F1 GP: Un inizio imperioso
Le prime tre gare della stagione hanno offerto un verdetto inequivocabile, coi campioni in carica Red Bull Racing e Max Verstappen che hanno proseguito a dominare la scena, così com'era accaduto per larga parte del campionato scorso, quasi come se questo 2023 fosse una sua continuazione. Il pilota olandese ha conquistato 69 punti su 78 (88,4%), il team diretto da Christian Horner ha fatto addirittura un pochino meglio, portando a casa l'89,1% del bottino a disposizione (123 punti su 138), grazie al contributo di Sergio Perez (55).
Titoli iridati già ipotecati quindi? Attenzione, perché proprio il confronto con le prime tre gare dello scorso anno induce alla cautela. Nel 2022 la Red Bull aveva raccolto meno della metà (55) dei punti di quest'anno, con Verstappen addirittura fermo a 25. In testa c'erano Charles Leclerc e la Ferrari, rispettivamente con 71 (quindi meglio del Verstappen '23) e 104 punti, con l'olandese addirittura sesto nella classifica Piloti. Un anno fa in tanti davano Maranello come favorita dopo le prime tre gare e poi abbiamo visto com'è andata a finire. Tante volte in questo sport si è visto come i rapporti di forza possono mutare velocemente: del resto, se torniamo poi indietro di due anni, scopriamo che anche allora chi era in testa dopo tre gare - nella fattispecie Lewis Hamilton, che aveva gli stessi punti che ha Max oggi – non riuscì a laurearsi campione del mondo.
Se poi aggiungiamo che la cancellazione del Gran Premio della Cina ha creato un buco di quattro settimane nel calendario come non si vedeva da decenni e senza alcuna limitazione in termini di tempo a disposizione – di risorse economiche sì... – ecco che cresce la curiosità per scoprire quali saranno i rapporti di forza a Baku. Da lì in avanti ci saranno cinque gare in sei settimane: al termine di quel ciclo ne sapremo sicuramente di più.
L'altra faccia della medaglia
Se a Milton-Keynes si guarda con grande soddisfazione al bilancio delle prime tre gare del 2023, l'altra faccia della medaglia si trova a 1500 chilometri a Sud-Est, a Maranello. Dopo un triennio di crescita costante, la Ferrari ha iniziato il 2023 col piede sbagliato: solo 26 i punti all'attivo, un quarto esatto di quelli raccolti lo scorso anno. E se Carlos Sainz ha limitato i danni, perdendo 13 punti da un anno all'altro, per Charles Leclerc il confronto è impietoso, con un bottino di punti passato da 71 a 6.
Peraltro, lo stesso discorso sulla velocità con cui cambiano i rapporti di forza fatto per la Red Bull vale anche per la squadra italiana. Attenzione a dare per spacciato un team che ha tutti gli elementi per tornare al vertice e che può quindi approfittare al meglio della pausa per cercare di uscire da una situazione complicata. Lo scorso anno i ferraristi arrivarono a Imola sulle ali dell'entusiasmo e da lì in avanti la situazione si fece sempre più ingarbugliata, chissà che quest'anno non succeda il contrario. Troppo tardi per lottare per il campionato? No, non ancora anche se il tempo stringe e la tendenza va in qualche modo invertita.
La grande sorpresa
Alzi la mano chi, alla vigilia dei test in Bahrain, avrebbe scommesso su una Aston Martin al secondo posto nella classifica Costruttori e su un Fernando Alonso tre volte consecutive sul podio. Invece siamo qui a celebrare giustamente una squadra che in tre Gran Premi ha conquistato dieci punti in più di tutti quelli portati a casa in 23 gare nel 2022 e un pilota che a 41 anni d'età ha superato quota cento podi in Formula 1 (il primo risale a 20 anni or sono...). Era dal 2006 che Fernando non aveva un inizio di stagione così buono: allora, erano i tempi della Renault, lo spagnolo vinse in Bahrain e in Australia e arrivò secondo in Malesia, lanciandosi in una cavalcata che si concluse col suo secondo titolo iridato. Difficile che la favola si ripeta ma sognare, anche alla sua età, non costa nulla!
Nell'ottimo inizio di stagione dell'Aston Martin non va dimenticato anche l'apporto di Lance Stroll, un pilota spesso sottovalutato ma che in tre gare ha saputo prima ottenere un buon sesto posto in Bahrain a pochi giorni da un serio infortunio che gli aveva impedito di fare l'unico test a disposizione e poi, dopo un ritiro a causa di un problema tecnico in Arabia Saudita, a Melbourne ha chiuso con un brillante quarto posto al termine di una gara solida e priva di errori. A Baku nel 2021 l'Aston Martin conquistò con Vettel (2°) il primo podio e il miglior risultato della sua storia: di sicuro a Silverstone stanno pensando a come fare poker.
