Il re cool del Ferrari Challenge
Incontro con l'olandese ‘Fonz'
Se c'è un nome che identifica il cool, questo è il Fonz. E dato che il Ferrari Challenge è specializzato in happy days, non sorprende quindi che si trovi proprio qui. Stiamo ovviamente parlando dell'olandese Fons Scheltema, che – avendo corso nella serie equipaggiata Pirelli dal 2005 – è uno dei veteran nel Ferrari Challenge.
“Suona decisamente meglio di vecchio!” ride. Ma la sua esperienza senza pari lo pone in una posizione unica per delineare l'evoluzione della serie, dato che ha corso con tutti e quattro i modelli Ferrari più recenti.
Il suo debutto in campionato, 13 anni fa, è stato con una Ferrari 360 Challenge: l'ultima stagione in cui quella macchina fu usata, dopo aver sostituito l'originaria 348. Allora, la 360 Challenge erogava 400 CV dal suo motore V8 3.5 litri. Nel 2006 entrò a far parte della nota squadra svizzera Kessel Racing – dove è sempre rimasto – e ha guidato la 430, passata a 490 CV. Poi è stata la volta della Ferrari 458 (dal 2011, 570 CV) e da quest'anno della 488, che nella sua versione Evo è la spina dorsal del Ferrari Challenge: l'ultima espressione del monomarca globale Ferrari. Eroga la bellezza di 670 CV da un V8 turbo 3.9 litri.
“Nessun dubbio, la 488 Evo è la mia preferita tra tutte”, dice Fons. “E' così veloce, con così tanto carico, che rende qualunque altra macchina da pensionato. E, cosa più importante, guidarla ti trasmette emozione. Ecco perché tutti amano la Ferrari.”
Made in Italy. Attraverso l'Olanda
Il suo passaporto sarà anche olandese, ma il suo cuore è italiano: made in Maranello. Fons si è innamorato la prima volta della Ferrari quando comprò una F40 – la macchina per cui i pneumatici P Zero furono originariamente progettati, nel 1987 – poco prima di iniziare a correre nel 2005. “Ho avuto la fortuna di comprare la F40 in un periodo in cui erano ancora relativamente a buon mercato”, dice. “ E quella macchina mi ha portato a correre. Non avevo esperienze di corse prima di iniziare nel Ferrari Challenge, ma basta guidare una F40 su strada per imparare alcune cose. È una vera belva, vero?”.
Quella F40 è ancora oggi una delle cose cui tiene di più. Non la guida spesso, ma la domenica se è a casa la tira fuori dal garage (senza avviare il motore, per evitare problemi meccanici) e sta lì a osservarla mentre beve un caffè. Espresso, naturalmente.
“Per me è la macchina per eccellenza ed è stata lei a farmi correre con una Ferrari. Da allora non ho mai smesso, ma in tutto questo tempo in cui ho corso nel Ferrari Challenge ho notato molti cambiamenti. È cresciuto in fretta – adesso ci sono circa 25 vetture in ogni categoria – ci sono molte più prestazioni e, sorpattutto, il livello è diventato molto più professionale. Non dico che sia mai stato facile, ma desso corri contro piloti che sono stati campioni nel monomarca Porsche e che nel tempo libero guidano delle vecchie F1. Per un rookie arrivare adesso è davvero difficile. Fortunatamente, adesso ho un po' di esperienza, oltre a un ottimo feeling con Ronnie Kessel e tutti i suoi uomini, un team fantastico con cui correre”.
Passione e potenza
Quell'esperienza gli è servita bene. Fons ha fatto il primo podio nel 2007, a Monza e sotto la pioggia. “Dicono che se sai guidare con la pioggia, puoi farlo ovunque”, ricorda Fons. “Ma la vera emozione fu quando firmai il libro dei piloti a podio e poi d'improvviso il mio nome era là, con quelli di Schumacher e Lauda: fu un'emozione unica. Ecco quello che ti dà il Ferrari Challenge. Non penso che lo si possa avere da un'altra Casa automobilistica”.
Anche il suo circuito preferito è italiano, il Mugello: uno dei più tecnici in calendario (ed è anche dove furono testate per la prima volta i pneumatici di F1 Pirelli, nell'agosto 2010). “Ma è davvero difficile scegliere un circuito, perché il campionato mi ha portati in posti davvero incredibili”, aggiunge. “Daytona – con la serie Americana - Silverstone, Spa-Francorchamps, Imola. Tutti i classici insomma”.
La sua prima gara nel Ferrari Challenge nel 2005 fu a Hockenheim: sbagliò la partenza e si ritrovò ultimo al primo giro, ma alla fine arrive a metà gruppo. “Fu allora che pensai che potevo farlo, anche se ero un debuttante. Da lì ha preso il via tutto”.
Da allora tre vittorie, cinque giri veloci e sei pole position, oltre a una vittoria di classe nel 2012, ma c'è un permio che manca ancora a questo carismatico olandese: il Titolo dell'European Ferrari Challenge.
“Per me ci sono prospettive interessanti, come correre in GT3 e gare di durata, ma voglio ancora vincere il Titolo del Ferrari Challenge europeo”, conclude. “Come imprenditore, voglio sempre migliorare nella vita. E quando corro è lo stesso”.