Il successo senza tempo di Girardengo
E' passato un secolo dalle imprese di Costante Girardengo, il primo asso del ciclismo. Sembra incredibile ma è stata una bella canzone di un grande artista – Francesco De Gregori – a farlo conoscere alle nuove generazioni. Il refrain de Il bandito e il campione (1993), ispirato alla strana amicizia con il concittadino e ricercato Sante Pollastri (una vicenda vera, per quanto romanzata nei decenni a seguire), rende omaggio al mito di Novi Ligure.
«Vai, Girardengo, vai grande campione/nessuno ti segue su quello stradone!/Vai Girardengo, non si vede più Sante / è sempre più lontano, è sempre più distante!» fa parte della letteratura della canzone italiana e ricorda, ironicamente, una delle caratteristiche del ciclista piemontese: la capacità di andare in fuga senza farsi più riprendere, così da essere il re per antonomasia delle corse in linea.
Solo Merckx meglio di lui
Professionista a soli 19 anni – era nato nel 1893 – Girardengo era piccolo di statura (da qui il soprannome di “Nano di Novi”), ma immenso nel talento. L'elenco di successi è impressionante: due vittorie al Giro d'Italia, sei vittorie alla Milano-Sanremo (record battuto solamente 50 anni dopo dal mito Eddy Merckx), tre al Giro di Lombardia. Ed è stato anche campione italiano di corsa su strada in nove occasioni, altro record incredibile.
Meno fortunate furono le avventure fuori dai confini, il miglior risultato è stato il secondo posto nel primo Mondiale ufficiale di ciclismo, battuto da un altro grande campione italiano quale Alfredo Binda. Vero anche che la Prima Guerra Mondiale e la terribile Spagnola gli tolsero sicuramente qualcosa.
Un errore clamoroso
La storia di Girardengo incrocia quella di Bianchi-Pirelli l'anno seguente il debutto del team, con due vittorie di tappa, grazie a Giuseppe Azzini. Nel 1915, il campione di Novi Ligure è in grande forma e si impone nettamente alla Milano-Sanremo, che sarà l'ultima corsa prima della sospensione delle gare dovuta al conflitto mondiale. Ma incredibilmente viene squalificato per non aver seguito il percorso stabilito dagli organizzatori!
Succedeva nell'epoca pionieristica dove tanto per dare un'idea i primi corridori impiegavano 10-11 ore per fare i 290 km previsti contro le 7 delle edizioni degli ultimi decenni. Si riscattò, imponendosi per la seconda volta nella Milano-Torino, corsa adatta ai velocisti come lui.
Finalmente, la vittoria
Ma ‘quella' Milano-Sanremo era rimasta nella mente di Girardengo che torna ad allenarsi con regolarità e si ripresenta alla gara nel 1917. Viene battuto solo dal compagno di squadra Tano Belloni ma si toglie la soddisfazione di battere al Velodromo Sempione il record italiano dell'ora con 41,032 km.
Arriva la primavera del 1918, nel momento decisivo del conflitto: il 14 aprile è il momento della Classicissima con 33 partenti, ne arriveranno solo sette a conferma di quanto fosse dura la corsa. E' una battaglia all'interno della Bianchi-Pirelli, non a caso sul podio del Ponente saliranno solo uomini con la maglia bianco-celeste. Sul gradino più alto della Milano - Sanremo finalmente, sale Costante Girardengo che arriverà al traguardo con 13 minuti di vantaggio sul grande rivale Belloni e 59 sul terzo Ugo Agostoni. E' il vero inizio della carriera di uno dei miti del ciclismo.