Nico Rosberg e il GP di Abu Dhabi del 2016 | Pirelli

On this week #48: il GP di Abu Dhabi del 2016

 

Il 27 novembre 2016 Nico Rosberg vince il suo primo titolo iridato e disputa il suo duecentoseiesimo e ultimo Gran Premio in Formula 1. Il pilota della Mercedes era arrivato all'ultimo appuntamento della stagione con 12 lunghezze di vantaggio sul compagno di squadra Lewis Hamilton, con cui aveva lottato per tutto il campionato in un confronto senza esclusione di colpi, sia fisico – come nella collisione del primo giro al Gran Premio di Spagna – che psicologico. Un duello estenuante, che aveva messo a dura prova i nervi di entrambi e anche di chi, come Toto Wolff, aveva la responsabilità della squadra con il supporto di un “grande” come Niki Lauda.

Ad Abu Dhabi, quindi, a Rosberg basta arrivare sul podio indipendentemente dal risultato di Hamilton. Un obiettivo alla portata, visto che nessuno ha mai avuto il potenziale per battere la Mercedes: le uniche due sconfitte sono arrivate per mano della Red Bull ma soltanto quando le Frecce d'Argento si sono autoeliminate (a Barcellona nel già citato scontro, a Sepang per un problema di affidabilità sulla power unit dell'inglese).

È vero che nelle ultime tre gare Hamilton è stato irresistibile ma Nico ha gestito il vantaggio accumulato in precedenza arrivandogli sempre alle spalle. Si trova quindi in posizione di forza alla vigilia, può addirittura permettersi di avere un'altra macchina fra la sua e quella di Lewis ma ciò vuol dire che è lui che ha tutto da perdere. L'inglese deve solo vincere e lo fa dominando il weekend dall'inizio alla fine: gli sfugge solamente l'inutile primato nelle terze prove libere del sabato.

In gara Hamilton cede il comando solamente in occasione dei pit-stop ma Nico è sempre lì, alle sue spalle. Non sembrano esserci chance per Lewis: l'unica, remota, speranza è che gli inseguitori di Rosberg, i neutrali Vettel e Verstappen, si avvicinino ed è per questo che l'inglese comincia a rallentare per provare a far cadere Nico nella trappola. Il tedesco però è attentissimo a non distrarsi e porta a casa il suo obiettivo: è secondo sul traguardo e diventa così il secondo figlio di un campione del mondo ad imitare il padre (Keke c'era riuscito nel 1982), dopo la coppia Graham e Damon Hill.

La festa è grande dal lato del garage del tedesco, così come lo è la delusione in quello dell'inglese, che già pensa alla rivincita l'anno dopo, convinto com'è di essere stato sconfitto ingiustamente. Nico però, in cuor suo, ha già in programma un'ulteriore beffa per Lewis, che viene alla luce solamente cinque giorni dopo. A Vienna è in programma il tradizionale Galà della FIA, il cui clou è la cerimonia di premiazione dei campioni del mondo. In mattinata, quando è in programma la conferenza stampa, si sparge una voce, poi confermata ufficialmente: Rosberg non darà nessuna rivincita e annuncia il ritiro dalle corse.

“Da 25 anni nel mondo delle corse, è stato il mio sogno, la mia 'unica cosa', diventare campione del mondo di Formula Uno”, dichiara il pilota tramite i social media. “Attraverso il duro lavoro, il dolore, i sacrifici, questo è stato il mio obiettivo. E ora ce l'ho fatta. Ho scalato la mia montagna, sono sulla vetta e mi sembra giusto così. La mia emozione più forte, in questo momento, è la profonda gratitudine verso tutti coloro che mi hanno sostenuto per realizzare questo sogno. Quando ho vinto la gara di Suzuka, dal momento in cui il destino del titolo era nelle mie mani, è iniziata la grande pressione e ho cominciato a pensare di porre fine alla mia carriera di pilota se fossi diventato campione del mondo -  ha continuato. Domenica mattina ad Abu Dhabi, sapevo che poteva essere la mia ultima gara e questa sensazione mi ha chiarito le idee prima della partenza. Volevo godermi ogni parte dell'esperienza, sapendo che poteva essere l'ultima volta... e poi le luci si sono spente e ho fatto i 55 giri più intensi della mia vita”.

“Ho preso la mia decisione lunedì sera. Dopo aver riflettuto per un giorno, le prime persone a cui l'ho detto sono state (la moglie) Vivian e Georg (Nolte, del suo management), seguiti da (il responsabile Motorsport Mercedes-Benz) Toto (Wolff)”.

Rosberg non ci ripenserà e questo va a suo onore. La sua carriera agonistica era finita ad Abu Dhabi, consumata nel finale come un fiammifero. Tutte le sue energie mentali si erano esaurite nel duello con Lewis, ci aveva messo tutto sé stesso e, alla fine, aveva avuto ragione.