On this week #35: El Matador | Pirelli

On this week #35: El Matador

 

Inserisci le parole "Carlos Sainz" in un motore di ricerca su Internet e i primi articoli che appaiono si riferiscono tutti al pilota di Formula 1 attualmente in gara per la Ferrari, che compirà 30 anni tra pochi giorni. Ma molto prima che esistesse Internet, un altro Carlos Sainz stava facendo notizia nel mondo degli sport motoristici, l'uomo che ora chiamiamo Sainz Senior, padre dell'attuale pilota del Gran Premio.

Proprio il 26 agosto del 1990, pochi giorni prima della nascita del figlio, il padre Sainz vinse il Rally dei Mille Laghi, una prova del World Rally Championship, disputata in Finlandia.

All'epoca era quasi inconcepibile che un pilota non scandinavo potesse vincere la Mille Laghi. Era e continua ad essere, con il nome attuale, Rally di Finlandia, un evento davvero unico perché fino ad oggi è il rally su fondo sterrato più veloce del campionato mondiale, con auto che raggiungono velocità molto elevate. Gli spettatori arrivano con ore di anticipo per guardare le auto passare, specialmente nei punti in cui superano i cosidetti "yump", dove arrivano a percorrere fino a 60 metri in aria in un unico salto, un "jump", parola inglese che gli scandinavi pronunciano come "yump". Viste le alte velocità la conoscenza del tracciato era considerata essenziale, ma la preparazione perfetta – sempre un'ossessione per Sainz – sua e del copilota e collega spagnolo Luis Moya hanno avuto la meglio. Con due vittorie prima di arrivare in Finlandia e un'altra nello stesso anno, Sainz ha conquistato il primo dei suoi due titoli del Campionato mondiale di rally.

Da giovane, Sainz mostrava grande abilità sportiva, è stato incoronato campione spagnolo di squash all'età di soli 16 anni e ha persino fatto un provino per giocare a calcio professionistico per il suo amato Real Madrid. Ha iniziato a gareggiare nel rally nel 1980, diventando campione spagnolo su Ford Sierra Cosworth nel 1987 e poi nel 1988, quando ha fatto anche il suo debutto sul palcoscenico mondiale del mondo del rally. È l'anno successivo che lascia davvero il segno, dopo essere entrato a far parte del team Toyota, con il primo titolo nel 1990, il secondo posto l'anno successivo e il secondo titolo mondiale nel 1992. L'impatto che il suo successo ha avuto in Spagna è stato enorme, tanto da fargli guadagnare il soprannome di "El Matador", motivo di orgoglio nazionale per un paese che non aveva mai lasciato il segno nel mondo degli sport motoristici: ricordiamo che questo accadeva molto prima che artisti del calibro di Alex Criville, Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Joan Mir trasformassero quasi la MotoGP in un campionato spagnolo,  o addirittura prima che un certo Fernando Alonso diventasse eroe dell'immaginario collettivo.

Ripercorrere l'intera carriera di Sainz richiederebbe davvero molto tempo, quindi per riassumere, oltre ai due titoli del Campionato mondiale di rally, ha ottenuto il secondo posto in campionato quattro volte, con 26 vittorie nei rally e ben 757 vittorie nelle prove speciali. Le sue capacità di sviluppo automobilistico e la sua esperienza sono state sfruttate dai team Ford e Toyota, inoltre ha gareggiato con Lancia, Subaru e Citroen.

Sainz si ritirò dal rally a tempo pieno all'età di 43 anni nel 2005. Una carriera brillante, un eroe nazionale, sicuramente era arrivato il momento di appendere il casco al chiodo e magari concentrarsi sulla carriera del figlio che ha iniziato a fare kart nel 2006. E invece no, la voglia di agonismo era troppo forte e un'altra ossessione ha preso piede: il Rally Dakar. Ha partecipato per la prima volta al Marathon Rally Raid nel 2006, vincendolo con Volkswagen nel 2008, per poi vincere altre tre volte, nel 2018 con Peugeot, nel 2020 con Mini e quest'anno con Audi, vittoria ancora più notevole per via dei suoi 61 anni; nell'edizione del 2023 è però caduto pesantemente, fratturandosi la spina dorsale in due punti. Ha anche creato una squadra per correre nella serie di gare fuoristrada completamente elettriche Extreme E, ma la sua partecipazione è stata interrotta dall'incidente durante la Dakar.

La storia non finisce qui, perché qualche mese fa è stato annunciato che Sainz guiderà il nuovo debutto di Ford alla Dakar a partire dal 2025. In questo modo la sua carriera potrebbe chiudere il cerchio, poiché è proprio con Ford che ha fatto il suo debutto nel Campionato mondiale di rally tanti anni fa. E' tornato in Ford nel 1996 per due stagioni conquistando tre vittorie e ha anche corso per un terzo periodo con l'"Ovale Blu" dal 2000 al 2002, quando altre due vittorie sono state aggiunte al suo palmares.

Si dice che la mela non cade mai lontano dall'albero; infatti dopo la Dakar di quest'anno, Sainz ha rivelato che suo figlio ha avuto un ruolo importante, consigliando suo padre sulla strategia. "Ci siamo parlati prima e dopo ogni tappa", ha detto il padre. "Carlos è stato di grande aiuto. Se avevo una strategia, sapeva come contestarla parzialmente o completamente. Se dovessimo farlo di nuovo, non cambieremmo nulla della strategia. In questo senso, è stata una buona Dakar". Sainz Jnr. ha ancora qualche attività in sospeso in Formula 1 e un contratto pluriennale in tasca con il team Williams a partire dal prossimo anno, ma i geni di famiglia suggeriscono che altre avventure lo attenderanno una volta che si ritirerà dai Gran Premi.