Verstappen, un'impresa d'altri tempi
Ci sono voluti 133 giorni a Max Verstappen per tornare ad assaporare il gusto della vittoria. Per riuscirci ha dovuto compiere una vera e propria impresa, visto che è partito dalla diciassettesima posizione sulla griglia (nei fatti, due delle piazzole – quelle destinate ad Alex Albon, che non è nemmeno riuscito a schierarsi, e a Lance Stroll, insabbiatosi nel giro di formazione – erano vuote ma la posizione di Max era comunque questa rispetto al pole man): nella storia della Formula 1 soltanto in tre occasioni (Rubens Barrichello dalla diciottesima posizione a Hockenheim nel 2000, Bill Vukovich dalla diciannovesima a Indianapolis nel 1954 e John Watson addirittura dalla ventiduesima a Long Beach nel 1983) un pilota ha vinto partendo ancora più indietro.
Se è vero che sul bagnato può sempre succedere di tutto, nemmeno il più sfegatato fan dell'olandese avrebbe immaginato dopo le qualifiche un risultato del genere, anzi avrebbe cominciato a tremare anche per il titolo iridato, considerata la piega che aveva preso il fine settimana. Sabato Norris primo nella Sprint, di solito terreno di caccia di Verstappen (quattro vittorie su quattro nel 2024), con l'olandese quarto dopo una penalizzazione. Domenica mattina Norris ancora primo in qualifica, mentre il pilota della Red Bull non era riuscito a passare il taglio in Q2, complice una bandiera rossa non esattamente fortunata come tempistica, cui andava aggiunta una penalizzazione di cinque posizioni in griglia per aver montato la sesta ICE stagionale. Insomma, tutto sembrava apparecchiato per una consistente riduzione del margine di vantaggio sul pilota della McLaren, propedeutica ad un finale di stagione rovente.
Invece, tutto è andato per il verso giusto – dal solito Norris tremebondo al via quando parte in pole ad una McLaren molto meno competitiva sul bagnato rispetto a quanto si era visto sull'asciutto e, soprattutto, ad una bandiera rossa (causata dall'uscita di pista di Colapinto) stavolta esposta nel momento più opportuno – ma Max ha sciorinato una prestazione straordinaria, suddivisa in una prima fase di sorpassi e strategia e una seconda fatta di ritmo inavvicinabile da chiunque altro.
Alla fine del primo giro il leader del mondiale era già undicesimo, al giro 11 era sesto. Poi ha incontrato sul suo cammino Leclerc, che ha fatto un po' da tappo, ma il ferrarista ha pensato bene di essere il primo a fermarsi fra i piloti nelle prime posizioni lasciandogli strada libere e, infine, sono arrivare le neutralizzazioni – prima virtuale, poi reale – che hanno convinto i due leader Russell e Norris a effettuare a loro volta la sosta ai box mentre Max, imitato da Ocon che gli era ancora davanti, ha scelto di restare fuori. La successiva interruzione per l'incidente di Colapinto è stata provvidenziale ma Max si è poi guadagnato il successo superando Ocon dopo una nuova neutralizzazione e, da lì in avanti, dimostrando che sul bagnato non ce n'è per nessuno. In 27 giri su 27 – dal quarantatreesimo, quello del sorpasso decisivo, al sessantanovesimo e ultimo – è stato sempre il più veloce in pista, migliorando diciassette volte il tempo del giro più veloce in assoluto.
Comprensibile quindi l'esultanza di Max una volta sceso dall'abitacolo e l'energia in cui si è letteralmente gettato nell'abbraccio della squadra e, soprattutto, della compagna Kelly Piquet. Questa vittoria significa molto in ottica mondiale: adesso a Norris servirebbe veramente un miracolo per riprenderlo. Sono risaliti a 62 i punti che separano gli unici due piloti ancora in lizza quando ne restano in palio solamente 86. Ciò significa che a Las Vegas Max avrà il suo primo match point: se dovesse vincere o fare almeno un punto in più di Norris sulla Strip (o, al limite, nessuno dei due finisse fra i primi 10) il quarto titolo sarà suo, indipendentemente da quello che potrà fare l'inglese nelle ultime tre gare della stagione.
Molto più aperto è il discorso per il titolo Costruttori. In Brasile la Red Bull è tornata ad essere la squadra che ha raccolto più punti (32) per la prima volta dal Gran Premio di Spagna ma il terreno riguadagnato su Ferrari (+12) e McLaren (+5) è piuttosto limitato. La squadra diretta da Christian Horner è ancora al terzo posto con 544 punti), dietro a quella di Fred Vasseur (557) e a quella del duo Zak Brown-Andrea Stella (593). In palio ci sono ancora 147 punti e con un Verstappen del genere nessun traguardo è impossibile.