Il primo Gran Premio della storia: Nino Farina, Alfa Romeo e Pirelli trionfano
Quattro Alfa Romeo scaldano i motori sotto un azzurro cielo inglese di primavera. Dopo aver dominato le qualifiche, sono tutte in prima fila, come prevede il regolamento a quel tempo, e si preparano a correre il primo Gran Premio del Campionato del Mondo di Formula 1 sul circuito di Silverstone. Alla guida delle monoposto ci sono le tre effe, Farina, Fagioli e Fangio, e il pilota britannico Reg Parnell, schierato dall'Alfa in omaggio al paese ospitante. È il 13 maggio 1950 e la gara vale anche come Gran Premio d'Europa per quell'anno.
Circa 120mila persone, tra cui Re Giorgio VI in persona, sono presenti sulle tribune e a bordo pista, e anche tra i piloti si distinguono individui di un certo lignaggio, come il barone svizzero Emmanuel Toulo de Graffenried, vincitore l'anno prima a Silverstone, e il principe thailandese Birabongse Bhanudej Bhanubandh, per gli amici prince Bira, alla guida di una Maserati. C'è anche un musicista jazz, il belga Johnny Claes, con una Talbot. Le grandi assenti sono invece le Ferrari, che hanno deciso di saltare la prima gara assoluta Mondiale per perfezionare la 275 F1 con motore aspirato in Belgio, ma anche in polemica con l'ingaggio molto basso messo a disposizione dagli organizzatori. Correranno nelle restanti sei gare valide per quel primo Mondiale, senza riuscire comunque a intaccare la leadership dell'Alfa Romeo, dominante sin dall'esordio del 13 maggio sul circuito di Silverstone, con le sue Alfetta 158 gommate Pirelli Stella bianca a tele incrociate.
Il 1950 è l'anno del primo Mondiale ufficiale di Formula 1, perché fino a quel momento nessuno ha mai aggregato i vari Gran Premi nazionali in un'unica competizione globale. C'è stato, negli anni Trenta, il Campionato europeo di automobilismo, ma è solo dal 1947 che la Commissione sportiva internazionale, antenata della Fia, si mette in testa di creare un campionato mondiale destinato alle monoposto. Dopo tre anni di tentativi, nel 1950 l'organizzazione riesce. Se le gare sono 23 in tutto, solamente sette valgono per il campionato: il Gp di Gran Bretagna, corso a Silverstone, il Gran Premio di Montecarlo, la 500 Miglia di Indianapolis, il Gran Premio di Svizzera, quello del Belgio, a Spa, il Gran Premio di Francia e, come chiusura, quello italiano, all'autodromo di Monza.
La presenza di una gara statunitense è un'idea degli organizzatori per cercare di unire il mondo dei motori americano a quello europeo, ma si rivelerà un flop: gli americani non verranno a correre in nessuna delle gare nel Vecchio Continente e gli europei non correranno a Indianapolis. La 500 Miglia è anche l'unica delle sette gare non vinte dall'Alfa Romeo: Fangio e Farina si spartiranno le sei tappe europee con tre vittorie per ciascuno.
La pista britannica è stata ricavata dall'aeroporto militare Raf Silverstone, nato nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale. Sulle tre piste di decollo, disposte a triangolo, ci sono tre rettilinei veloci, che uniti dalle vie perimetrali dell'ex aeroporto formano il circuito. Il 13 maggio 1950, nella prima gara del Mondiale, come detto partono in prima fila le Alfa Romeo: «Prime le quattro Alfa 158, le Alfette, che subito rivelano l'impazienza di divorare la pista. Un rettilineo lunghissimo, veramente a perdifiato, più di quanto correrebbe un gigantesco aereo per prendere il volo», racconta un servizio girato in bianco e nero quel giorno.
La gara è un monologo della casa automobilistica italiana: Farina, Fagioli e Fangio battagliano inizialmente per il primo posto tra sorpassi e contro-sorpassi, poi al 62esimo giro l'argentino è costretto a ritirarsi per un problema di lubrificazione. Alla fine arriverà davanti a tutti Giuseppe Farina, pilota talentuoso, laureato in Scienze politiche, donnaiolo e fumatore incallito di sigari (a volte anche alla guida). Quel giorno a Silverstone Nino, come tutti chiamano Farina, con l'Alfetta 158 gommata Pirelli stella bianca, compie la prima, storica tripletta: pole, giro veloce e vittoria. Dietro di lui arrivano i compagni Fagioli, staccato di 2 secondi e 6 decimi, e Parnell, distante quasi un minuto. Al termine della stagione, con il Gran Premio d'Italia a Monza, Farina vincerà pure la classifica generale, diventando il primo campione del mondo di Formula 1, davanti a Fangio, che si rifarà vincendo cinque dei successivi sette mondiali. Sull'albo d'oro, vicino al nome di Nino Farina e della sua auto, c'è Pirelli, protagonista in Formula 1 sin dalla prima volta.