Un affare di famiglia
Un paese relativamente piccolo - meno di venti milioni di abitanti come i Paesi Bassi è in grado di essere molto competitivo sul piano sportivo, come hanno dimostrato una volta ancora i recenti Giochi Olimpici di Parigi, dove è classificato al sesto posto assoluto nel medagliere con 34 medaglie, di cui ben 15 d'oro. Nel calcio gli Orange hanno vinto una volta il Campionato Europeo (1988) e tre volte (1974, 1978 e 2010) sono arrivati nella finale della Coppa del Mondo mentre a livello di club sei volte una squadra dei Paesi Bassi (quattro l'Ajax Amsterdam, una ciascuna il Feyenoord Rotterdam e il PSV Eindhoven) ha vinto la Champions League (o Coppa dei Campioni, come si chiamava una volta).
Nella storia della Formula 1 i titoli mondiali conquistati da un pilota olandese sono stati finora tre, conditi da 61 vittorie, 40 pole position, 32 giri più veloci in gara, 109 piazzamenti sul podio e 2.892,5 punti (ottavo posto nella classifica assoluta per nazioni) su un totale di 461 partecipazioni ad un Gran Premio (dodicesimo posto). Un bottino ragguardevole, frutto peraltro quasi esclusivamente del contributo di una sola famiglia, i Verstappen, soprattutto del più giovane, Max. Tutti suoi sono i titoli iridati, le vittorie, le pole position e 107 dei 109 piazzamenti sul podio. I due rimanenti? Di papà Jos, due volte terzo nel 1994 – anno in cui correva nella Benetton-Ford insieme a Michael Schumacher – nei Gran Premi di Ungheria e Belgio. Anche per quanto riguarda i punti conquistati, la famiglia Verstappen fa la parte del leone: 2.863,5 quelli portati a casa da Max, 107 da Jos. Soltanto altri quattro piloti olandesi hanno raccolto dei punti iridati: in ordine decrescente, Carel Goudin de Beaufort e Christjian Albers (quattro ciascuno), Gijs van Lennep e Nyck de Vries (due ciascuno).
Anche come Gran Premi disputati i Verstappen stanno scrivendo in prima persona quasi tutte le pagine della storia dei Paesi Bassi nella massima competizione automobilistica. Max correrà questo fine settimana la sua duecentesima gara mentre Jos è l'unico altro pilota olandese ad aver disputato più di 100 Gran Premi (107). Al terzo posto c'è, lontanissimo, Albers (46).
Considerato che proprio giovedì Max ha dichiarato di aver già superato la metà dei Gran Premi che intende correre, su cosa devono contare i tifosi olandesi per pensare di poter gioire prima o poi per un pilota di casa una volta che Max deciderà di divertirsi in un altro modo? Sulla carta, l'opzione migliore è sperare in un rapido desiderio di paternità del tre volte campione del mondo, visto che nel DNA di famiglia talento e velocità sembrano proprio esserci in abbondanza. Nel concreto, confidare che l'entusiasmo suscitato dagli straordinari risultati di Max – non soltanto basta venire qui a Zandvoort nel weekend del Gran Premio per toccare con mano la passione con cui un intero popolo sembra seguire il suo idolo ma anche osservare la marea orange nelle tribune di quasi tutti i Gran Premi europei – possa orientare sempre di più dei giovanissimi talenti a cimentarsi nelle corse automobilistiche. Come, ad esempio, sta facendo il dodicenne Dean Hoogendoorn, che da oggi è entrato a far parte della Williams Racing Driver Academy. Sarà lui ad infiammare il pubblico di Zandvoort fra dieci anni?