Singapore, un tabù da sfatare per Verstappen
Max Verstappen ha vinto 61 gare e ha conquistato 40 pole position ma a Singapore non è mai riuscito a issarsi in cima alla classifica finale né il sabato né la domenica in sette partecipazioni. Fra tutte le 32 piste su cui ha corso nella massima serie soltanto su sei l'olandese non ha ottenuto vittorie o pole: oltre a Singapore in questa lista nera figurano Sochi, Istanbul, Mugello, Nürburgring e Portimao. Visto che in Turchia, Italia, Germania e Portogallo ci ha corso solamente sporadicamente nel biennio segnato dal COVID, l'unico confronto statisticamente significativo è quello relativo al tracciato russo, dove Max ha corso sette volte, peraltro non nelle due annate – 2022 e 2023 – dominate in lungo e in largo. In questi due anni, Max non è invece riuscito a vincere a Marina Bay: nel primo caso fu il compagno di squadra Sergio Perez ad imporsi mentre lo scorso anno Carlos Sainz inflisse alla Red Bull l'unica sconfitta di una stagione magica.
Perché quindi un'accoppiata straordinaria come quella fra il talento olandese e una delle squadre più vincenti di questo secolo non ha ancora fatto veramente click a Marina Bay? Innanzitutto, questa è una pista che spesso e volentieri ha riservato sorprese, basta guardare il suo albo d'oro e leggerlo alla luce di chi ogni anno aveva il miglior pacchetto a disposizione. Nel 2008 vinse a sorpresa Fernando Alonso con la Renault e anche se quel successo si trascina dietro ancora un alone a dir poco sospetto, lo spagnolo fino a quel momento della stagione era stato tutt'altro che competitivo in un campionato dominato da Ferrari e McLaren. E vogliamo parlare del 2009? Fra Brawn GP e Red Bull agli altri restarono le briciole ma la McLaren di Lewis Hamilton riuscì ad imporsi tre volte, una di queste proprio a Singapore grazie ad un giro di qualifica straordinario.
Nel 2015 l'unica gara che non vide un pilota della Mercedes sul podio fu proprio questa, con la Ferrari di Vettel vincitrice davanti a Ricciardo (Red Bull) e all'altro ferrarista Raikkonen. Stesso copione anche nel 2019, un altro anno caratterizzato dal dominio della stella a tre punte ma che a Singapore conobbe la terza sconfitta consecutiva dalla Ferrari dopo quelle di Spa e Monza, ancora per mano di Vettel.
Quello di Marina Bay è un circuito particolare, dove trovare il bilanciamento giusto è tutt'altro che facile e dove la gestione delle gomme è molto particolare. Inoltre, come in tutti i circuiti cittadini, l'aleatorietà legata alle possibili neutralizzazioni è molto elevata così come la possibilità che uno scroscio di pioggia possa arrivare praticamente inaspettato, come di norma in questa parte del mondo. Così anche chi arriva a Singapore da favorito spesso ci lascia le penne, il che non fa che accrescere il fascino di un Gran Premio che ha aperto una nuova frontiera, quella delle gare in notturna.
Ce la farà quest'anno Max Verstappen a sfatare il tabù di Marina Bay? Venerdì notte dopo le prime due ore di prove libere in pochi ci avrebbero scommesso ma Max, nonostante le difficoltà della Red Bull in questa fase della stagione, evidenziate dal tredicesimo posto in qualifica di Perez, ha saputo sparigliare le carte grazie al suo incredibile talento. Non è stato sufficiente a cancellare lo zero nella casella delle pole position ma il secondo posto conquistato sulla griglia di partenza lo mette in ottima posizione per provare a giocarsi domani le sue chance.
Non sarà affatto facile, perché anche oggi Norris è sembrato essere una spanna davanti a tutti ma lui è lì, pronto ad approfittare di ogni incertezza dell'inglese. E, visto come sono andate le partenze quest'anno tutte le volte che i due si sono trovati fianco a fianco senza nessuno davanti fra loro e la prima curva c'è da essere certi che la pressione si farà sentire più nelle mani e nei piedi del pilota della McLaren che di quelli del tre volte campione del mondo.