On this week #49: Robert Kubica
Sabato 7 dicembre Robert Kubica compie quarant'anni. Nato a Cracovia (Polonia) nel 1984, il suo nome è diventato un simbolo di speranza e perseveranza, non soltanto nel mondo dell'automobilismo sportivo ma anche per milioni di persone in tutto il mondo.
La sua carriera sportiva ha vissuto uno spartiacque decisivo il 6 febbraio 2011. Quel giorno Robert finì contro il guardrail durante una tappa del rally Ronde di Andora, in Italia, riportando ferite gravissime. Mancavano poche settimane all'inizio della stagione di Formula 1, che avrebbe disputato con la Renault, la squadra con cui correva già dal 2010. Soprattutto, aveva già concluso un accordo – non ancora reso ufficiale – con la Scuderia Ferrari per diventare il compagno di squadra di Fernando Alonso, a partire dal 2012. Invece, da quel giorno, Kubica dovette affrontare il dolore fisico e le innumerevoli operazioni volte a riparare l'avambraccio destro gravemente danneggiato. Dovette anche affrontare il trauma intangibile che lo avrebbe colpito nei momenti di solitudine - la convalescenza nel letto d'ospedale, i giorni passati ad accettare di non essere più in grado di girare il volante con la forza o la velocità necessarie, o le ore più buie in cui fu avvolto dal dubbio schiacciante di poter tornare a fare ciò per cui aveva lottato fin da bambino. La consapevolezza che una carriera di enorme successo, che lo aveva visto sul punto di correre per la Ferrari in F1, era apparentemente finita.
Non fu così. Robert trasformò l'aggressività e la determinazione che aveva in pista nell'energia necessaria per dargli la spinta per tornare ad essere quello che aveva sempre voluto, un pilota di Formula 1. Dopo anni di riabilitazione, dolore e sacrificio, ha compiuto l'impensabile, completando un percorso che lo aveva visto tornare prima ad una vita normale, poi all'attività agonistica - disputando diverse gare nel Campionato Mondiale Rally e anche in altre categorie nel periodo 2013-2016 - infine, a guidare una monoposto di Formula 1 in un Gran Premio. Dopo alcuni test nel 2018, Robert si guadagnò un ingaggio con la Williams per il 2019. Era uno dei periodi più bui nella storia della squadra inglese: fra il 2018 e il 2022 quattro volte la Williams si classificò all'ultimo posto nella classifica Costruttori e, nell'anno in cui Robert corse per il team che negli anni Ottanta e Novanta aveva collezionato titoli iridati conquistò un solo punto, proprio grazie al decimo posto del polacco a Hockenheim.
Kubica aveva ottenuto quello che voleva: dimostrare di poter essere ancora un pilota di Formula 1, di poter dire la sua nella massima competizione automobilistica. Nel triennio successivo, assunse il ruolo di terzo pilota nella Sauber colorata Alfa Romeo, tornando così a respirare l'aria di casa, quella della squadra di Hinwil con cui aveva debuttato nel 2006 e con cui aveva lottato per il titolo nel 2008, quando correva come squadra ufficiale della BMW. Nella sua seconda vita in Sauber si tolse la soddisfazione di correre altri due Gran Premi – a Zandvoort e a Monza nel 2021, in sostituzione di Kimi Raikkonen – per poi dedicarsi completamente, a partire dal 2023, ad una nuova dimensione della sua incredibile storia, quella nel WEC. Nel frattempo, aveva già vinto un titolo nell'European Le Mans Series 2021 sfiorando anche l'impresa alla 24 Ore di Le Mans: soltanto un guasto all'ultimo giro lo privò della soddisfazione di vincere la corsa nella categoria LMP2. Dopo un altro secondo posto a Le Mans e il titolo iridato con il team WRT nella stessa categoria, da quest'anno è finalmente riuscito a raggiungere l'obiettivo di correre per il Cavallino Rampante: non in F1 ma nella categoria Hypercar del WEC, nel team privato di AF Corse che corre con la magnifica 499P con cui ha vinto ad Austin. Sempre quest'anno, ha bissato il successo nella ELMS, arrivando così a quota quattro titoli vinti contando anche quel successo nella Formula Renault 3.5 del 2005, nella sua prima vita agonistica.
Al traguardo dei quarant'anni Robert arriva ancora con tanta voglia di correre e di vincere. Nella sua carriera automobilistica ha disputato finora 253 gare, vincendone 21 e salendo sul podio 62 volte (fonte: driverdb.com). In F1 ha corso 99 volte. Una sola la vittoria – in Canada nel 2008 – e una la pole position – in Bahrain lo stesso anno – con dodici piazzamenti sul podio e un quarto posto come miglior piazzamento nel campionato Piloti.
“L'incidente ha sconvolto la mia vita, ma sono consapevole che se ci fosse stato qualche centimetro in più non sarei qui a parlarne” - disse Robert nel 2018 in un'intervista con AUTO, la rivista ufficiale della FIA, in occasione di un test con la Renault a Budapest – “Il lavoro più grande che ho dovuto fare è stato nella mia testa. Ci sono stati momenti terribili in cui non mi sentivo più all'altezza. È stato peggio di un dolore fisico, ma ora posso finalmente sentirmi in pace con me stesso, perché sono tornato a essere quello che ero: un pilota di Formula Uno”.
Oggi, Robert Kubica è molto più di un pilota di talento: è un uomo che ha trasformato le avversità in trionfo, un esempio vivente di come la passione e la determinazione possano superare ogni ostacolo. Il suo viaggio, pieno di alti e bassi, non è solo la storia di un campione, ma un inno alla forza dello spirito umano. Non corre solo per vincere; corre per dimostrare che nulla è impossibile. E ogni volta che sale in macchina, il rombo del motore racconta la storia di un eroe che non si è mai arreso.
Buon compleanno Robert!