Cartoline da… Abu Dhabi | Pirelli

Cartoline da… Abu Dhabi

 

Il cerchio perfetto

Dal circuito di Sakhir a quello di Yas Marina ci sono 440 chilometri in linea d'aria e domenica sera Max Verstappen ha chiuso un cerchio perfetto della sua stagione, uguale a quelli disegnati con la RB19 al termine del Gran Premio di Abu Dhabi. Max ha finito il campionato esattamente come l'aveva iniziato, vale a dire dominando la gara: 266 giorni e 21 gare dopo il Bahrain non è cambiato nulla. A Yas Marina il tre volte campione del mondo e la sua squadra hanno ulteriormente migliorato i tanti record stabiliti nel 2023. Ecco quelli più significativi del pilota: vittorie (19), percentuale di vittorie in un anno (86,36%), piazzamenti sul podio (21), punti (575), giri in testa (1003) e maggior vantaggio sul secondo classificato (290 punti). Questi i primati stabiliti dalla Red Bull: vittorie (21), percentuale di vittorie in un anno (95,45%), vittorie consecutive (15), punti (860) e giri in testa (1149). Possibile fare meglio di così? Difficile, ma si diceva lo stesso della Mercedes 2016, della Ferrari 2002 e della McLaren 1988…

Quanto vale un secondo posto?

“Il secondo è il primo dei perdenti”. Lo ha detto Enzo Ferrari e le parole di un mito non andrebbero mai contraddette. È vero però che c'è modo e modo di arrivare secondi nello sport, tanto più nella Formula 1. In una stagione come quella appena conclusa, dove una squadra e un pilota hanno dominato in lungo e in largo sin dal primo giorno del primo Gran Premio, arrivare secondi era il massimo obiettivo che poteva essere raggiunto e la Mercedes lo ha colto, sia nel campionato Costruttori che in quello Piloti, dove Lewis Hamilton ha ottenuto il terzo posto alle spalle del compagno di squadra di Verstappen, il messicano Sergio Perez. Certo, per la squadra che ha conquistato 15 titoli iridati (sette Piloti e otto Costruttori) dal 2014 al 2021 un secondo posto senza nemmeno una vittoria all'attivo e un deficit di 106 punti rispetto alla stagione precedente non si tratta di un risultato esaltante ma, considerato lo scoramento provato all'inizio dell'anno una volta che ci si era resi conto che la vettura era concettualmente sbagliata, essere riusciti a migliorare di una posizione il piazzamento del 2022 è stato accolto con giusta soddisfazione nel paddock di Abu Dhabi. Un passo avanti lo è sicuramente, così come lo è stato il piazzamento di Hamilton, che l'anno scorso aveva chiuso al sesto posto. Al sette volte campione del mondo pesa terribilmente il digiuno di vittorie che dura dal Gran Premio dell'Arabia Saudita del 2021 ma essere riuscito a tornare sul podio iridato (e a rimettersi alle spalle il compagno di squadra, George Russell…) per l'undicesima volta nella carriera - solo Michael Schumacher con 12 piazzamenti fra i primi tre ha fatto meglio di lui – è un altro motivo di soddisfazione. Per lui e per la sua squadra.

Un passo indietro

Chi invece un passo indietro lo ha fatto rispetto allo scorso anno è la Ferrari. Nella classifica Costruttori è scesa dal secondo al terzo posto e il suo miglior pilota, Charles Leclerc, ne ha perse addirittura tre: vicecampione del mondo nel 2022, soltanto quinto un anno dopo. Del resto, i numeri non mentono: la Ferrari è la squadra che ha perso più punti (148) rispetto alla stagione precedente. È vero che la Scuderia è stata l'unica in grado di interrompere la superiorità della Red Bull, vincendo il Gran Premio di Singapore con Carlos Sainz, e che in qualifica le ha dato del filo da torcere (sette pole, cinque con Leclerc e due con lo spagnolo) ma il confronto con il 2022 non lascia dubbi: un anno fa i successi furono quattro e le pole position 12. Calati anche i piazzamenti sul podio – da 12 a 9 – e azzerati i giri più veloci, che l'anno scorso erano stati cinque. Certo, dopo la pausa estiva le cose sono sensibilmente migliorate, tanto che soltanto la Red Bull ha saputo fare meglio in termini di punti raccolti dall'Olanda ad Abu Dhabi, ma l'inseguimento a quel secondo posto che era diventato l'obiettivo dichiarato è sfumato proprio all'ultimo, nonostante un vantaggio di competitività sulla Mercedes emerso sempre più chiaramente nella seconda parte del campionato.

