Cartoline da... Singapore
Un grande pilota e un grande lavoro di squadra
È quanto è servito alla Ferrari per vincere il primo Gran Premio della stagione, interrompendo un digiuno che durava dalla gara di Spielberg dello scorso anno. Soprattutto, il successo di Sainz mette fine alla striscia di vittorie che la Red Bull e Max Verstappen stavano collezionando nel 2023 e al sogno – mai dichiarato ma sicuramente cullato – di diventare la prima squadra ad aggiudicarsi tutte le gare di una stagione.
Sainz è stato impeccabile sin dal primo giro delle libere del venerdì e se in qualifica si è dimostrato un grande attaccante, conquistando la pole position, in gara ha sfoderato un acume tattico e una grinta da straordinario difensore, degna di un campione storico del suo amato Real Madrid come Sergio Ramos. Carlos è stato coadiuvato alla perfezione dal suo compagno di squadra Charles Leclerc nella prima parte della corsa. Il monegasco ha sfruttato al meglio alla partenza il leggero vantaggio delle Soft usate sulle Medium nuove di Russell per sopravanzare il pilota della Mercedes e mettersi così a gestire la situazione alle spalle di Sainz, non concedendo margine di manovra per un potenziale undercut. Poi, la safety-car ha dato il via alla serie dei pit-stop e Charles, imbottigliato nel traffico della pit-lane, ha perso la chance di provare a giocarsi la vittoria nella fase finale ma il valore del suo lavoro rimane immutato, segno di maturità importante.
La squadra di Maranello ha avuto il grande merito di sfruttare l'occasione al meglio il primo passo falso della Red Bull in questo campionato: per riuscirci si è preparata nella maniera migliore e ha eseguito il programma senza commettere la benché minima sbavatura. Ora la lotta per conquistare il secondo posto nella classifica Costruttori è sempre più aperta, visto che i punti di ritardo dalla Mercedes sono ora soltanto 24.
Chi troppo vuole nulla stringe…
Ci ha provato fino all'ultimo George Russell a vincere il Gran Premio di Singapore. Bruciato in partenza da Leclerc, il pilota della Mercedes non è mai stato in condizione di attaccare realmente Sainz proprio perché il monegasco fungeva da cuscinetto. Poi, approfittando della VSC causata dal ritiro di Ocon, lui e Hamilton hanno azzardato la seconda sosta per cercare di sfruttare il differenziale di prestazione offerto dal set di Medium disponibile rispetto alle Hard usate che avevano davanti i due ferraristi e Norris. Ma se è stato relativamente agevole disfarsi di Leclerc, apparso più in difficoltà del compagno di squadra nella seconda parte di gara, non è stato così con Norris, a sua volta aiutato dal suo ex-collega in McLaren che più di una volta ha alzato il piede dall'acceleratore per permettergli di utilizzare il DRS. Così Russell, che peraltro sentiva il fiato sul collo di uno come Hamilton, ha cercato in ogni maniera di passare finendo per commettere un errore fatale proprio all'ultimo giro, finendo contro le barriere alla curva 10. Un prezzo alto – un podio sfumato – per aver lottato fino alla fine per il successo: in una stagione in cui non ci si gioca più un titolo ci può stare di rimanere a mani vuote dopo una corsa del genere.
Un passo falso che fa male solo all'orgoglio
Bisogna tornare al 13 novembre dello scorso anno per trovare un'altra foto del podio senza un pilota della Red Bull. Allora fu George Russell a conquistare il successo nel Gran Premio di San Paolo del Brasile, davanti a Lewis Hamilton e Carlos Sainz. Quel giorno Max Verstappen e Sergio Perez chiusero rispettivamente al sesto e settimo posto, un risultato non dissimile a quello di domenica scorsa (Max quinto, Checo ottavo). Si interrompe così una serie di quindici successi consecutivi e di altrettante gare con piazzamenti sul podio così come si ferma a dieci il numero di vittorie di fila del campione del mondo in carica. Quello di Singapore è stato un passo falso che non ha alcun riflesso sui due campionati, se non quello di ritardare leggermente l'aritmetica sicurezza dei titoli (già domenica scorsa c'era la possibilità di chiudere il discorso per quello Costruttori) ma sicuramente brucerà all'orgoglio di molti nella squadra di Milton Keynes, che puntavano a chiudere l'anno imbattuti: per una reazione basterà aspettare questo fine settimana a Suzuka…
Una boccata d'ossigeno per l'AlphaTauri
Sono bastati otto giorni in pista a Liam Lawson per conquistare i primi punti iridati della carriera. Catapultato nel sedile dell'AlphaTauri il sabato mattina di Zandvoort per sostituire l'infortunato Ricciardo, il pilota neozelandese ha scalato progressivamente e costantemente le posizioni: tredicesimo in Olanda, undicesimo a Monza e nono domenica scorsa a Singapore. In quest'ultimo fine settimana si è tolto anche il capriccio di causare l'eliminazione dalla Q3 di Verstappen, riuscendo per la prima volta a conquistare un posto fra i primi dieci sulla griglia. Per l'AlphaTauri il nono posto di Lawson rappresenta il miglior risultato del 2023: una boccata d'ossigeno in una stagione davvero avara di soddisfazioni e di punti che però pone ancor di più sul tavolo il tema della scelta dei piloti per il prossimo anno. Un bel rompicapo per il duo composto da Peter Bayer e Laurent Mekies che si appresta a prendere le redini della squadra dal veterano Franz Tost.
L'Oscar della delusione va a…
In un fine settimana così ricco di emozioni e intensità, risulta difficile scegliere la squadra o il pilota più delusi del Gran Premio. Premesso che abbiamo escluso d'ufficio la Red Bull – fuori concorso chi si lamenta dopo aver vinto le prime 14 gare della stagione - due sono le candidature più forti.
Da una parte ci sono l'Aston Martin e Fernando Alonso che speravano di ritrovare su una pista ad alto carico la forma vista ad esempio a Zandvoort e provare a giocarsi loro le chance di essere i primi ad interrompere l'egemonia Red Bull. Per loro è stato un weekend da dimenticare, iniziato il venerdì con la consapevolezza che il livello di competitività non era quello atteso, proseguito il sabato con il botto di Stroll in qualifica che ha costretto il canadese a rinunciare alla gara e terminato con una gara ricca soltanto di problemi (una penalità, un errore del team al pit-stop e un testacoda…) per lo spagnolo, che ha finito all'ultimo posto fra i piloti che sono passati sotto la bandiera a scacchi domenica sera.
In alternativa, c'è Esteban Ocon, costretto al ritiro al giro 43 per un sospetto problema al cambio quando si trovava in sesta posizione? Per il francese, che era stato appena protagonista vincente di un acceso triello con Perez e col suo ex-compagno di squadra Alonso, è stata una fortissima delusione, giunta proprio il giorno del suo ventisettesimo compleanno. Perlomeno l'Alpine è riuscita comunque a portare a casa il piazzamento grazie a Pierre Gasly, autore di una buona gara.