Alla Grande Pirelli prima alla Transat Jacques Vabre
Prima di Ambrogio Beccaria, solo un altro italiano aveva conquistato le acque fra Le Havre e l'isola di Martinica. Solo a Giovanni Soldini nel 2007 riuscì il compito di superare i velisti francesi, storici maestri della vela oceanica, nella “rotta del caffè”. Così il palmares di Beccaria, al timone di Alla Grande Pirelli, cresce di un altro oro, a conferma delle sue capacità di navigatore capace di interpretare i cieli e leggere i venti. Ma anche delle qualità dell'imbarcazione che Ambrogio ha sognato per tante notti fino a farla diventare realtà. Alla Grande Pirelli è il Class 40 a cui oggi si guarda per il futuro della disciplina, con le sue innovazioni che la fanno volare sull'acqua ma rendere anche controllabile nelle condizioni più difficili. Perché “La potenza è nulla senza controllo”, come si legge sulle sue vele.
Ci sono voluti 18 giorni 12 ore e 21 minuti. Beccaria e Andrieu, già vincitori della prima tappa, si sono aggiudicati la vittoria finale, data dai risultati delle due tappe: la prima, partita da Le Havre (Normandia) lo scorso 29 ottobre, terminata a Lorient (Bretagna) e lunga 350 miglia; la seconda, partita il 6 novembre scorso dalla Francia e lunga 5381 miglia. Impossibile, causa meteo, compiere la traversata in un unico respiro ma, nonostante la divisione in due non è mancato lo spettacolo in mare. "E' stata una regata al cardiopalma, con un finale apertissimo che alla fine ha dato ragione ai sudisti e a Beccaria. Siamo super felici! Complimenti per questa regata fantastica a lui e a tutti gli italiani in gara nei Class40". Parola di Giovanni Soldini, appunto.
Ambrogio Beccaria, che aveva già vinto la Normandy Channel Race 2023 e la 40' Malouine Lamotte, porta a casa un altro importante successo per la vela oceanica italiana e si conferma il velista più forte della sua generazione: “Siamo contentissimi per questa vittoria!” ha detto all'arrivo il velista milanese. “Considero la Transat Jacques Vabre la ‘regata dell'età adulta'. Per me è la prima grande competizione vinta dopo la Mini-Transat del 2019, che però è una regata più amatoriale. Qui siamo nell'Olimpo della vela oceanica. Sono soddisfatto soprattutto di come abbiamo vinto: Alla Grande – Pirelli si è confermata un razzo, noi siamo stati forti e abbiamo fatto le scelte giuste. Il finale è stato davvero da brividi ma ce l'abbiamo fatta.”
Partita in ottava posizione, “Alla Grande Pirelli” ha recuperato dopo sole 24 ore la testa della flotta. I primi giorni sono stati impegnativi: punte di vento fino a 30 nodi e una rete da pesca impigliata alla chiglia che fa perdere a Beccaria e Andrieu più di 10 posizioni. Una volta tolta la rete, riescono a tornare in testa. Dopo aver superato Capo Finisterre ed essere scesa lungo le coste del Portogallo attraversando due fronti, “Alla Grande Pirelli”, insieme agli altri Class40, passa in mezzo alle isole Canarie. A questo punto la flotta si era divisa in due gruppi: una parte verso la rotta nord, mentre un altro gruppo verso quella sud. Fra questi ultimi “Alla Grande – Pirelli”: “è stata una scelta difficilissima, di cui fino all'ultimo non eravamo certi. È sempre più una gestione dei rischi che una vera e propria decisione strategica. La carta sinottica ci indicava che l'aliseo sarebbe a un certo punto finito, quindi conveniva arrivare da sud, cioè dalla zona dove l'aliseo è di solito permanente”. Dopo una prima tappa caratterizzata da condizioni meteorologiche incredibilmente dure, con vento fino a 35-40 nodi, la seconda ha visto un meteo instabile e molto diverso dalle previsioni, in particolare nell'ultima parte della corsa.