Cartoline da... Austin | Pirelli

Cartoline da... Austin

Cinquanta volte Max

Stavolta se l'è dovuta sudare fino in fondo perché gli avversari ce l'hanno messa tutta per rendergli la vita difficile, ad iniziare dalle qualifiche del venerdì. Però, alla fine, l'esito è stato lo stesso di altri 14 dei 19 Gran Premi disputati prima di quello di Austin: a salire sul gradino più alto del podio è stato ancora lui, Max Verstappen, con un punteggio di 15 su 20. Il tre volte campione del mondo ha così eguagliato un primato – quello dei successi in una stagione – che già gli apparteneva dall'anno scorso e che ha ancora quattro occasioni a disposizione per migliorare ulteriormente. La quindicesima vittoria del 2023 è anche la cinquantesima di una carriera che – sulla carta – potrebbe portarlo a superare ogni primato di questo sport. Max ha compiuto da poco 26 anni: senza arrivare all'esempio di Fernando Alonso, che a 41 anni ha ancora fame di corse e di vittorie, non è inverosimile immaginare per lui almeno un altro decennio in Formula 1. Il tempo per fare incetta di record c'è tutto…

 

 

Marta Garcia spicca il volo

È la spagnola Marta Garcia la prima ragazza ad iscrivere il suo nome nell'albo d'oro della F1 Academy. La pilota della Prema Racing si è assicurata l'aritmetica certezza vincendo la prima delle tre gare disputate lo scorso weekend ad Austin, arricchendo poi il suo palmarès con il terzo posto nella prova conclusiva di domenica mattina. In totale Marta ha vinto sette delle 21 gare in calendario, salendo sul podio in altre cinque occasioni e contribuendo in maniera decisiva alla conquista del titolo a squadre della Prema. Per la ventitreenne di Dénia ora si apre una grande opportunità di crescita nel motorsport. Il successo nella F1 Academy le garantisce infatti un sedile, sempre col team italiano, nel Formula Regional European Championship by Alpine (FRECA) del prossimo anno, grazie al supporto economico di F1 Academy, Prema, Tatuus e Pirelli, con la casa italiana che conferma così il suo impegno nel supportare il percorso di crescita dei giovani talenti dell'automobilismo sportivo.

 

La risposta di Lance

Non andava a punti dall'ultima gara prima della pausa estiva, il Gran Premio del Belgio, e da allora aveva inanellato una serie di batoste – anche fisiche, visto il brutto incidente a Singapore che gli aveva impedito di correre – e di delusioni tali da far crescere sempre più le voci su un suo possibile ritiro dalla Formula 1. Ad Austin, Lance Stroll ha dimostrato di non aver mollato, conquistando un nono posto – diventato poi settimo dopo le squalifiche di Hamilton e Leclerc – pur essendo partito dalla pit-lane insieme al suo compagno di squadra Fernando Alonso e al duo della Haas. Una prova di carattere che va sottolineata, anche perché arrivata in un fine settimana in cui l'Aston Martin aveva puntato su di lui per provare in gara la nuova versione del fondo introdotta in America in una sorta di test parallelo con la soluzione vecchia, affidata ad Alonso.

Trent'anni dopo

Ci sono voluti trent'anni per rivedere un pilota americano conquistare un piazzamento a punti nel Campionato del Mondo di Formula 1. Logan Sargeant c'era andato vicino a Silverstone, quando si era classificato all'undicesimo posto, uno meglio di quello ottenuto sotto la bandiera a scacchi ad Austin. Non c'era quindi nulla da festeggiare nell'immediato dopo gara, anche perché pure il compagno di squadra Alexander Albon, undicesimo, era rimasto all'asciutto. Poi è arrivata la squalifica di Hamilton e Leclerc e il duo della Williams si è visto proiettato in zona punti per la prima volta dal Gran Premio d'Ungheria del 2021.

L'ultimo pilota a stelle e strisce a raccogliere un piazzamento “nobile” era stato Michael Andretti, addirittura terzo nel Gran Premio d'Italia del 1993. Fu quella, peraltro, l'ultima corsa del figlio di Mario – campione del mondo nel 1978 – nella massima competizione automobilistica, la stessa dove ora vuole tornare a competere come costruttore con il team che porta il suo nome: ma questa è un'altra storia, ancora tutta da scrivere.

Un regalo meritato per Tsunoda

Chi non ha invece dovuto aspettare le disgrazie altrui per poter gioire nel dopo gara di Austin è stato Yuki Tsunoda. Passando sotto la bandiera a scacchi, il giapponese dell'AlphaTauri non aveva soltanto portato a casa il punto per il decimo posto, ma ci aveva aggiunto quello per aver stabilito il giro più veloce della gara, grazie alla sua capacità di sfruttare al meglio l'opportunità che gli aveva offerto la sua squadra: fermarsi al penultimo giro per montare un set di Soft nuovo e cercare l'impresa di migliorare l'1'39”366, ottenuto al giro 49 dal suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, che però non poteva dargli il punto addizionale perché l'australiano era in quindicesima e ultima posizione. A Yuki sarà pure venuto un attacco di cuore quando il muretto lo ha richiamato ai box, come ha confessato con il consueto candore nelle interviste del dopo gara, ma ha dimostrato un grande sangue freddo e ha portato a termine la missione affidatagli, fermando il cronometro sull'1'38”139. Tsunoda è diventato così il terzo pilota giapponese ad ottenere il giro più veloce in gara dopo Kamui Kobayashi (Cina 2012) e Satoru Nakajima (Australia 1989), che però non si portarono a casa nessun punto perché all'epoca il regolamento sportivo non lo prevedeva. Come ulteriore ricompensa per la sua bravura i punti da due sono diventati cinque dopo le squalifiche di Hamilton e Leclerc, un bel regalo per lui e per una squadra che ora proverà con più speranze a lasciare a qualcun altro l'ultima piazza nella classifica Costruttori: sono soltanto due i punti di ritardo dalla Haas (nona) e sei dall'Alfa Romeo (ottava).