La rotta oceanica della regata Transat Jacques Vabre
Un viaggio in connessione con la natura, un percorso lungo le rotte oceaniche del caffè, una sfida per i migliori velisti del mondo: la Transat Jacques Vabre è molto più di una regata. È una gara piena di epica e pathos attraverso l'Atlantico, un viaggio di 4250 miglia nautiche da Le Havre a Fort-de-France, in Martinica, per la più lunga delle Transat, si tratta di una tra le regate più impegnative del mondo.
Lo start è il 29 ottobre, il trentennale di una competizione maestosa, arrivata alla sedicesima edizione. Una regata leggendaria che si svolge ogni due anni, sempre nei dispari. Il percorso è quello che porta dal Nord della Francia al Nuovo Mondo sulla rotta antica del caffè attraverso le acque dell'Atlantico. Il concept della regata vuole ricostruire quel percorso storico che è la Route du Café: il tragitto è stato disegnato nel 1993 seguendo proprio l'onda che guidava i velieri che trasportavano i chicchi di Arabica e Robusta dal Brasile alla Francia. È per questo che la Transat Jacques Vabre non è solo una competizione sportiva, ma un mix di gusti, profumi, storie e paesaggi fantastici.
In questi trent'anni ben 534 marinai hanno affrontato le acque della Jacques Vabre. All'inizio si correva in solitaria – il primo vincitore è stato Paul Vatine – ma già dal 1995 si gareggia in coppia. E quest'anno ci saranno oltre cento barche iscritte nelle classi IMOCA, Ocean Fifty e Class40. Proprio in quest'ultima categoria rientra “Alla Grande – Pirelli”, per un'altra sfida di Ambrogio Beccaria.
Ancora una volta l'organizzazione ha scelto il porto di partenza in Normandia, poi un passaggio obbligato a Capo Verde, e l'arrivo in Martinica, terra d'origine del caffè in America che attende i velisti intorno a metà novembre.
Le Havre avrà così ancora una volta il piacere di assistere alla partenza, in uno scenario che solitamente in questo periodo dell'anno offre atmosfere grigie e solo di rado luce forte e cielo terso. Con tre dipartimenti costieri e la sua ampia apertura sul mare, la Normandia ha tutte le carte in regola per candidarsi a luogo prediletto degli sport nautici, a cui aggiunge anche una certa esperienza pregressa nell'organizzazione di grandi eventi. La baia della Senna, dove c'è l'estuario del fiume, è nel canale della Manica: uno scenario ideale per l'inizio della regata, una navigazione leggera e tradizionale.
Lasciate quelle acque, dopo aver girato la prima boa, tutte le imbarcazioni prenderanno la via dell'Oceano. È lì che si inizia a fare sul serio e il coefficiente di difficoltà si alza miglio dopo miglio. Solo allora si aprirà per davvero il sipario sul palcoscenico della Transat Jacques Vabre, una regata che sfida non solo le abilità tecniche dei marinai, ma anche il cuore, la testa e lo spirito.
Le acque che abbracceranno i partecipanti durante la Transat Jacques Vabre sono un mondo a sé stante, un mistero senza fine. L'Atlantico è splendore e imprevedibilità, un caleidoscopio di sfumature, dal turchese cristallino al blu cobalto più profondo. Sono acque che hanno conosciuto innumerevoli storie di avventura, coraggio e impegno. Ogni velista sa che deve fare del suo meglio per governare e sfruttare il vento selvaggio di quel quadrante di mondo, farne un compagno di viaggio praticamente onnipresente, a volte favorevole altre capace di sferzare con raffiche furiose. È una danza costante tra uomo e natura al ritmo di queste forze invisibili. Per Ambrogio Beccaria, che sarà affiancato da Nicolas Andrieu, trentaseienne francese di Parigi, cresciuto a La Rochelle, sarà un appuntamento cruciale da affrontare anche sulla scorta della 40' Malouine LAMOTTE corsa dal 21 al 24 settembre: una regata scelta soprattutto per testare le modifiche apportate ad “Alla Grande – Pirelli”.
Per Ambrogio e Nicolas la Transat Jacques Vabre sarà allora anche una sfida contro gli elementi della natura, un viaggio attraverso un regno selvaggio e maestoso che li metterà a dura prova. Più della 40' Malouine LAMOTTE, tornerà molto utile in questo senso l'esperienza maturata insieme negli ultimi mesi. In particolare, quella della Rolex Fastnet Race, certamente diversa e corsa in altre acque, ma che ha avuto condizioni meteo da incubo nella prima parte e ha rappresentato una sfida non di poco conto per il tandem di “Alla Grande – Pirelli”.
L'Atlantico sarà un'altra sfida. Altre acque, altre condizioni, altra storia, ma l'esperienza servirà, serve sempre. La destinazione è lontana 4250 miglia. L'obiettivo è piazzato su quella Martinica conosciuta soprattutto per le coltivazioni di canna da zucchero e per il rum agricolo, ma anche per essere la culla della coltivazione del caffè nelle Americhe: legame tra terra e caffè che risale al diciottesimo secolo, quando tre preziose piante di Arabica furono importate sull'isola per essere coltivate lì prima di introdurle in Sud America.
La baia di Fort-de-France, una delle più belle al mondo per colori, panorami e biodiversità, si aprirà ai velisti in arrivo come un'arena naturale. Ospiterà l'ultimo tratto delle regate di tutte le classi in gara e sarà anche il palco che celebrerà i vincitori davanti al pubblico di appassionati di vela.