Il peso di Verstappen nella storia Red Bull | Pirelli

Il peso di Verstappen nella storia Red Bull

 

Barcellona sembra essere una tappa importante nella carriera di Max Verstappen. Sulla pista alle porte della città catalana Max colse la sua prima vittoria in Formula 1: il 15 maggio di otto anni fa, quando aveva poco più di 18 anni, divenne il più giovane vincitore di un Gran Premio nella storia di questo sport. Oggi, quando gli anni di età non sono nemmeno 27, il tre volte campione del mondo è salito per la sessantunesima volta sul gradino più alto del podio, dando alla sua squadra la centoventesima vittoria nella massima competizione automobilistica. Ciò significa che Max da solo ha conquistato poco più della metà dei successi della Red Bull in Formula 1, dimostrando una volta di più quanto sia determinante il suo contributo nei successi nella squadra diretta da Christian Horner, non soltanto sul piano squisitamente tecnico e sportivo ma anche storico.

 

Soltanto cinque piloti sono riusciti a vincere con una monoposto disegnata a Milton Keynes ed uno solo, Sebastian Vettel, oltre a Max, è riuscito ad arrivare in doppia cifra (38 vittorie). Il tedesco è ancora davanti all'olandese per quanto riguarda i titoli iridati ma come singoli successi rischia già di essere doppiato il prossimo anno dopo essere stato scavalcato da Max alla fine del 2023 al terzo posto nella classifica assoluta delle vittorie. Briciole per gli altri tre: gli australiani Mark Webber (9 vittorie) e Daniel Ricciardo (7), il messicano Sergio Perez (5), l'unico che ha ancora qualche residua speranza di dare il suo contributo alla causa.

Pesa tanto quindi Verstappen nella storia di un team che, alla sua ventesima stagione in Formula 1, è già diventato il quarto per numero di Gran Premi e di titoli iridati Piloti vinti. Quanto rispetto alla storia delle altre squadre storiche? Ferrari e Mercedes sono state caratterizzate da piloti dominanti ancor più di quanto non accada con la Red Bull. La Scuderia ha ottenuto 72 delle sue vittorie grazie a Michael Schumacher ma in percentuale (29,4%) il contributo del sette volte campione del mondo è stato inferiore a quello di Verstappen, visto che la squadra di Maranello di successi ne ha messi insieme – peraltro in un periodo molto più lungo (74 anni) – ben 245. Detto questo, è enorme la differenza fra il numero dei successi in rosso di Michael e quello del secondo pilota più vittorioso, vale a dire Niki Lauda (15). Molto più preponderante il peso dell'altro pilota che può vantare sette titoli iridati, vale a dire Lewis Hamilton. L'inglese ha dato alla Mercedes 82 dei suoi 125 successi, pari quasi ai due terzi del totale (65,6%). 
Ben diversa la distribuzione delle vittorie nelle altre squadre con la militanza più lunga. In McLaren ci sono solo sette Gran Premi di differenza fra i primi due plurivincitori (Ayrton Senna con 35 successi, Alain Prost con 30), due in meno di quelli che separano Nigel Mansell (28) e Damon Hill (21) nella classifica delle vittorie in casa Williams. 

 

Le statistiche vanno sempre prese per quello che sono – curiosità e stimoli per la discussione - e non per forza da esse si devono trarre delle conclusioni nette: quello che è certo è che abbiamo la fortuna di poter osservare da vicino la carriera di un pilota e di un giovane uomo destinato a scrivere ancora tante pagine nella storia della Formula 1.