Cartoline da... Monaco
Uno spettacolo da ricordare
A leggere solamente le classifiche delle qualifiche e della gara dell'ottantesima edizione del Gran Premio di Monaco si potrebbe pensare che il fine settimana sia stata l'ennesima passeggiata per Max Verstappen, che ha ottenuto domenica scorsa il trentanovesimo successo della sua carriera diventando così il pilota più vincente nella storia della Red Bull. Invece, il bicampione del mondo ha dovuto tirare fuori tutto il suo talento, sia in qualifica che in gara, per conquistare la sua seconda vittoria nell'appuntamento più glamour della Formula 1.
Il weekend era cominciato non in maniera ideale, con Max non soddisfatto dell'assetto di partenza della sua monoposto e un nugolo di avversari – a cominciare dal suo compagno di squadra Perez per passare all'eterno Alonso e ai due ferraristi – che vedevano nel fine settimana di Monaco una delle occasioni migliori per incrinare il dominio dell'olandese. La prima zampata – e forse è stato il momento chiave – è arrivata all'inizio della terza sessione di prove libere, quando ha piazzato subito al primo tentativo un tempo più veloce di almeno mezzo secondo rispetto al rivale più vicino: lì si è capito che non avrebbe affrontato il fine settimana in difesa ma avrebbe fatto il massimo per vincere. Poche ore dopo, è arrivato lo show in qualifica, con quattro piloti a superarsi uno dopo l'altro nell'ultimo tentativo di Q3, con Verstappen che ha lasciato tutti a bocca aperta quando ha guadagnato 288 millesimi su Alonso, in quel momento in pole, soltanto nel terzo settore.
In gara Max ha accettato la sfida dello spagnolo dell'Aston Martin, che aveva scelto le gomme Hard per provare a fare l'overcut: l'olandese ha esteso la vita delle Medium oltre ogni immaginazione arrivando a fare il pit-stop al giro 55, quando poi era arrivata la pioggia a provare sparigliare le carte. Quei pochi giri su un asfalto che diventava sempre più scivoloso con gomme molto usurate sono stati l'ennesimo capolavoro di due giorni straordinari, completato con una parte finale con le Intermedie in assoluto controllo.
La sorpresa di Monaco
Alzi la mano chi alla vigilia del Gran Premio di Monaco avrebbe scommesso un euro (o anche un dollaro) su un'Alpine sul podio. Arrivata all'appuntamento più simile alla gara di casa – in assenza del Gran Premio di Francia - sull'onda delle polemiche scatenate dalle dichiarazioni del CEO Laurent Rossi non esattamente soddisfatto del rendimento nelle prime cinque gare della stagione, la squadra anglo-francese ha iniziato il fine settimana a fari spenti, per poi esplodere in qualifica, quando Esteban Ocon si è trovato per un momento addirittura in pole position, poi superato nell'ordine da Leclerc, Alonso e Verstappen. La penalità ricevuta dal ferrarista ha promosso Esteban in terza posizione e da lì ha cominciato a concretizzarsi il sogno del podio, visto che a Monaco sorpassare è quasi impossibile. Fra immaginazione e realtà c'erano però in mezzo 78 giri dove tutto poteva accadere e qui è venuto fuori nitidamente il talento di un pilota che non ha commesso la benché minima sbavatura – anzi, ha indotto all'errore un pilota esperto come Carlos Sainz – in condizioni sempre più difficili, anche quando è arrivata la pioggia. A completare l'ottimo weekend dell'Alpine è arrivato il settimo posto di Pierre Gasly, che ha portato a 21 il bottino di punti complessivo, sufficienti per salire al quinto posto nella classifica Costruttori. Se con le sue dichiarazioni di Miami Rossi voleva suscitare la reazione della squadra si può dire che abbia davvero centrato l'obiettivo!
Quando è pieno il bicchiere di Alonso?
L'aveva segnata nel suo account Twitter come una data speciale quella del 28 maggio, consapevole che quella di Monaco sarebbe stata una delle poche domeniche in cui poteva davvero avere una chance di vincere il trentatreesimo Gran Premio di una carriera comunque straordinaria, distanza di quasi undici anni dalla trentaduesima. Supponendo che domenica sera Fernando Alonso si sia concesso un brindisi con gli amici più vicini, come lo avrà considerato il bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto? Più contento per il secondo posto, non solo il miglior risultato della stagione ma suo miglior piazzamento dal Gran Premio d'Ungheria 2014, oppure più deluso per aver mancato la chance tanto agognata? Pensiamo di non andare lontani dalla verità affermando che, tutto sommato, ha lasciato Monaco con un sorriso, anche se meno baldanzoso di quello esibito a favore di telecamere e sui social. Fernando è consapevole di aver perso la sua chance sabato in qualifica, quando è stato superato da un Verstappen monumentale, e di aver dato tutto quello che aveva a disposizione, sia nella sua Aston Martin che dentro di sé. In gara lo spagnolo ci ha provato, mettendo pressione al rivale olandese con una strategia per così dire di logoramento ma l'avversario gli ha reso pan per focaccia, tanto che il primo a fermarsi è stato Alonso, che aveva le Hard. In più è arrivata la scelta strategica di montare le Medium quando aveva iniziato a piovere, rivelatasi – col senno di poi – errata e così, tutto considerato, il secondo posto è giusto ed è ancor più gratificante per lui se si considera il naufragio del compagno di squadra, l'unico pilota non classificato.
