Ventiquattr'ore senza un chiaro verdetto | Pirelli

Ventiquattr'ore senza un chiaro verdetto

 

Ventiquattr'ore per preparare ventiquattro Gran Premi. Al netto dei sessanta minuti in più concessi per recuperare il blackout del primo giorno, questo è stato il tempo che i venti piloti e le dieci squadre hanno avuto a disposizione per prepararsi per la settantacinquesima edizione del Campionato del Mondo FIA di Formula 1.

Poco tempo ma ormai da anni questa è la consuetudine. Certo, questa volta le condizioni meteorologiche trovate in Bahrain non hanno aiutato: temperature basse – perlomeno per questa latitudine – qualche goccia di pioggia nella seconda giornata ma, soprattutto, tanto vento che ha infastidito i piloti rendendo spesso imprevedibile il comportamento delle monoposto durante il test.

Difficile quindi avere una valutazione effettiva dei rapporti di forza in campo, anche se sembra confermarsi anche quest'anno la divisione in due blocchi della griglia. Da una parte ci ancora una volta sono i quattro top team – in ordine rigorosamente alfabetico: Ferrari, McLaren, Mercedes e Red Bull – dall'altra le altre sei squadre. Del resto, era abbastanza scontato avere uno scenario del genere visto che il regolamento tecnico è sostanzialmente identico a quello della fine della scorsa stagione e che le squadre hanno cercato di sviluppare il più possibile le monoposto durante l'inverno, con la consapevolezza che la spada di Damocle del 2026 – intesa come necessità di dedicare sempre più tempo e soldi del budget cap al progetto della nuova generazione di vetture – incombe sempre più pesantemente.

In totale sono stati completati 3.897 giri, pari a 21.090,564 chilometri. La C3 ha fatto la parte del leone con il 67,17% dei giri percorsi, seguita dalla C2 (20,88%) e dalla C1 (9,26%); marginali i 101 giri percorsi dalla C4 e i tre con le Intermedie, serviti soltanto alla Haas per fare delle prove di partenza giovedì mattina quando era piovuto per qualche decina di minuti. Otto squadre su dieci hanno utilizzato tutti e 30 i set di gomme montati sui cerchi, numero massimo previsto: soltanto Ferrari (28) e Sauber (27) non hanno sfruttato integralmente la dotazione di pneumatici disponibili.

Il pilota che ha completato più tornate è stato il francese Esteban Ocon (260), unico a superare la soglia dei 1400 chilometri (1.407,12). Sul podio degli stakanovisti sono saliti un rookie come il connazionale Isack Hadjar (Racing Bulls, 1315) e un top driver come l'inglese George Russell (Mercedes, 232). Grazie al contributo di un altro rookie come l'italiano Andrea Kimi Antonelli, la squadra diretta da Toto Wolff ha conquistato il primato dei giri percorsi (458), bruciando allo sprint la Haas (457) e la Racing Bulls (454). All'estremità opposta di questa classifica figura la Red Bull, ultima con appena 304 giri percorsi dai suoi due piloti ufficiali, che figurano infatti al terz'ultimo (Max Verstappen, 155) e penultimo posto (Liam Lawson, 149) nella classifica piloti, superati – in negativo – soltanto da Lance Stroll (ultimo con 133 giri all'attivo).

Fra Mercedes e Red Bull c'è una differenza di più di ottocento chilometri di dati raccolti con le nuove monoposto, in media più di un giorno di test in meno per la squadra del quattro volte campione del mondo. Peraltro, nemmeno gli altri due top team non hanno brillato per attività in pista: la Ferrari è sesta con 382 giri, uno in più della McLaren, settima. La squadra detentrice del titolo Costruttori registra però una suddivisione molto più bilanciata fra i suoi due piloti (Oscar Piastri ha percorso 195 giri, Lando Norris 186) rispetto alla rivale che gli ha conteso il campionato fino all'ultima gara lo scorso anno: Lewis Hamilton arriverà infatti al suo debutto in un Gran Premio in rosso con ben 58 giri in meno (tutto il Gran Premio del Bahrain compreso il giro di formazione) rispetto al compagno di squadra Charles Leclerc (220 giri).

Se la classifica assoluta dei tempi ha visto brillare per il secondo anno consecutivo Carlos Sainz (1'29”348 nel secondo giorno dei test), nelle simulazioni di Gran Premio è stata la McLaren la squadra che ha impressionato di più e che, unanimemente, arriverà a Melbourne nei panni della favorita, a prescindere dal fatto che Oscar Piastri abbia ottenuto solamente l'ottavo tempo (1'29”940) e Lando Norris addirittura il tredicesimo (1'30”430). Fra i rookie, ha brillato Antonelli, settimo in 1'29”784, mentre hanno pagato un po' dazio il brasiliano della Sauber Gabriel Bortoleto (diciottesimo in 1'31”057, comunque davanti di quattro decimi al compagno di squadra Nico Hullkenberg) e l'inglese della Haas Oliver Bearman, peraltro tecnicamente non più un vero e proprio esordiente avendo già disputato lo scorso anno tre Gran Premi, ultimo con il tempo di 1'32”361.

Sono tutti numeri e indicazioni da prendere assolutamente con le molle quelli venuti fuori nelle 24 ore di Sakhir. Quanto carburante aveva a bordo Sainz quando ha stabilito il suo miglior tempo? La Ferrari ha spinto al massimo nei long run? E Verstappen? La McLaren si è nascosta nel giro secco? Potremmo continuare ancora a lungo con le domande ma non ne vale la pena: tutti gli appassionati di Formula 1 devono solamente pazientare meno di due settimane. Il 15 marzo prossimo a Melbourne la classifica delle qualifiche darà il primo, inesorabile verdetto: quel pomeriggio all'Albert Park non ci sarà più spazio per le scuse.