A Melbourne il primo record dell'anno
La Formula 1 sta vivendo un boom di pubblico straordinario, sia in pista che davanti agli schermi, e il 2023 è iniziato subito con un primato. A Melbourne si sono infatti registrate 444.631 spettatori nei quattro giorni di spettacolo offerto, migliorando così di poco le 440.000 presenze complessive registrate ad Austin lo scorso anno,. Con un'offerta di cinque serie – oltre a F1, F2 e F3 c'erano infatti la Porsche Carrera Cup e il Supercars Championship - e di tante altre attività all'interno dell'Albert Park, gli organizzatori del Gran Premio d'Australia hanno messo insieme un programma di intrattenimento di altissimo livello, capace di attirare spettatori non soltanto da tutta l'Australia ma anche dall'estero.
Il record assoluto di presenze – perlomeno da quando vengono misurate con uniformità e attendibilità, vale a dire dal 2017 in avanti - è la conferma di come un Gran Premio deve essere visto non soltanto come un semplice – per quanto importante – evento sportivo ma come un'occasione unica di intrattenimento per un pubblico sempre più vasto e non necessariamente interessato soltanto alla competizione in pista. In un mondo dove l'offerta di intrattenimento è sempre più vasta, che sia fisica o digitale, diventa cruciale saper offrire ogni giorno qualcosa di attraente e spettacolare. È per questo motivo che gli sforzi che F1, insieme a FIA e alle squadre, stanno facendo per sperimentare nuove idee – vedi, ad esempio, le gare Sprint e le modifiche ad esse collegate in preparazione per l'appuntamento di Baku – vanno in una direzione non soltanto giusta ma necessaria, pena il rischio di diventare uno sport di nicchia. Quando si parla di DNA della Formula 1 da difendere, si dimentica che la genetica insegna che il DNA non è immutabile ma si evolve, vuoi spontaneamente vuoi per l'azione di agenti esterni: vale per ogni specie vivente e, per la proprietà transitiva, anche per le attività umane...
Primi segnali
Uno dei principali obiettivi del budget cap era fare in modo che le differenze fra le varie squadre fossero più limitate e, conseguentemente, i Gran Premi potessero essere più combattuti: ma è davvero così? All'inizio del terzo anno dall'entrata in vigore del Regolamento Finanziario FIA, esteso in questa stagione anche alla power unit, è possibile provare a dare una prima risposta. Un possibile indicatore oggettivo sono i risultati delle qualifiche, quando tutti i team e i piloti sono teoricamente nelle stesse condizioni.
Se si mettono a confronto i tempi dei primi tre Gran Premi di quest'anno con quelli del 2022 si vede come la differenza fra i più veloci e i più lenti si sia ridotta. In Bahrain in Q1 fra il tempo del più veloce, Carlos Sainz, e quello del più lento, Pierre Gasly, ci sono 1”188: un anno prima, sulla stessa pista, la differenza era stata di 2”163. Sul tracciato cittadino di Gedda apparentemente i rapporti di forza sono rimasti invariati (1”686 nel 2023, 1”688 nel 2022) ma soltanto grazie all'exploit di Verstappen, che ha rifilato quasi mezzo secondo al compagno di squadra Sergio Perez. Fra il secondo classificato della prima fase delle qualifiche e il ventesimo, Lando Norris, c'è stato infatti un divario di 1”203. E veniamo a Melbourne: nel 2022 fra Verstappen e Latifi c'erano 3”152 mentre quest'anno fra lo stesso olandese e Valtteri Bottas (19° e ultimo a ottenere un tempo significativo) ci sono stati 1”330.
Anche in un'analisi di Q3, quando ogni calcolo viene meno, si evidenzia un maggior equilibrio. Nelle prime tre qualifiche di quest'anno queste sono state le differenze fra il pole man e l'ultimo ad ottenere un tempo nei dieci minuti finali: 1”276 a Sakhir, 1”092 a Gedda, 1”003” a Melbourne. Nel 2022 si era partiti dall'1”780 del Bahrain per arrivare all'1”540 dell'Australia passando per l'1”388 dell'Arabia Saudita.
Forse tre gare non sono ancora sufficienti e i parametri non sono garanzia di certezze per trarre conclusioni definitive ma qualche segnale si comincia a vedere.