Richard Burns, il campione di rally arrivato dal nulla
Lo studente tranquillo
A differenza della maggior parte dei campioni, la passione per gli sport automobilistici per Richard Burns non era in nessun modo nato in famiglia. La sua prima esperienza di guida la fece parcheggiando le auto degli amici dei genitori quando venivano a fare visita, diventò poi membro dell'‘Under 17 Car Club' nei pressi del suo paese natale di Reading in Inghilterra: un club unico che permetteva ai più giovani di fare esperienza di guida lontano dalle strade pubbliche. Da quel momento in poi non guardò più indietro. Costruì la sua prima vettura da rally nel garage di casa sua – una Talbot Sunbeam – e fu presto notato dalla Peugeot, dopo aver vinto la ‘Peugeot Challenge' alla guida di una Peugeot 205. Questa esperienza lo portò per la prima volta a correre per una scuderia e non passò molto tempo prima di essere ingaggiato dalla leggendaria scuderia di rally Prodrive, che stava iniziando a schierare auto da rally per la Subaru, partecipando al Campionato di rally inglese alla guida di una Legacy. Burns vinse il campionato nel 1993, diventando il più giovane campione britannico di sempre. Questa vittoria fece da lasciapassare per il successo sulla scena mondiale. Burn non era come molti altri campioni di rally: era tranquillo e piuttosto introverso, specialmente durante gli anni della gioventù. Ma la sua concentrazione e il suo impegno erano tutti rivolti ad ottenere i massimi risultati e questo fu il segreto del suo successo.
Dalla Subaru alla Mitsubishi, poi di nuovo alla Subaru
Richard Burns entrò a far parte del team Subaru come sostituto di Colin McRae, ottenendo il suo primo podio nel Campionato del mondo di rally in occasione del RAC Rally 1995: l'evento in occasione del quale McRae diventò il più giovane campione al mondo in questo sport. Ma presto Burns si stancò di questo ruolo e vide nella Mitsubishi un team emergente che gli avrebbe potuto dare occasione di crescere. Passò al team giapponese nel 1996, ma nonostante un secondo posto nel Rally Safari 1997, la sua prima vittoria nel Campionato del mondo di rally sarebbe arrivata solo nel 1998: sempre nel leggendario Safari. A parte il Rally di casa in Gran Bretagna, che vinse tre volte, il rally Safari fu l'unico evento vinto da Richard più di una volta tra le sue dieci vittorie nel Campionato del mondo di rally – dimostrazione di come il suo stile di guida regolare e piuttosto armonioso gli avevano reso vita facile con le auto da lui guidate. Richard era un artista al volante, e la guida non gli richiedeva fatica.
Dopo aver vinto il Rally GB 1998 con la Mitsubishi, tornò alla Subaru nel 1999 per sostituire McRae – che era passato alla Ford firmando un contratto di diversi milioni di dollari. Il ritorno di Richard fu un successo immediato e si aggiudicò il secondo posto nel campionato mondiale sia nel 1999 che nel 2000. Nel 2001 realizzò il sogno di una vita, vincendo il titolo mondiale in casa in occasione del Rally GB, al volante della sua Subaru con pneumatici Pirelli. Come disse notoriamente al copilota Robert Reid quando oltrepassarono la linea di arrivo della tappa finale: “Tu sei il campione del mondo!”
Gli ultimi anni
Tuttavia il titolo fu vinto in un momento di tensione per Richard. Richard aveva già firmato per la Peugeot nel 2002 nonostante ci fossero dubbi su cosa il suo contratto permetteva o meno. Alla fine Richard esaudì il suo desiderio e gareggiò al volante di una 206 WRC nei due anni successivi. Ma non gli andò mai molto bene con la piccola auto a punta, che a volte non era in sintonia con il suo stile di guida languido. “Mi sento di essere seduto sull'auto, ma non al suo interno,” così descrisse il suo rapporto con la vettura. Nonostante aver condotto il campionato e ottenuto molti podi, Richard non vinse mai un rally alla guida di una 206. E forse c'era un motivo. Durante il Rally GB 2003, Burns perse i sensi mentre era alla guida della sua Porsche, e da quel momento non avrebbe mai più guidato un'auto da rally. Dopo una serie di esami, gli fu confermata la diagnosi di astrocitoma, una forma aggressiva di tumore al cervello. Incredibilmente, combatté contro il male per due lunghi anni, soccombendo alla malattia il giorno esatto del quarto anniversario della vittoria del campionato. Se non fosse stato per questa disgrazia, avrebbe certamente vinto almeno un altro titolo con la Peugeot, mentre per il 2004 aveva già firmato per gareggiare ancora con la Subaru che aveva appena ottenuto il titolo piloti con Petter Solberg…