I punti hanno lo stesso peso

Quando si tirano le somme di una stagione si tende sempre a dare un significato maggiore agli ultimi risultati ma, in realtà, i punti hanno alla fine sempre lo stesso peso sulla classifica, che si raccolgano nel primo o nell'ultimo Gran Premio. È per questo che la stagione dell'Aston Martin può solo essere valutata positivamente. La squadra di Silverstone è quella che ha progredito di più da un anno all'altro: 225 i punti conquistati in più rispetto ai 55 del 2022. Preponderante il contributo di Fernando Alonso, che vestito di verde ha dato spettacolo. A 42 anni suonati, lo spagnolo ha chiuso il campionato al quarto posto assoluto, sfiorando un podio iridato che gli manca dal 2013, e ha portato a casa 206 dei 280 punti totali del team – solo Albon con la Williams (27 su 28) ha fatto meglio di lui – e, soprattutto, ha dato tante volte spettacolo salendo fra l'altro otto volte sul podio, meglio di chiunque non abbia avuto la fortuna di guidare una Red Bull. Sicuramente la prima parte della stagione era stata eccezionale, tanto che l'Aston Martin era stata a lungo al secondo posto nella classifica Costruttori. Da Silverstone in avanti la situazione si è via via complicata, complici sia un programma di sviluppo tecnico probabilmente non all'altezza sia il ritorno di due squadre – Ferrari e, soprattutto, McLaren che avevano nel frattempo invertito la tendenza. Olanda e Brasile sono state due luci abbaglianti, grazie alla grinta e al talento di Fernando, ma il quarto posto avrà lasciato un po' l'amaro in bocca a qualcuno però non bisogna dimenticare dov'era la squadra nel 2022. E ripartire da lì per fare un altro passo avanti.

Danke Franz!

Il Gran Premio di Abu Dhabi è stata l'ultima gara di un personaggio tanto schivo quanto rispettato da tutti, nel paddock e fuori. Franz Tost ha chiuso la sua storia come Team Principal della AlphaTauri, iniziata nel 2006 quando si chiamava Toro Rosso. Nata dalle ceneri della Minardi, la squadra di Faenza è diventata sotto la direzione di questo austriaco schietto e diretto una straordinaria palestra di talenti nell'ambito del grande progetto della Red Bull in Formula 1: da lì sono passati pluricampioni del mondo come Sebastian Vettel e Max Verstappen e piloti che hanno vinto almeno un Gran Premio, come Carlos Sainz, Daniel Ricciardo e Pierre Gasly. La squadra però ha anche raccolto risultati significativi nei 351 Gran Premi disputati, considerati le dimensioni e il budget disponibile: tre volte sesta nella classifica Costruttori (2008, 2019 e 2021), due vittorie (entrambe a Monza: nel 2008 con Vettel, nel 2020 con Gasly), cinque piazzamenti sul podio, una pole position, tre giri più veloci in gara e 809 punti iridati. Ora la guida di un team che ha sempre raccolto le simpatie di tantissimi appassionati si sdoppia: con Peter Bayer, che avrà la responsabilità strategica e commerciale, rimane forte l'elemento austriaco mentre nel ruolo prettamente di Team Principal si calerà il francese Laurent Mekies, un francese che proprio a Faenza ha trascorso undici anni. A loro due il compito di non far rimpiangere Franz e di far crescere ancora la squadra.