Sulle orme di Piero Taruffi
Quando Andrea “Kimi” Antonelli ha lasciato per la prima volta la pit-lane nella prima sessione di prove libere non soltanto ha riportato un italiano in un evento ufficiale di Formula 1 dopo un'assenza di quasi tre anni (l'ultimo era stato Antonio Giovinazzi con la Sauber ad Abu Dhabi 2021) ma ha anche rinnovato un rapporto diretto– quello fra la Mercedes e i piloti tricolori – che nella massima competizione automobilistica aveva vissuto proprio a Monza il suo apice.
Fu infatti sul Tempio della Velocità che, nel 1955, Piero Taruffi ottenne un ottimo secondo posto nella sua seconda ed ultima apparizione con le Frecce d'argento, alle spalle del campione del mondo Juan Manuel Fangio. Fu un arrivo in parata quello delle Mercedes, al termine di una corsa dominata in lungo e in largo dall'argentino.
Per Taruffi - che aveva esordito nel Mondiale Piloti con la squadra tedesca nel precedente Gran Premio di Gran Bretagna, corso ad Aintree, dove aveva tagliato il traguardo al quarto posto - quello di Monza fu l'ultimo dei cinque piazzamenti sul podio in Formula 1, categoria in cui disputò in totale 18 Gran Premi, dal 1950 al 1956: il miglior risultato fu il successo colto con la Ferrari nel Gran Premio di Svizzera 1952 ma il nome di Taruffi, protagonista su due e quattro ruote a partire dagli anni Trenta, rimane legato al successo nella Mille Miglia del 1957, l'ultima edizione di una corsa straordinaria ma legata ad una dimensione delle gare automobilistiche che stava ormai scomparendo.
Al di là dell'amarezza per aver commesso un errore che lo ha fatto finire contro le barriere di protezione della Parabolica, per Antonelli quella di oggi resterà una giornata da ricordare per tutta la vita. In tanti pronosticano per il neodiciottenne di Bologna un futuro radioso: quello che è certo è che l'Italia intera aspetta da una vita un pilota di casa che possa farla sognare. Anche senza vestire necessariamente una tuta rossa…