Chi vince ha sempre ragione | Pirelli

Chi vince ha sempre ragione

 

 

Non importa che non sia mai stato veramente in lizza per la vittoria fino al momento in cui Max Verstappen e Lando Norris si sono autoeliminati. George Russell ha vinto con merito il Gran Premio d'Austria perché comunque c'era lui lì, nella fase decisiva: non c'era il blasonatissimo compagno di squadra Lewis Hamilton e non c'erano i due piloti della Ferrari. Non c'era nemmeno il giovane australiano rampante Oscar Piastri, che oggi pomeriggio masticherà ancora più amaro ripensando alla penalità ricevuta ieri in qualifica che gli era costata il terzo posto sulla griglia di partenza: visto il ritmo di oggi, il pilota della McLaren avrebbe potuto assai verosimilmente salire lui sul gradino più alto del podio.


“Chi l'avrebbe mai pensato in Bahrain” – ha detto Russell via radio nel giro di rientro. È vero, dopo la prima gara sarebbe stato difficile immaginare una Mercedes vittoriosa in questa stagione ma il team diretto da Toto Wolff non ha mollato la presa e, passo dopo passo, ha risalito la china. Sicuramente non è la vettura più veloce ma le ultime tre gare l'hanno vista ridurre le distanze dalla Red Bull e superare la Ferrari. Non è un caso che, che nelle ultime tre gare (Canada, Spagna e Austria), la squadra di Brackley sia quella che ha raccolto più punti (100): la McLaren ne ha messi insieme 84, la Red Bull 79 e la Ferrari solamente 31.

A Montreal Russell aveva iniziato a nutrire qualche speranza, con la pole position e un terzo posto e anche a Barcellona l'inglese era comunque riuscito a tenersi alle spalle entrambe le Ferrari, operazione ripetuta anche ieri nella Sprint. Oggi, appunto, era comunque abbastanza saldamente al terzo posto quando è avvenuto il fattaccio fra Norris e Verstappen al giro 64: sebbene Sainz fosse solamente a tre secondi, lo spagnolo appariva più preoccupato di difendersi dal ritorno di Piastri piuttosto che incline ad attaccare la Mercedes numero 63. E Sainz aveva perfettamente ragione, perché l'australiano lo ha superato subito, provando lui ad inseguire Russell. Anche la VSC ha dato una mano all'inglese, annacquando i bollenti spiriti di Piastri ma poi George ha gestito in sicurezza gli ultimi giri, permettendo alla Mercedes di interrompere un digiuno cui non era più abituata da quando è iniziata l'era ibrida della Formula 1. 

Era dal Brasile 2022 che la Stella non vinceva un Gran Premio e anche allora fu Russell a salire sul gradino più alto del podio. Una soddisfazione ulteriore – per lui ma anche per Toto Wolff – che a firmare le ultime due vittorie sia stato il più giovane dei due piloti inglesi, proprio nell'anno in cui Sir Lewis ha deciso di cambiare aria, sedotto dalle sirene di Maranello.