Cinque curiosità sul Gran Premio del Messico | Pirelli

Cinque curiosità sul Gran Premio del Messico

I fratelli pionieri

Il Gran Premio del Messico ha luogo nell'Autodromo Hermanos Rodriguez a Città del Messico dedicato ai fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez, i primi eroi delle competizioni del Paese. Ricardo è tuttora il pilota più giovane che abbia mai corso con Ferrari nella F1, all'età di 19 anni, ma morì tragicamente durante le prove del primo Gran Premio del Messico nel 1962. Pedro, invece, ha continuato a vincere sia in F1 che a Le Mans finché non perse la vita durante una competizione in Germania nel 1971. Dopo questa dolorosa doppia perdita, il Messico aveva rinunciato alle corse di F1, ma la memoria dei fratelli Rodriguez ancora oggi vive nell'immaginario collettivo.

Un nuovo inizio negli anni ‘80

Nel 1986, la F1 ha ricostruito il circuito di Città del Messico quando Gerhard Berger conquistò una famosa vittoria per Benetton, dopo aver completato l'intero giro sfruttando solamente un unico set di gomme Pirelli, mentre i suoi rivali erano in difficoltà per via della forte usura delle loro gomme su una superficie abrasiva e irregolare come quella. Negli anni successivi, Alain Prost e Nigel Mansell vinsero entrambi per due volte, sebbene nel 1990 Mansell divenne famoso in Messico per aver sorpassato Berger in vista del secondo posto in prossimità della curva Peraltada, che allora era piuttosto inclinata. Da quel momento, la curva è stata rinominata in suo onore e Mansell venne nominato ambassador del Gran Premio del Messico quando questo appuntamento venne reinserito nel calendario della F1.

Star da stadio

Nel 2015, il Messico fece nuovamente ritorno con ulteriori nuove modifiche al circuito che l'avrebbero reso più all'altezza dei moderni standard. Il cambiamento più evidente fu quello di incanalare il circuito attraverso un ex campo da baseball, il Foro Sol, aggirando la prima metà della curva Peraltada: una decisione presa perché non c'era spazio per estendere l'area dedicata alle vie di fuga. Il risultato fu una vera e propria sezione da stadio con un'incredibile atmosfera da match, motivo per cui la cerimonia del podio ancora oggi si svolge lì.

Il punto più alto della F1

Situato ad un'altitudine di 2.285 metri, sotto certi aspetti quello di Città del Messico è il circuito di F1 più alto che ci sia e l'aria rarefatta che c'è ad un'altezza simile impatta in diversi modi sulle macchine. Mentre un normale motore aspirato perde fino al 25% della sua potenza, la potenza di un moderno motore turbo ibrido performa molto di più – nonostante ci siano ancora altre sfide significative per il raffreddamento. La minore resistenza aerodinamica consente di arrivare a velocità incredibili, superiori a 350 km/h lungo il lungo rettilineo principale, ma il carico aerodinamico in curva è ridotto. I team cercano di compensare utilizzando delle ali con alto carico, cosa che possono fare senza perdere troppo in termini di velocità sul rettilineo. In termini di configurazione dell'auto, il Messico è abbastanza diverso dalla maggior parte dei posti.

Combattimento di tori

Il Messico è un terreno fertile per Max Verstappen, dove il campione olandese si è affermato come pilota di maggior successo nella storia del GP del Messico, portandolo a superare il record di tre vittorie ottenute da Jim Clark. Ma, nonostante la ricca collezione di vittorie di Max, il tifo più sfegatato al Foro Sol è riservato al suo compagno di team Red Bull, l'eroe nazionale Sergio Perez