Ed è nella tradizione industriale milanese, di cui Pirelli è uno degli esempi più vividi, che il mondo dei motori ha trovato terreno fertile per svilupparsi, sfruttando lo spirito innovativo e le capacità artigianali di un territorio che ancora oggi rinnova la tradizione con una spinta rivoluzionaria. E non è certo un caso che, anche se dopo il 1948 la Freccia Rossa non ha più toccato Milano, Pirelli ha sempre accompagnato questa manifestazione che per un trentennio ha alimentato in Italia la passione per l'automobilismo sportivo grazie alle immaginifiche descrizioni dell'estenuante maratona motoristica. Ne sono testimonianze affascinanti – tra le molte che si possono ritrovare nell'archivio della Fondazione Pirelli – l'immagine risalente al 1931 della folla in attesa del passaggio della auto lungo la strada per Firenze o quella del 1955 che ritrae una appassionati in ammirazione della Maserati di Cesare Perdisa all'arrivo a Brescia.
La cultura, la memoria, i sentimenti: la storia di questa corsa simbolo dell'eccellenza italiana è la storia anche di Milano e, non solo degli appassionati dell'auto d'epoca. Come ha spiegato l'amministratore delegato di 1000 Miglia Alberto Piantoni «Milano condivide nel suo patrimonio genetico molte analogie con il Dna di 1000 Miglia. Una città contemporanea e cosmopolita, che non teme di attraversare il futuro senza disperdere la consapevolezza del proprio passato, che ha radici profondamente salde».