F1 for dummies: tutte le auto da F1 hanno gomme Pirelli?
Chi la conosce bene lo sa, la Formula 1 non è uno sport individuale. I piloti sono al centro della scena, ma dietro le quinte c'è un lavoro di squadra matto e disperatissimo che coinvolge decine di persone. Ciascuna delle dieci scuderie è una miscela unica di personalità, conoscenze, punti di forza e di debolezza, che si esprimono nella preparazione delle venti monoposto in lizza per il titolo. Ogni esemplare è unico, studiato in ogni singolo dettaglio e calibrato a seconda di strategie, condizioni, obiettivi. Allora perché, se il campionato si gioca anche sullo sviluppo di componenti e setup personalizzati, tutte le auto da Formula 1 hanno gomme Pirelli?
PIRELLI È GLOBAL TYRE PARTNER DELLA FORMULA 1
Gran Premio che vai, P Lunga che trovi. Ma non è sempre stato così. Oggi tutte le vetture in Formula 1 (oltre che in Formula 2 e Formula 3) gareggiano su gomme Pirelli, ma per molti anni più di un produttore di pneumatici è stato presente a ogni Gran Premio come fornitore del campionato. Risale al 2007 la decisione della FIA (che sta per Fédération Internationale de l'Automobile, l'organo normativo del campionato) di introdurre il regime monogomma, da una parte per evitare che la competizione tra fornitori diversi facesse prevalere la ricerca della massima prestazione sulla sicurezza, dall'altra per contenere i costi. Dal 2011, Pirelli è Global Tyre Partner del Campionato Mondiale di Formula 1 e lo sarà, secondo il contratto in essere, almeno fino a tutto il 2024. Questo significa che tutti i team sono equipaggiati con gli stessi pneumatici, e per ogni GP sono affiancati da una squadra di tecnici Pirelli che offrono il loro supporto, informazioni e controllo per la migliore gestione dei set in dotazione.
PIRELLI NELLA STORIA DELLA FORMULA 1
Nel corso della sua storia, la Formula 1 ha visto succedersi 9 fornitori di pneumatici e, di questi, Pirelli è tra i più longevi. La “preistoria” della Formula 1 risale alle prime competizioni motoristiche di inizio Novecento: allora quasi tutte le vetture erano a ruote scoperte, ma le prime davvero somiglianti alle monoposto di oggi arrivarono soltanto negli anni Venti. Fino alla Seconda Guerra Mondiale gareggiarono poi le prime monoposto denominate Formula 1, ma il primo Gran Premio valido per il primo campionato mondiale della storia è stato quello del 1950 in Gran Bretagna, sul leggendario tracciato di Silverstone. Pirelli c'era e si è fatta notare: equipaggiava la Alfa Romeo del vincitore Giuseppe Nino Farina, a fine stagione primo iridato della Formula 1 moderna, quando ancora non si parlava di campionato monogomma.
Inoltre, Pirelli è l'unico produttore di pneumatici che ha gareggiato in Formula 1 con tutte le misure che hanno fatto parte della storia del campionato mondiale: dalle gomme alte e strette con battistrada scolpito degli anni ‘50, all'introduzione dei cerchi da 13 pollici seguìti poi dai battistrada lisci (slick), all'allargamento dell'impronta a terra nel 2017 che ha consentito di aumentare considerevolmente le velocità in curva abbassando tutti i record sul giro, alla rivoluzione tecnologica del 2022 che ha visto il debutto dei 18 pollici. Il ruolo di partner unico del campionato consente a Pirelli di maturare esperienza, professionalità e tecnologie – le più avanzate al mondo – che vengono sfruttate per sviluppare anche i pneumatici stradali prodotti per la vita quotidiana. La Formula 1 è diventata ancora di più, per Pirelli, il suo più importante laboratorio a cielo aperto, come da definizione che tiene banco ormai da molti anni.
SVILUPPO DEI PNEUMATICI PIRELLI DA FORMULA 1
I team e gli stessi piloti giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dei pneumatici Pirelli da Formula 1: durante l'anno sono previste sessioni di test su alcuni dei circuiti in cui si corrono i gran premi per provare i nuovi prototipi, che consentono di mantenere la gamma costantemente aggiornata e approvata da chi la dovrà poi utilizzare per contendersi il titolo. Ma la sperimentazione da parte dei piloti arriva solo alla fine di un lungo processo di sviluppo, che parte dal quartier generale di Pirelli a Milano. Qui viene concepito il progetto originale del pneumatico, con l'ausilio delle più moderne tecnologie di modelling e simulazione che consentono di lavorare in digitale, ottimizzando i tempi e riducendo gli sprechi. Il progetto viene realizzato seguendo le indicazioni della “target letter”, stabilite dagli organizzatori del campionato per definire gli standard che i prodotti devono soddisfare. Dopodiché viene realizzato il prototipo vero e proprio, che dovrà superare una prima fase di test nei laboratori indoor per poi passare alla sperimentazione su pista, con una varietà rappresentativa di vetture, tracciati e condizioni differenti. Grazie ai feedback e alle eventuali richieste di aggiustamenti raccolte durante le sessioni di test, il prototipo viene definitivamente approvato verso fine stagione e quindi mandato in produzione per l'utilizzo nel campionato dell'anno successivo. Il regolamento impone infatti che le gomme non cambino nel corso di un campionato, a meno di ragioni di sicurezza invocate dalla stessa Pirelli e quindi concordate con i team e l'autorità sportiva. Tutti i pneumatici hanno un codice identificativo che ne permette il tracciamento: ogni gomma andrà esattamente dove deve andare e dopo ogni gara, se usata in pista o comunque montata su un cerchio, sarà rispedita nell'impianto Pirelli di Didcot in Gran Bretagna per lo smaltimento. I pneumatici prodotti sono sottoposti a rigorosi controlli di qualità per assicurare l'assenza di eventuali anomalie, e a stress test a campione per esaminare il loro comportamento quando portati al limite. Pirelli ha due fabbriche specializzate nella produzione di pneumatici per il motorsport, a Slatina, in Romania, e a Izmit, in Turchia. Quello rumeno è l'impianto che produce le gomme per la F1. Da qui, transitando per l'hub gestionale di Didcot, prende le mosse la complessa macchina della logistica, che si conclude con l'approdo finale di circa 2300 pneumatici presso il circuito che ospita il Gran Premio alle porte. E poi via con il Gran Premio successivo.