Quello che è sicuro è che Fernando sta già pensando a quale potrà essere un'altra data da fissare su Twitter per poter dire trentatré…. Il sogno sarebbe farlo proprio questo fine settimana a Barcellona, davanti al suo pubblico, proprio lì dove ha trionfato per l'ultima volta il 12 maggio 2013: sarebbe un cerchio che si chiude, una di quelle storie fantastiche che solo lo sport sa produrre…
Una livrea speciale per la Triple Crown
La McLaren sta vivendo una stagione difficile, iniziata con un cambio della guardia alla guida della squadra e caratterizzata dalla consapevolezza di aver realizzato una monoposto inferiore alle aspettative. Va dato atto al team diretto da Zak Brown e Andrea Stella di non essersi fatti travolgere, continuando da un lato a lottare in pista e dall'altro a tenere alta la bandiera di una squadra che è seconda solo alla Ferrari come successi in Formula 1 e che è l'unica che ha trionfato nel Gran Premio di Monaco, nella 500 Miglia di Indianapolis e nella 24 ore di Le Mans. Proprio lo scorso fine settimana la squadra ha deciso di tributare un omaggio alla Triple Crown con una livrea speciale, andata in pista contemporaneamente sulle strade del Principato e sull'ovale di Indianapolis, dove si è svolta la 107esima edizione della 500 Miglia.
In questo derby interno, teoricamente è stata la squadra “americana” a conquistare il risultato migliore, visto che Alexander Rossi ha ottenuto il quinto posto a Indianapolis mentre a Monte-Carlo Lando Norris non è andato oltre il nono. I “formulisti” però si sono fatti comunque onore, riuscendo a piazzare anche l'altro pilota, Oscar Piastri, fra i primi dieci e dando qualche sprazzo di competitività sul bagnato. È stato infatti davvero sorprendente il ritmo che Norris ha saputo tenere sulle intermedie, quando girava nettamente più veloce di Verstappen tanto da raggiungerlo pur essendo doppiato. Il pilota inglese nel dopo gara ha pure dichiarato che avrebbe voluto superare il leader della gara e che, se avessero avuto un po' di pazienza e fossero passati direttamente alle Inter senza passare dalle Hard, magari avrebbero raccolto qualcosa in più di tre punti in due. Dopo quello che si è visto ieri, c'è da credere che in McLaren cominceranno a studiare anche come si fa la danza della pioggia…
Monaco, il Gran Premio dei “guardoni”
No, non è un riferimento a chi passa il tempo a inseguire col telefonino i volti di VIP o presunti tali che affollano il paddock, la griglia e, soprattutto, le barche ormeggiate lungo il porto del Principato durante il fine settimana del Gran Premio. I “guardoni” in questione indossano le divise delle squadre e scrutano con occhio interessato ogni dettaglio delle vetture rivali e lo fanno in questo Gran Premio in maniera ancor più assidua, consapevoli che non c'è altra gara dove c'è la possibilità di osservare le monoposto da vicino senza che ci siano plotoni di meccanici a fare da schermo, come spesso avviene in griglia.
Ad aiutare i “guardoni” in divisa ci sono, in borghese, stuoli di fotografi più o meno professionisti che ricevono indicazioni precise su cosa e dove guardare, sia quando le macchine girano in pista sia, soprattutto, quando si fermano a causa di un incidente o un problema tecnico. Per tutte e due le categorie il top si raggiunge proprio quando si verifica un evento del genere perché è pressoché inevitabile che sia necessario spostare una vettura ferma in pista sollevandola con una gru, esponendo così agli sguardi voraci dei nostri “guardoni” proprio le parti più per così dire intime di una monoposto, vale a dire il fondo. Nel weekend appena concluso ci sono stati due momenti clou, entrambi il sabato. Prima ci ha pensato Hamilton a scatenare la curiosità finendo contro le barriere alla curva 5 nelle fasi finali di FP3: la cosiddetta versione B della sua Mercedes è stata così vista in ogni dettaglio mentre volava appesa a un filo e depositata oltre il guard-rail. L'apice è stato raggiunto però all'inizio delle qualifiche, quando a schiantarsi è stato Sergio Perez. Le immagini della sua Red Bull penzolante nel vuoto non avranno certo fatto piacere ad Adrian Newey e non soltanto perché uno dei suoi piloti si era autoeliminato dalla sessione più importante del Gran Premio…