Fabien Barel, il campione di Downhill e di Enduro si racconta
Quando aveva 15 anni ha deciso di montare in sella a una bicicletta per gareggiare in quella disciplina, il Downhill, che vede gli atleti buttarsi giù dalle discese delle montagne a tutta velocità tra rocce, alberi e dirupi. E lo ha fatto da campione, perché già a 18 anni saliva sul gradino più alto del Campionato mondiale Junior. L'impresa gli è riuscita altre due volte, nella categoria maestra, però, l'Elite. Lui è Fabien Barel ed è convinto che scendere dalle montagne in biciletta, in mezzo alla natura, dia quelle stesse sensazioni che prova un surfer tra le onde. Oggi ha unito la sua esperienza in una partnership con Pirelli per sviluppare le gomme Gravity Racing.
Come è nata la sua passione per le due ruote?
Ho iniziato a seguire mio fratello, che faceva parte del team nazionale di moto da trial e a bordo della mia bicicletta lo accompagnavo alle gare. Ecco come ho scoperto di amare le due ruote e il grande divertimento che esse mi procurano.
Quale bicicletta aveva da piccolo?
La mia prima bicicletta è stata una trial bike. Era una piccola Monti che all'epoca era molto moderna, rigida come le BMX, ma adatta solo ai sentieri: serviva uno stile di guida diverso tra trail biking freestyle e enduro mentre seguivo mio fratello sulle sue moto da trial. Era un pezzo praticamente unico.
Quando ha capito di essere nato per le gare ciclistiche?
Me ne sono accorto piuttosto in fretta. Vicino a casa mia c'era una pista chiamata Peille. Era una pista piuttosto impegnativa, tant'è che è ancora oggi famosa per questa sua caratteristica, ed è proprio qui che ho iniziato a gareggiare. Ben presto mi sono reso conto che ancora più che andare in bicicletta, amavo gareggiare a bordo di essa. In quel momento ho capito a cosa ero destinato.
Come ci si sente a gareggiare in bicicletta lungo percorsi di montagna a velocità così elevate?
Il downhill MTB è uno sport rischioso: scendiamo a velocità elevate lungo percorsi con alberi, rocce e terreno friabile. Sotto questo aspetto è molto simile ad altri sport. Il vantaggio dello sport è che si stabilisce un'ottima connessione tra l'adrenalina e il divertimento della bicicletta e la natura. L'esperienza che ne consegue è molto positiva. Credo che la sensazione sia simile a quella del surfer che cavalca le onde. Scendere lungo la montagna, tenere il passo, entrare in sintonia con la natura e scoprire il flusso giusto del percorso è ciò che rende lo sport così interessante e divertente.
Meglio enduro o downhill?
Secondo me la differenza non è enorme dal momento che entrambe le discipline sono molto divertenti. Il vantaggio dell'enduro è che offre la possibilità di scoprire nuovi luoghi e sentieri, essendo questa disciplina molto vicina all'essenza della mountain bike. Con il downhill, invece, è più una questione di adrenalina, ti coinvolge molto e ti porta a superare i tuoi limiti. Dovendo scegliere, li sceglierei entrambi. Enduro e downhill sono assolutamente perfetti per me.
Nel 1998 ha vinto il primo titolo mondiale di downhill nella categoria junior, a soli 18 anni. Come ha vissuto questa esperienza?
Questa è stata la consacrazione, nonché il primo traguardo della mia carriera. Ho iniziato a praticare questo sport da giovanissimo, avevo solo 15 anni, ed ho avuto la possibilità di crescere con un team professionale che all'epoca si chiamava Sunn, uno dei migliori del mondo. Era un team francese che mi portò al campionato del mondo a Mont-Sainte-Anne nel 1998. Ero assolutamente determinato a vincere e sapevo che sarebbe stato il mio ultimo anno nella categoria junior, per passare poi alla categoria elite: vincere la gara fu semplicemente fantastico. Vinsi con 12 secondi di vantaggio, che all'epoca era tantissimo, e il mio fu anche il miglior tempo della categoria elite. Fu il miglior tempo globale del weekend. E per me fu una soddisfazione immensa, oltre che un traguardo formidabile.
Ai suoi esordi hai avuto un grosso incidente, giusto?
In effetti gli incidenti fanno parte del gioco. Ho sempre pensato che se vuoi giocare, devi accettare le regole e le regole del nostro sport sono gli incidenti. Sai che puoi cadere in qualsiasi momento e che puoi farti male, ma ciò fa parte del gioco. Io ho accettato di giocare ed ho avuto alcuni incidenti durante la mia carriera. Posso affermare che è vero che dalle cadute e dagli incidenti impari tantissimo, e che essi ti offrono la possibilità di crescere e diventare ancora più forte. Sicuramente l'infortunio rappresenta un periodo molto duro, ma riuscire a trovare la forza per superarlo per montare di nuovo in sella e gareggiare ti fa sentire al top. E, come dico sempre, non bisogna mai arrendersi. Di sicuro ho sempre applicato questo concetto alla lettera per tutta la mia carriera professionale.
Che cosa serve per rialzarsi e riprendere le gare?
Riuscire a tornare indietro e crescere nuovamente partendo dall'incidente, riprendersi fisicamente e psicologicamente, riacquistare la fiducia nella bicicletta è difficile, ma i successi ottenuti dopo sono ancora più belli. Anche se tutti desiderano vincere ed essere il numero uno, abbiamo tutti le nostre sfide da affrontare. Ciò faceva parte delle mie sfide nella vita e nella carriera, ed essere in grado di spingersi oltre i propri limiti, di tornare indietro, ricominciare a gareggiare e vincere le gare è stata per me una soddisfazione immensa.
