L'impronta di Sainz in un Mondiale in equilibrio
Carlos Sainz è il quinto pilota ad aver conquistato la pole position in questa stagione. Lo spagnolo si è iscritto a questo speciale club al termine di una qualifica che lo ha visto rimanere sempre nelle primissime posizioni in Q1 (secondo tempo) e in Q2 (terzo) prima di sbaragliare la concorrenza in Q3: suoi sia il primo che il secondo crono assoluti dell'ultimo segmento. A Città del Messico Il ferrarista è sembrato in forma sin dalla prima volta in cui ha messo le ruote fuori dal box e adesso ha la grande opportunità di bissare il successo di Melbourne. Non è certamente la prima volta che Carlos lotta per la pole ma per un motivo o per l'altro quest'anno gli era sempre sfuggita: era da Singapore 2023 che non riusciva a fare tutto alla perfezione, com'è accaduto oggi. E allora, il giorno dopo, era arrivata una straordinaria vittoria, l'unica di un pilota non Red Bull nella stagione.
Ci sono tutte le premesse quindi per un bis, anche perché la SF-24 sembra in ottima forma. Dal Gran Premio d'Italia in avanti sono arrivate due pole (Baku e Città del Messico) e altrettante vittorie (Monza e Austin) con Leclerc, condite dai due secondi posti in Azerbaigian col monegasco e in USA con lo spagnolo. Certo, come del resto ha confermato con sincerità nella conferenza stampa di ieri, per Carlos è un momento particolare. La squadra sta crescendo, è in piena lotta per il titolo Costruttori e il trend intrapreso non può che far pensare che l'anno prossimo possa essere quello giusto. Eppure, Carlos è stato un elemento fondamentale nel progressivo ritorno della Ferrari ai vertici ma l'anno prossimo non sarà più vestito di rosso e dovrà, in un certo senso, ricominciare daccapo il cammino verso quel titolo mondiale che rimane il suo sogno. Ma questa è un'altra storia.
La pole di Sainz è un'ulteriore conferma del grande equilibrio di questa stagione. Lo spagnolo è il quinto pilota ad andare in pole e la Ferrari è la prima squadra ad essere riuscita a primeggiare in qualifica con due suoi piloti. Era dal 2012 che la squadra con più pole non superava il 40% del totale. Allora furono addirittura due team – Red Bull e McLaren – a chiudere l'anno con più pole (otto ciascuna) e i piloti che riuscirono a partire almeno una volta dalla prima posizione della griglia furono sette, in rappresentanza di cinque squadre (le altre tre furono Ferrari con due pole, Mercedes e Williams con una ciascuno). Oggi la squadra di Milton Keynes è ancora prima con otto pole su 21 ma è dal Gran Premio d'Austria che non riesce più a partire davanti a tutti. La McLaren è seconda (6) seguita da Ferrari (4) e Mercedes (2).
Che questa stagione sia particolarmente equilibrata lo dicono tutte le statistiche, non soltanto quelle delle pole position. I piloti che hanno vinto almeno una gara sono sette: dei top team manca all'appello soltanto Sergio Perez. La Red Bull è in testa grazie alle otto vittorie di Max Verstappen, seguita dalla McLaren (cinque, tre con Norris e due con Piastri) e da Ferrari e Mercedes, ciascuna con tre successi all'attivo (tre Leclerc, due Hamilton, uno Sainz e uno Piastri). Le quattro squadre si dividono anche tutti i 57 piazzamenti sul podio fin qui assegnati, con la McLaren che guida la classifica con 18, seguita dalla coppia Ferrari-Red Bull (16) e dalla Mercedes (7). In questa classifica compare anche Perez, ieri umiliato nella gara cui tiene di più, che è salito sul podio quattro volte nelle prime quattro gare (Bahrain, Arabia Saudita, Australia e Cina): da Miami in avanti è iniziata una crisi di risultati che sembra proprio non avere fine e che ha messo in serio pericolo le chance della Red Bull di confermarsi campione, visto che domani è abbastanza verosimile che scivolerà al terzo posto: i punti di vantaggio sulla Ferrari sono solo otto e là davanti sulla griglia Verstappen è solo soletto contro una muta di avversari….