Cartoline da… Baku
Il “cittadino” Perez fa il bis in Azerbaigian
Se il Campionato del Mondo si disputasse soltanto su circuiti cittadini, Sergio Perez sarebbe sicuramente uno dei grandi favoriti: infatti, ben cinque delle sei vittorie del pilota messicano sono arrivate su tracciati contornati da muretti, con vie di fuga ridotte al minimo. Domenica scorsa Checo è diventato il primo pilota a scrivere per due volte il suo nome nell'albo d'oro del circuito di Baku. Gli altri successi sono arrivati a Gedda, Singapore e Monaco mentre l'unica vittoria su una pista permanente è stata la prima, quella del 2020 a Sakhir, peraltro su un tracciato – la versione corta della pista bahrainita – mai più usato nel Mondiale.
Se proprio non si potesse correre soltanto su circuiti stradali, Perez potrebbe provare a chiedere a Stefano Domenicali di disputare tante gare in Azerbaigian: su sette partecipazioni in altrettante gare disputate sulle rive del Mar Caspio, il messicano è salito sul podio in totale cinque volte: oltre alle due vittorie vanta infatti un secondo e due terzi posti, senza contare il successo nella gara Sprint di sabato scorso.
In ogni caso, Perez sta dimostrando in questo primo scorcio di stagione di avere tutte le carte in regola per lottare per il titolo a prescindere dal tipo di circuito: con sei soli punti di distacco dal leader, il compagno di squadra Max Verstappen, se facesse sette punti in più di lui domenica prossima a Miami passerebbe in testa alla classifica iridata.
Leclerc il re delle qualifiche di Baku
C'è un altro pilota che sembra avere un feeling particolare con Baku, perlomeno quando si tratta di fare il miglior tempo sul giro secco. Stiamo parlando di Charles Leclerc, che in questo weekend è riuscito nell'impresa di diventare il primo pilota a primeggiare in due sessioni di qualifica nello stesso evento, risultando il più veloce sia venerdì nella sessione che ha determinato la griglia di partenza del Gran Premio, sia sabato nell'esordio della Qualifying Shootout che ha stabilito il via della Sprint Race. Il ferrarista fa davvero la differenza su questo tracciato: non è un caso che quella di venerdì sia stata la terza pole consecutiva a Baku dopo quelle del 2021 e del 2022 e che avesse ottenuto lo stesso risultato anche quando corse in Formula 2 nella capitale azera nel 2017.
Che il pilota monegasco si trovi particolarmente a suo agio nelle qualifiche sui circuiti cittadini lo confermano anche le due pole position conquistate nel suo Gran Premio di casa (2021 e 2022) e quelle ottenute a Singapore (2019 e 2022).
Non altrettanta fortuna è però arrisa a Charles in gara, visto che non è mai riuscito a convertire in vittorie le pole position sui quattro tracciati cittadini (oltre ai tre citati va aggiunto quello di Gedda) dove è salito sul podio soltanto quattro volte su 15 partecipazioni.
Buona la prima per il nuovo weekend Sprint
Il Gran Premio dell'Azerbaigian ha visto il debutto del nuovo formato specifico dei weekend che includono la Sprint Race. Nonostante qualche critica - la più rumorosa, visto il nome di chi l'ha fatta, è arrivata da Max Verstappen – il primo feeling è positivo. Il venerdì è diventato certamente più spettacolare, con una sessione di prove libere molto intensa, visto che le squadre avevano soltanto quei sessanta minuti a disposizione per cercare il miglior assetto, provare eventuali novità e magari fare qualche giro con un po' di benzina a bordo. Poi, due ore e mezza dopo, subito in qualifica per stabilire la griglia del Gran Premio con il classico formato. Il sabato è diventato un episodio a sé stante del Mondiale, con una versione ridotta sia delle qualifiche che della gara: un bel progresso rispetto al format precedente, che scontava sia di avere una seconda sessione di prove libere che poteva aggiungere ben poco visto che le vetture erano già in parco chiuso e una gara sprint con i piloti che erano più che riluttanti a prendersi rischi visto che un eventuale errore avrebbe potuto rovinare l'appuntamento della domenica.
Certamente il format è ancora perfettibile e bisogna aspettare un'analisi più approfondita anche in termini di audience ma la direzione è quella giusta.
Fra i quattro litiganti gode il quinto
Da quando Liberty Media ha preso le redini della Formula 1 sono state introdotte diverse modifiche nel format del fine settimana - sotto ogni profilo: tecnico, sportivo e organizzativo – tutte volte a cercare di aumentare lo spettacolo, in pista e fuori.
Una delle prime modifiche fu il ritorno, a partire dal 2019, dell'assegnazione di un punto per il giro più veloce in gara, a patto che il suo autore sia classificato fra i primi dieci nell'ordine d'arrivo. In un mondo abbastanza tradizionalista la novità – peraltro non assoluta, visto che era già in vigore dal 1950 al 1959 – fu accolta con un po' di scetticismo ma più volte è servita per dare un po' di suspence nel finale di gare magari già ampiamente decise. Poche volte però si è assistito ad uno spettacolo come quello visto domenica scorsa a Baku dove i primi quattro classificati hanno iniziato a darsi battaglia a suon di giri veloci. Eppure, sia Perez che Verstappen che Leclerc e Alonso erano ancora abbastanza vicini fra loro, quindi una piccola sbavatura avrebbe potuto costargli cara ma non c'è stato verso per i loro ingegneri al muretto o ai box di farli essere più prudenti. Peraltro, anche il fatto di poter disporre di uno pneumatico, la C3, non soltanto affidabile ma in grado di offrire picchi di prestazione pur con un chilometraggio decisamente importante, li ha aiutati a spingere così tanto anche nelle battute finali.
A spuntarla in questa sfida a quattro sembra essere stato Max Verstappen, capace di fermare il cronometro sul tempo di 1'44”232 proprio nel cinquantunesimo e ultimo giro della gara ma la sua soddisfazione era chiaramente destinata ad essere transitoria. Infatti, in pista c'era già il quinto incomodo, George Russell, che aveva approfittato della possibilità di fare un pit-stop supplementare senza perdere posizioni per montare un set di gomme Soft proprio per ottenere quel tanto sospirato punto: ancora pochi secondi e l'inglese della Mercedes è passato sotto la bandiera a scacchi abbassando di quasi un secondo (1'43”370) il tempo del campione del mondo in carica.
Spavento e primato per Ocon
Non sarà certamente un weekend memorabile nella carriera di Esteban Ocon quello appena concluso a Baku. Sicuramente gli rimarrà impresso lo spavento provato quando, al momento del suo pit-stop alla fine del giro 50 entrando nella pit-lane si è trovato davanti delle persone e ha dovuto frenare bruscamente per evitarle, molto più del risultato finale (15° posto). Peraltro, proprio la sosta ritardata fino all'ultima possibilità concessa dal regolamento – ogni pilota deve utilizzare almeno due mescole diverse di gomme da asciutto, sempre che, ovviamente, la gara non sia stata caratterizzata dalla pioggia – ha consentito al pilota francese di stabilire un piccolo primato. Ocon, infatti, è diventato il pilota ad aver percorso più chilometri (300,150) con lo stesso treno di gomme C3 a partire dal 2015. Il primato precedente apparteneva a Pascal Wehrlein che con la Sauber percorse 297,321 chilometri con la Sauber nel Gran Premio del Brasile del 2017.