Un passo d'addio da gran signore | Pirelli

Il saluto di un gentiluomo

 

Molto si è parlato in questi ultimi giorni di Daniel Ricciardo. Purtroppo, non tanto per i suoi risultati in pista quanto per le ipotesi sul suo futuro e ora manca solamente l'annuncio ufficiale per chiudere questo capitolo della carriera automobilistica di uno dei piloti più veloci e carismatici dell'ultimo decennio. I rumours si erano fatti incalzanti e Daniel nel post gara di Singapore non è riuscito a non lasciar trasparire tutta l'emozione che ha provato nell'uscire probabilmente per l'ultima volta dall'abitacolo di una Formula 1 in un Gran Premio. 

 

 


“Ci un sacco di emozioni perché sono consapevole che potrebbe essere finita” – ha dichiarato a Lawrence Barretto di F1TV – “Credo che sia anche stancante dopo la gara. C'è una marea di emozioni, sentimenti e stanchezza. L'abitacolo è qualcosa a cui mi sono abituato per molti anni. Volevo solo assaporare il momento”. E quando, in un'altra intervista, gli è stato chiesto se c'era sarebbe stato in pista ad Austin ha risposto che “c'era la realistica possibilità che non sarà così”. Parole che lasciano poco spazio ai dubbi: questa potrebbe davvero essere stata la 257esima ed ultima sua gara. Al suo posto nella Racing Bulls dovrebbe quasi certamente sedersi Liam Lawson, che già aveva sostituito Ricciardo lo scorso anno dopo l'infortunio alla mano di Zandvoort.

 

 

Eppure, soltanto due mesi fa le voci erano di tutt'altro tenore e Daniel era, a detta di molti, candidato addirittura a rimpiazzare Perez, non soltanto come alternativa per il 2025 ma anche già per la parte finale di questa stagione. Poi Christian Horner ha preferito non modificare gli equilibri interni alla squadra in un momento delicatissimo del campionato ma, a quanto pare, si è innescato un processo che dovrebbe portare ad un cambio in corsa, peraltro non una novità in casa Red Bull. 
Sia come sia, se questo è stato l'ultimo Gran Premio, Daniel ha lasciato con un passo d'addio da gran signore, mettendosi a disposizione di quella Red Bull che lo ha fatto crescere passo dopo passo nell'automobilismo sportivo per poi lanciarlo in Formula 1 e dargli la chance di provare a diventare campione del mondo. Quando, a quattro giri dalla fine, al muretto della Racing Bulls è arrivato il gentile invito a supportare la sorella maggiore nel tentativo di strappare a Lando Norris il punto addizionale destinato al detentore del giro più veloce, non ci sono state tante discussioni, peraltro giustamente visto che l'australiano navigava nelle retrovie senza alcuna possibilità di portare a casa qualche punto. Così la squadra diretta da Laurent Mekies ha richiamato per la terza volta al box la vettura numero 3 e gli ha montato il terzo set di Soft della gara con un obiettivo: migliorare l'1”34”925 di Norris. Lui non ha – presumibilmente – battuto ciglio e ha eseguito il compito al primo tentativo, fermando il cronometro sul tempo di 1'34”486. 

 

Avrebbe potuto fare orecchie da mercante, una sbavatura qui e una lì per perdere quei decimi sufficienti a non fare il tempo ma Daniel sa benissimo che gli è stata data una seconda opportunità dopo l'addio alla McLaren e che sarebbe stato un po' infantile non restituire con un piccolo sforzo qualcosa a una squadra che, tutto sommato, è stata tanta parte della sua carriera nelle corse. Magari questo punto tolto a Norris potrebbe rivelarsi decisivo per uno dei titoli iridati oppure essere totalmente ininfluente, chi può dirlo adesso: resterà comunque scritto negli almanacchi che il giro più veloce della quindicesima edizione del Gran Premio di Singapore lo ha ottenuto Daniel Ricciardo. In futuro, in tanti si ricorderanno che dietro quel piccolo primato apparentemente di poco conto c'è una storia molto più romantica da raccontare: quella di un gentiluomo che ha voluto salutare la sua famiglia sportiva con classe e rispetto.