On this week #31: il GP di Germania del 1965 | Pirelli

On this week #31: il GP di Germania del 1965

 

Il 1° agosto 1965 Jim Clark vinse il Gran Premio di Germania, settima prova del Campionato del Mondo di Formula 1 in programma sul circuito del Nürburgring, e si aggiudicò così il secondo dei tre titoli iridati conquistati in Formula 1 quando ancora mancavano tre gare da correre. Si sarebbero dovuti attendere poco meno di 37 anni – nel 2002 con Michael Schumacher - per avere un campione del mondo così presto nell'anno.

Clark era arrivato in Germania dopo aver vinto tutte e cinque le gare disputate fino ad allora (Sudafrica, Belgio, Francia, Gran Bretagna e Olanda) e soltanto Graham Hill con la BRM era ancora teoricamente in lizza per contendergli il titolo.

L'unico zero in classifica, quello di Monte Carlo, era dovuto al fatto che aveva scelto di sacrificare quel Gran Premio per inseguire il sogno di vincere la 500 Miglia di Indianapolis, impresa che gli era sfuggita nei due anni precedenti: ne valse la pena perché lo scozzese riuscì finalmente ad imporsi, dominando praticamente per tutta la gara e portando così per la prima volta una monoposto, la Lotus-Climax, col motore in posizione centrale-posteriore a vincere a Indy.

Poteva quindi permettersi di gestire la situazione ma lo scozzese voleva chiudere il prima possibile il discorso campionato, senza lasciare alcuna possibilità agli avversari. Il weekend del pilota della Lotus sull'Inferno Verde fu praticamente perfetto, come del resto era stata quella stagione. Pole position, gara condotta in testa dall'inizio alla fine, giro più veloce: l'ottavo ed ultimo Grande Slam della sua carriera nella massima competizione automobilistica era così completato. Sul podio insieme a lui salirono Hill e Dan Gurney (Brabham-Climax) al termine di una gara in cui solo otto dei 21 partenti riuscì ad arrivare al traguardo.

A festeggiare il bis iridato non fu soltanto Clark ma anche la Lotus che, così com'era accaduto due anni prima, vinse il titolo riservato ai Costruttori. Fu il culmine della stagione per entrambi: da lì in avanti iniziò un periodo in cui tutto quello che poteva andare storto lo faceva, tanto che nelle tre rimanenti gare Clark non raccolse nemmeno un punto, classificandosi soltanto una volta decimo a Monza, e la squadra racimolò solamente quattro punti nell'ultimo Gran Premio grazie al terzo posto di Mike Spence. Per fortuna di Colin Chapman, in quella stagione si contavano per il campionato soltanto i migliori sei risultati stagionali: fosse stato in vigore il regolamento attuale, la BRM avrebbe superato la Lotus di tre lunghezze (61 a 58), invece di finire seconda con un ritardo di nove (45 a 54)!