On this week # 9: Il più grande di tutti i tempi?
La domanda non è se Sébastien Loeb - che quest'anno compie 50 anni - sia o meno il più grande pilota che il rally abbia mai visto. I suoi nove titoli mondiali (10 se si conta il campionato del mondo Junior del 2001) rispondono indubbiamente questa domanda.
La vera domanda da porsi è se sia o meno il più grande pilota di tutti i tempi, punto e basta. Nessuno ha vinto più campionati mondiali di alto livello o stabilito più record nel rally di lui e nonostante questo ancora non si è fermato. Ha vinto nelle auto da turismo, nelle gare GT, nell'Extreme E ha sfiorato la vittoria a Le Mans e alla Dakar, dove senza dubbio arriverà il suo momento, visto che dal prossimo anno guiderà la nuova campagna di Dacia con Prodrive.
È difficile scegliere i casi dove ha dato maggiore prova del suo talento, ma eccone uno. È stato in lizza per la vittoria di Le Mans al primo tentativo, nel 2005, ma forse il suo più grande risultato quell'anno è stato durante la giornata di test ufficiale, domenica 5 giugno.
In quanto debuttante a Le Mans, quel giorno doveva completare i 10 giri obbligatori entro una certa data prestabilita. Il problema era che in quel momento si trovava in Turchia, dove aveva vinto la gara del WRC con quasi un minuto intero di vantaggio. Non appena ha tagliato il traguardo nel pomeriggio, è saltato su un aereo privato dall'aeroporto di Antalya (avendo avuto una deroga dalla conferenza stampa della FIA) ed è andato a Le Mans.
L'aereo era dotato di una PlayStation - l'azienda che all'epoca sponsorizzava la sua Pescarolo - e Loeb trascorse le tre ore e mezza di volo esercitandosi in giri di Le Mans a 10.000 metri e cercando di dormire un po'.
Quando atterrò a Le Mans era già sera e cominciava a piovere. La pressione era alta, perché era la prima volta che affrontava quel circuito per intero (il circuito infatti è percorribile nella sua interezza solo immediatamente prima della gara, dato che il rettilineo di Mulsanne è anche la D338 per Tours) e tutti gli altri avevano guidato per tutto il giorno, senza la preoccupazione di vincere un rally, con un'auto completamente diversa.
Il tempo iniziava a stringere e la finestra per garantire a Loeb di completare i suoi giri al ritmo necessario si stava per chiudere e all'inizio ha faticato ad adattarsi ai compromessi. Ma a pochi minuti dalla fine, ha tirato fuori ancora una volta l'asso dalla manica per garantirsi il suo posto sulla griglia di partenza, dove era in lizza per la vittoria prima che l'esperto Soheil Ayari si schiantasse con la sua auto la domenica mattina. L'anno successivo, Loeb si è classificato secondo a Le Mans con la Pescarolo, davanti a una pletora di vetture ufficiali.
Ma il francese ha sfiorato una vittoria ancora più grande, che avrebbe garantito ulteriormente il suo posto nella storia. Pilota di lunga data della Red Bull, a Loeb (all'epoca 34enne) fu offerta la possibilità di effettuare un test per il team di Formula 1 dell'azienda alla fine del 2008, ottenendo l'ottavo tempo a Barcellona con la RB4.
Non era la prima volta che saliva sulla Red Bull, poiché una settimana prima aveva provato la vettura in una fredda Silverstone. Chi scrive ha avuto la fortuna di essere presente sostiene che l'unica cosa che abbia turbato Loeb durante il suo soggiorno nel Northamptonshire è stato il cibo inglese.
"Non la definirei proprio una salsiccia", è stato il suo primo giudizio su Silverstone, prima di parlare della sua esperienza in pista durante il pranzo. L'anno precedente aveva anche provato una Renault, quindi è arrivato con una certa conoscenza della Formula 1.
"È difficile dire come sia andata perché le condizioni non erano quelle ideali, ma mi sentivo bene a bordo e non abbiamo avuto problemi", ha riferito. "Se sono abbastanza bravo per la Formula 1? Non sta a me giudicare e probabilmente sono troppo vecchio. Ma mi piacerebbe pensare di non essere troppo lontano...".
La Red Bull, però, pensava che fosse abbastanza bravo, almeno per correre a centrocampo, e ha escogitato un piano scandaloso per farlo correre con la Toro Rosso nel Gran Premio di Abu Dhabi del 2009. Per prepararsi, ha partecipato a un test GP2. Alla fine, però, a Loeb non è stata concessa la superlicenza necessaria e il sogno è finito prima di cominciare.
"Ci sono andato vicino e sarebbe stata un'esperienza incredibile", riflette molti anni dopo. "Non sono in molti a poter guidare in Formula 1 e c'è un motivo per questo. Ma alla fine credo che il mio talento sia più predisposto a dare il meglio sulle auto da rally, quindi non mi sarei aspettato molto dalla Formula 1. Se avessi voluto seriamente passare alla Formula 1, avrei pensato l'avrei valutato quando ero più giovane".
Anche con il passare degli anni, Loeb non ha mai perso la sua straordinaria capacità di compiere un miracolo proprio quando è più necessario. Quando M-Sport Ford ha fatto debuttare la nuovissima Puma Rally 1 al Rally di Monte Carlo nel 2022 - il team di rally con le risorse e il budget più modesti rispetto ai suoi rivali - ha affidato il compito a Loeb, tornando nel campionato che aveva fatto suo con una nuova copilota, l'insegnante Isabelle Galmiche.
La vittoria è arrivata, suggellando l'80° vittoria in carriera di Loeb nel Campionato del Mondo Rally nell'ultima giornata. La Galmiche portò il trofeo alla sua classe di bambini impressionati la settimana successiva, sottolineando lo status di Loeb come eroe sportivo del popolo, in Francia e non solo.