La preparazione del team di Luna Rossa Prada Pirelli
In tutti gli sport gli atleti che preparano le grandi competizioni procedono per step, passaggi intermedi, fanno partite o gare prima del grande appuntamento, fanno una preparazione e degli allenamenti che sono in tutto e per tutto delle simulazioni di quello che potrebbe accadere nel giorno decisivo, qualunque esso sia. Fa eccezione l'America's Cup: a differenza della quasi totalità degli sport, in Coppa America, infatti, non hai verifiche intermedie dove capire se stai lavorando bene o male. Per quasi quattro anni lavori a un progetto e solo il giorno della prima regata sai veramente quanto sei stato bravo.
Dal 22 al 25 agosto ci sarà l'ultima delle regate preliminari, dove si presenteranno in acqua i sei team con i loro AC75, defender incluso. Poi ci saranno i due Round Robin dal 29 agosto all'8 settembre, la semifinale dal 14 al 19 settembre e la finale dal 26 settembre al 5 ottobre. La finalissima, il match decisivo, il cuore dell'America's Cup, si svolgerà dal 12 al 21 ottobre.
La strada verso la Coppa America non è mai facile, né lineare né certa. Abbiamo trascorso una giornata con la squadra guidata da Max Sirena per studiarne gli allenamenti, le strategie e il sentimento con cui affronta e si prepara alla competizione 2024, l'unico modo per scoprire gli insight e le dinamiche del team. E attenzione: il “team” non è solo l'equipaggio a bordo, sono centoventi persone, una macchina molto complessa e articolata, coinvolta sia nello sviluppo, costruzione, collaudo e messa a punto della barca da regata, sia nei reparti di amministrazione, comunicazione, logistica. Poi, certo, c'è l'equipaggio, protagonista in acqua. I principali ruoli a bordo sono tre: timoniere – saranno due, con il compito di portare la barca e di fare le chiamate finali di tattica e strategia –; trimmer, chiamati a regolare sia il volo e le derive immerse necessarie, sia il piano velico; cyclor, cioè coloro che devono produrre l'energia necessaria a regolare le vele. Al loro fianco ci sono poi delle specializzazioni nei vari settori e figure di supporto, come lo staff medico e di preparazione atletica e gli allenatori tecnici (manovre, strategia, tattica e regole).
Preparare un team così numeroso e stratificato per un grande evento non è facile. «Spesso diciamo che il tempo è l'unica cosa che non possiamo comprare», dice Gilberto Nobili, detto Gillo, Operations Manager e Mechatronics Coordinator di Luna Rossa Prada Pirelli. Alla sua settima America's Cup (con tre vittorie alle spalle), Gillo ha anche partecipato a numerosi eventi internazionali a bordo di TP52, Maxi yacht ed Extreme40 e ha navigato per quattro anni (2004-2008) nella classe Star con Francesco Bruni, uno dei timonieri di Luna Rossa Prada Pirelli. «In realtà ci sono tante cose che non possiamo comprare, ma di certo le decisioni strategiche su cosa, come e quando fare o meno certe cose hanno un impatto enorme sul risultato».
Dal momento che il tempo di preparazione è lungo e dilatato su più anni, fare subito le scelte giuste è cruciale: «Si devono fare bene le cose fondamentali e investire le giuste risorse nel resto, cercando di capire il prima possibile cosa veramente può contribuire al risultato e cosa non ha senso perseguire», dice Nobili. «Sebbene in un contesto come quello dell'America's Cup tantissimo è lasciato alla responsabilità, all'inventiva e alla dedizione dell'individuo, si tratta sempre di un lavoro di squadra e a tutti i membri del team è chiesto non solo di collaborare, ma anche di eccellere nel loro ruolo specifico».
Perché una regata la si può immaginare, programmare e pianificare in ogni aspetto. Ma poi bisogna essere lì, stare sul pezzo quando c'è da dare il valore aggiunto alla squadra. Ed è forse la cosa meno scontata di tutto l'universo sportivo. È il motivo per cui, a differenza di molti altri sport – quasi tutti a dire il vero – la preparazione atletica non è così lineare come si potrebbe immaginare. «Normalmente uno sport è caratterizzato da una chiara e ben definita richiesta dal punto di vista fisico e fisiologico. Se faccio atletica leggera, so bene quale distanza dovrò correre e la mia preparazione è diretta conseguenza di questa scelta. Ci sono altri sport un poco più variegati ma nel nostro caso siamo all'estremo opposto. Navigare con 6 o con 20 nodi di vento è diverso, e significa anche avere un mezzo completamente diverso da gestire, controllare e a cui fornire potenza. La lunghezza e il formato della regata sono noti solo a pochi mesi dall'evento e la barca da regata la vediamo solamente a preparazione quasi ultimata», dice Gilberto Nobili.
Questo non vuol dire che non ci sia uno studio e un allenamento da seguire. Anzi, bisogna essere fisicamente pronti a tutto. Quindi l'afterguard – timonieri e trimmer – deve essere capace di mantenere la concentrazione per lunghi periodi, anche sotto forti stress fisici e psicologici, con ottimi riflessi e coordinazione. In più c'è bisogno di un fisico asciutto, per i limiti di peso imposti, ma contemporaneamente robusto e agile. I grinder o ciclisti che siano devono invece bilanciare una buona resistenza con richieste massimali di potenza molto variabili. «Tutto questo si può solo ottenere con un mix ben bilanciato di diversi tipi di allenamento e preparazione nelle fasi iniziali della campagna, per poi andare verso la specializzazione dei ruoli. Non è facile e per questo abbiamo come supporto un gruppo di professionisti esterni tra preparatori atletici, medici, fisioterapisti e mental coach», aggiunge Gillo.
Accanto alla preparazione fisica c'è quella tecnica e tattica, che Luna Rossa Prada Pirelli porta avanti grazie a un gruppo di coach di grande esperienza sulle 4 principali aree di sviluppo: strategia di regata, match race, conduzione della barca e regole. E poi, non ultima a livello di importanza, viene curata la parte psicologica del team. «Noi crediamo che il team nel suo complesso debba gestire la pressione e la carica emotiva, non solo l'equipaggio», dice Gillo. « Lo stress a cui è sottoposto un membro dell'equipaggio è paragonabile a quello che sperimenta un membro dello shore team nel pre-regata quando deve salire a bordo per cambiare o sistemare un pezzo. La forza del team sta nella fiducia reciproca tra le persone, sapere che ognuno di noi cerca sempre di dare il meglio e che ognuno di noi sarà li a supportare l'altro. Forti squadre hanno ceduto inaspettatamente mentre altre sono emerse da situazioni critiche proprio grazie allo spirito di team».
Naturalmente molte delle decisioni determineranno il risultato finale prima ancora della partenza, in quanto la velocità della barca è fondamentale e, alla fine, la barca più lenta non vince mai. Quindi il lavoro del team inizia nella fase di sviluppo, ben prima del segnale di start. Però poi, ad un certo punto parte la regata e ognuno deve fare il suo lavoro al meglio. Come dice Gilberto Nobili, «nessun errore è permesso: la barca può fare certe manovre solo ed esclusivamente se tutto si muove in maniera perfettamente coordinata».