Dallo spazio a Silverstone
Soltanto cinque mesi fa, il 7 febbraio, Marcus Wandt, astronauta del progetto ESA (European Space Agency), si chiudeva alle spalle la porta della stazione spaziale internazionale per fare ritorno sulla Terra dopo aver trascorso tre settimane in orbita. Oggi, lo svedese era a Silverstone ospite della FIA – nello spazio aveva portato una bandiera della Federazione come simbolo dell'impegno per l'innovazione e promozione delle carriere scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche per i giovani – e ha consegnato il Pirelli Pole Position Award nelle mani di George Russell.
“È la prima volta che assisto ad un Gran Premio dal vivo e trovo questo spettacolo davvero emozionante” – ha commentato Wandt – “Sono colpito da quanto le squadre e i piloti lavorino sull'ottimizzazione di ogni dettaglio e quanto sia intensa la ricerca della miglior prestazione possibile. Ci sono diversi punti in comune fra il lavoro dei piloti e il nostro, soprattutto dal punto di vista fisico. Ad esempio, sia loro che noi siamo sottoposti a delle accelerazioni molto forti e dobbiamo lavorare molto in termini di preparazione fisica. Che sensazioni si provano? Una volta che si è pronti ad affrontarle, in realtà è molto divertente: l'accelerazione che si sente quando si entra nello spazio a bordo di una navicella spaziale spinta dai razzi è un'esperienza incredibile!”
Nella sua permanenza nell'ISS, Wandt è stato in orbita attorno alla Terra ad una velocita di oltre 28 mila chilometri allora, lavorando su quasi venti esperimenti diversi e dedicando più di cento ore ad attività scientifiche e di ricerca. Tra queste, l'esperimento Surface Avatar, durante il quale ha gestito un team di robot sulla Terra dallo spazio per contribuire a preparare la strada per le future teleoperazioni robotiche e l'esperimento Orbital Architecture, per studiare come il benessere fisico e psicologico delle persone possa essere influenzato dalla vita in ambienti estremi e ristretti.