1. Le automobili con guida automatica possono essere colpite dai virus ed essere preda degli hacker. Un falso problema: potrebbe accadere anche su un'auto normale. Non sono (solo) i veicoli autonomi a essere a rischio hackeraggio perché già oggi la maggior parte delle auto è dotata di elementi computerizzati, con Bluetooth e Wi-Fi di serie. La sicurezza informatica è una sfida fin da oggi.
2. Serve una notte per ricaricare un'auto elettrica e l'autonomia è poca. Falso. Oggi la tecnologia è notevolmente migliorata e si può ottenere una ricarica completa in 2 o 3 ore, grazie alla quale l'auto elettrica può avvicinarsi ai 200 km di autonomia e in certi modelli di lusso si arriva anche a superare i 400 km.
3. Le auto senza conducente non sono sicure, bisogna stare con le mani pronte sul volante. Ci vorranno dieci anni ancora, ma l'obiettivo è di eliminare tutti gli elementi di errore umano e permettere al passeggero di sedersi, rilassarsi e godersi il viaggio. Come? Sviluppando comunicazioni da veicolo a veicolo sempre più sofisticate: le auto potranno comunicare tra loro e scambiarsi costantemente i dati per prevenire le collisioni. Con la crescita dell'Internet delle cose, se già oggi possiamo controllare la pressione degli pneumatici dal cruscotto, i veicoli di domani potranno comunicare anche con i sensori incorporati nei segnali stradali, nei semafori e nella carreggiata stessa.
4. Assicurare le auto rosse costa di più. Falso, ma gli americano ci credono, forse perché molte vetture sportive, che effettivamente hanno costi assicurativi più elevato, sono di colore rosso. Ma il rosso non c'entra niente e di solito nei preventivi le compagnie assicurative non chiedono di che colore sia la carrozzeria.
5. Gomme più grandi fanno andare la vettura a velocità maggiore. Bufala. Nell'elaborazione estetica delle vetture spesso si usano gomme maggiorate per dare all'auto un aspetto più aggressivo. Ma gomme più grandi significa anche maggior peso, maggior attrito e di conseguenza maggiori consumi di carburante. Se per assurdo su una Cinquecento montassimo le gomme di un Ferrari, la Cinquecento non andrebbe più veloce (e neppure se attacchiamo l'adesivo Abarth o Turbo).
6. Prima o poi inventeranno l'automobile che va ad acqua. Sarebbe bello, ma non è scientificamente fattibile, almeno per ora. La ricerca, infatti, esclude la possibilità di riuscire ad utilizzare l'acqua come carburante per auto. Però ci sono i prototipi a idrogeno.
7. Le auto elettriche e quelle più tecnologiche sono troppo costose. A parità di modello, il prezzo di listino di una elettrica è maggiore, vero. Ma il costo reale di un'auto va calcolato tenendo conto dei costi di gestione che comprendono il consumo (e il prezzo) del carburante, l'usura meccanica e delle gomme, ma anche assicurazione e bollo, che per le elettriche sono scontati.
8. La vera ricerca tecnologica produce brevetti. Bufale a parte, il futuro dell'auto si costruisce con l'innovazione, la ricerca, gli investimenti e i brevetti. E l'Italia dei brevetti continua a correre. Secondo l'ultimo rapporto dell'European Patent Office (Epo), l'organismo che gestisce le domande di brevetto in Europa anche quando provenienti dal resto del mondo, l'Italia dei brevetti internazionali è cresciuta del 9% nel 2015 e anche nel 2016 le domande confermano il trend positivo, con un aumento del 4,5%. Si è passati infatti dalle 3.979 richieste del 2015 alle 4.166 dell'anno scorso.
9. Cosa brevettano gli italiani? L'Italia è focalizzata sui trasporti (+38%), che guidano la classifica nazionale e include molte richieste di brevetto provenienti dal settore automobilistico. Al secondo posto, con un +16%, c'è il settore movimentazione, imballaggi, sistemi di trasporto e containers, poi a seguire macchinari speciali (+10%) e tecnologia medicale (+10 per cento).
10. Quali sono le aziende che brevettano di più? Con 50 domande, Ansaldo Energia detiene il podio tra le società italiane per maggior numero di richieste di brevetto presentate all'European Patent Office, tallonata da Pirelli (41 richieste di brevetto), poi G.D Societa per Azioni (35), Danieli & C. (33), e Chiesi Farmaceutici (31). E la Fiat? Non appare in classifica perché la sua sede legale non è più in Italia.
Ma quali Paesi brevettano di più?
I primi per domande di brevetto sono gli Usa (40.076) ma in flessione (-5,9% sul 2015). Seconda, tiene la Germania (25.086, +1,1%) e calano sia Giappone (21.007, -1,9%) che Francia (10.486, -2,5%). Poderosa crescita, invece, per Cina (7,150 domande presentate nel 2016, in crescita del 24,8%) e Corea del Sud (6.825, +6,5%).