WRC Kenya: perché gli pneumatici contano
Il leggendario Safari Rally copre distanze molto più brevi rispetto al passato, quando le singole prove speciali (precedentemente conosciute come "sezioni competitive") spesso superavano i 100 chilometri di lunghezza; ma l'unico round africano del Campionato Mondiale di Rally mantiene ancora la sua reputazione come "car breaker".
Anche gli pneumatici hanno bisogno di allenarsi, in quanto devono affrontare profondi solchi e gigantesche rocce, il tutto a velocità molto sostenute. La pioggia può rendere le strade estremamente fangose e scivolose in un attimo, ma può essere anche estremamente localizzata: spesso cade in una parte dello stage, mentre altre sezioni restano completamente asciutte.
L'usura degli pneumatici è effettivamente meno grave rispetto a certi altri gravel rally; questo solitamente rende gli pneumatici gravel KX Scorpion Pirelli, caratterizzati da un composto più morbido, la scelta preferita dei team rispetto a composti più duri. Questa gomma versatile offre ai piloti una presa ottimale, a prescindere dalle condizioni da affrontare nella selva keniota.
Piuttosto che il battistrada, è la spalla dello pneumatico ad essere maggiormente sotto pressione in questo scenario; deve infatti sopportare gli impatti prodotti da passi rocciosi taglienti e da solchi profondi che possono facilmente danneggiare i componenti meccanici e le ruote sulle auto, causando l'immediata conclusione del rally.
Safari Rally for dummies
Tenutosi per la prima volta 70 anni fa per celebrare l'incoronazione della Regia Elisabetta II di Gran Bretagna, l'East African Safari Rally faceva parte della stagione inaugurale del WRC, quando il campionato ebbe inizio venti anni dopo, nel 1973, per guadagnarsi immediatamente una grande fama come l'evento più difficile e più estremo di tutto il campionato. Il rally copriva lunghe distanze su strade aperte, in mezzo al traffico locale, con sezioni competitive che si snodavano per centinaia di chilometri.
Il team dovevano trascorrere vari mesi in Africa per sviluppare e testare auto ad hoc, che fossero in grado di affrontare questo terreno difficile; durante il rally, sui concorrenti si alzavano in volo degli elicotteri che potevano avvertirli in caso di pericoli in arrivo, tra cui giraffe e zebre. Era un evento come nessun altro ed era estremamente pericoloso. Tutto questo aveva raggiunto livelli un po' troppo estremi e dopo il 2002, quando il WRC si è evoluto per adattarsi al 21° secolo e alle sensibilità moderne, il Safari è stato abbandonato.
Dopo un'assenza di quasi 20 anni, il rally è rientrato in calendario nel 2021 con un format più tipico e compatto, disputato prevalentemente in riserve private. Ma nonostante le modifiche estemporanee viste in passato, ad es. i respiratori e le barre di rinforzo anteriori, siano proibite per le top car del Rally1, il rally è ancora piuttosto difficile e richiede un approccio diverso ai team e ai piloti, che sono molto più abituati a sprint a tutta velocità. Nel 2022, solo Toyota ha evitato importanti ritardi per arrivare al traguardo 1-2-3-4, con più di otto minuti d'anticipo rispetto al suo competitor più vicino. Questo tipo di risultato si era solo visto nei bei tempi andati.