Luna Rossa Prada Pirelli incrocia le vele dell'Amerigo Vespucci
Esattamente ventuno anni fa, sul Golfo di Hauraki in Nuova Zelanda, Carlo Borlenghi scattava una fotografia diventata iconica nel mondo della vela. Era il 2002 e la prua di Luna Rossa si incontrava per la prima volta con quella dell'Amerigo Vespucci. L'imbarcazione da regata stava per affrontare la sua seconda Coppa America ad Auckland, mentre la storica nave scuola italiana si trovava nella città neozelandese durante il suo primo giro del mondo. Nell'ultimo fine settimana di maggio, questa volta in acque cagliaritane, Carlo Borlenghi è tornato a testimoniare un nuovo incontro di prue. Le due imbarcazioni, infatti, si sono ritrovate al largo del Molo Ichnusa di Cagliari; nello specifico, il prototipo “volante” Luna Rossa Leq12 – realizzato come piattaforma di sviluppo per il nuovo AC75 che dovrà affrontare nel 2024 la 37esima edizione della Coppa America a Barcellona –, ha incrociato l'Amerigo Vespucci, che stava andando verso Cagliari per poi affrontare il suo secondo giro del mondo. L'equipaggio della storica imbarcazione italiana e i suoi allievi realizzeranno infatti dal primo luglio 2023 un viaggio di 20 mesi e oltre 40mila miglia, toccando 28 nazioni in 5 continenti.
Per l'occasione alcuni velisti del team Luna Rossa Prada Pirelli si sono imbarcati sull'Amerigo Vespucci, sperimentando la bellezza della navigazione tradizionale: sulla nave costruita nel 1931 le manovre sono infatti ancora condotte con i metodi dei vascelli di linea del XIX secolo. Tra questi c'era Romano Battisti, sailor e cyclor del team: «È stato davvero emozionante passare una giornata in una nave storica come il Vespucci. Il comandante Romagnoli ci ha dato la possibilità di salire fino in cima all'albero e da qui abbiamo ammirato le manovre di Luna Rossa dall'alto. Una sensazione adrenalinica. Mi ha colpito la gerarchia militare, il senso del dovere e lo stile di vita dei marinai presenti sulla nave Vespucci».
«Le tipologie di navigazione che svolgiamo sono diverse, e anche dal punto di vista tecnologico ci troviamo agli antipodi, ma siamo comunque tutti velisti. Loro fanno giri del mondo lunghissimi, in cui occorre essere dei grandissimi marinai. Da noi in Luna Rossa Prada Pirelli, come in tutti gli equipaggi di America's Cup, naturalmente serve avere una formazione da marinai, ma meno specifica. Le nostre regate durano venti minuti e i membri del nostro sailing team devono essere prima di tutto dei super atleti e dei super tecnici», spiega lo shore team manager Michele Cannoni. L'incontro in acque sarde è stato l'occasione per testimoniare ancora una volta l'unione tra due eccellenze della vela nostrana, ambasciatrici dell'Italia nel mondo, tradizione e tecnologia che si incontrano. Sempre Cannoni continua il racconto della giornata: «Credo che ciò che ci accomuna siano l'amore per il mare, la passione di chi governa e naviga queste imbarcazioni, l'attenzione per l'ambiente e soprattutto il compito di rappresentare l'Italia nel mondo. Il Vespucci è considerata la più bella nave scuola esistente e porta le tradizioni del nostro Paese in giro per il globo, mentre noi siamo un po' come la Ferrari in Formula 1, rappresentiamo l'Italia nella massima competizione velistica a livello mondiale, la Coppa America». I due equipaggi al termine dell'incontro delle loro prue si sono salutati, augurandosi reciprocamente buona fortuna per le prossime sfide da affrontare. «Abbiamo ringraziato il comandante e tutti i ragazzi del Vespucci, e il nostro “in bocca al lupo” non poteva che essere, come sempre, un buon vento e soprattutto buon divertimento. Anche se sono su una nave militare, penso che fare il giro del mondo sul Vespucci sia infatti un privilegio che poche persone possono permettersi, un'esperienza che ricorderanno per tutta la vita», afferma Romano Battisti, che poi esprime un desiderio per il futuro: «Spero il Vespucci possa essere presente durante le regate a Barcellona della prossima Coppa America. Nella scorsa edizione ad Auckland vedere sempre le bandiere nere kiwi non ci ha aiutato particolarmente nel corso delle regate. Ci sono mancate le bandiere italiane e il tifo sul posto, che speriamo di trovare nel 2024 in Spagna. Non vediamo l'ora di incrociare nuovamente la “nave più bella del mondo”, speriamo di non dover attendere altri vent'anni».