Ha vinto i titoli mondiali del 2004 e del 2005: cosa ricorda di queste stagioni?
Sono state due stagioni diverse. In entrambe le stagioni mi sono concentrato attentamente sui campionati mondiali perché sapevo che i percorsi erano potenzialmente ideali per me. Inoltre, il campionato del 2004 si è disputato in Francia, e ciò ha chiaramente avuto un forte impatto emotivo su di me. Ho trascorso molti mesi allenandomi su quei percorsi, preparandomi per affrontarli nelle gare, e preparando anche la mia bicicletta. Dovendo ricordare qualcosa di particolare in merito a quelle esperienze, di sicuro ricordo l'impegno che ho dedicato per vincere e l'elevato livello di coinvolgimento psicologico.
Cosa serve per diventare un campione del mondo?
A livello globale è assolutamente necessario impegnarsi e crederci. Diventare campione del mondo richiede un forte impegno, dove devi riuscire a fare tutto ciò che puoi per vincere nella tua disciplina. È inoltre necessario essere dotato di una notevole forza mentale e credere fermamente nei tuoi obiettivi. Vorrei aggiungere che in ultima analisi essere un ottimo atleta è una cosa, ma essere il numero uno è diverso: la differenza principale sta nell'approccio mentale e in quanto tu ci creda e ti impegni per realizzare i tuoi obiettivi.
Cosa consiglierebbe a chi volesse intraprendere la carriera dell'enduro o del downhill?
Sicuramente per intraprendere questa carriera e per raggiungere buoni risultati è innanzi tutto necessario capire bene lo sport. A seconda della scelta, downhill o enduro, le abilità richieste sono diverse ed è necessario esaminarle adeguatamente per potere avvicinarsi alla disciplina nel miglior modo possibile: ciò implica che la preparazione fisica sia adatta, così come la preparazione della bicicletta. Le tue abilità tecniche non sono spesso le stesse. Perciò consiglierei di provare entrambe le discipline per vedere e capire quale delle due è più vicina alle tue competenze, per iniziare poi a praticarla. Ovviamente, se vuoi intraprendere una carriera, devi essere disposto a provare e ad impegnarti per dare il meglio di te stesso.
E come ci si allena in queste due discipline?
Enduro e downhill prevedono un diverso tipo di allenamento. Per entrambe le discipline è necessaria una buona forma fisica, ma il downhill richiede una maggiore potenza e la capacità di pedalare con la massima intensità per due, tre o quattro minuti, in maniera molto simile allo sci alpino. Nell'enduro il livello di resistenza è molto elevato, devi essere in grado di resistere a uno o due giorni di gare intense, dove puoi arrivare a percorrere 50-70 km al giorno, oltre le tappe speciali. Perciò devi essere dotato di resistenza e capacità di recupero elevate, e ciò significa che l'allenamento per le due discipline è diverso sia in termini di fitness che di approccio alla bicicletta. Nell'enduro puoi trovare ciclisti molto snelli perché il rapporto peso-potenza è essenziale, mentre nel downhill puoi trovare atleti con maggiore potenza e dirompenza che gareggiano ai più alti livelli.
Quale altre passioni ha oltre la bicicletta?
Sono appassionato di tutto ciò che scivola e va veloce. Sono anche un grande amante della natura. Ecco perché la mountain bike mi procura tanto piacere. Amo anche sciare, andare in moto, sia in pista che offroad, ed amo guidare: ecco, queste sono le mie passioni sportive. Oltre allo sport, amo molto trascorrere tempo con la mia famiglia e gli amici.
Suggerirebbe la bicicletta come mezzo di trasporto per un futuro più sostenibile?
Una cosa evidente è che la bicicletta sta portando la mobilità soft nel mondo dove viviamo. Sappiamo che stiamo abusando del nostro pianeta con il consumo eccessivo di plastica, carburanti e tutto ciò che ne consegue. La CO2 che stiamo disperdendo ovunque potrebbe di sicuro essere ridotta enormemente. L'utilizzo della bicicletta, soprattutto in aree affollate, nelle città e nei contesti urbani, offre la possibilità di spostamento senza dovere utilizzare mezzi a motore, offre una migliore qualità dell'aria e fa bene alla salute di chi la utilizza. Andare in bicicletta ci tiene allenati ed il valore della mobilità soft e del ciclismo ci offre una visione più chiara della vita per il futuro. Mi auguro che un maggiore numero di persone capisca che il ciclismo può offrire alle generazioni future una qualità della vita migliore.
In cosa consiste la sua partnership con Pirelli?
Il mio ruolo principale in Pirelli è quello di sviluppare la nuova gamma per le mountain bike. Pirelli è un'azienda leader nella produzione di pneumatici e nel mondo delle gare. La mia passione per le gare mi spinge a cercare sempree il meglio per fornire e sviluppare prodotti di alta gamma per la mountain bike, sia per i miei team che per la mia performance personale, ma anche per aiutare tutti i consumatori a praticare il ciclismo in modo migliore, più sicuro e possibilmente più veloce. Credo fortemente nelle competenze di Pirelli e nella sua capacità di comprendere ciò che una mountain bike sia in realtà. Vi è già un'importante gamma nel mercato ed il mio ruolo principale è quello di supportare Pirelli e di portare il marchio ai livelli che giustamente merita. Quando vedi i risultati raggiunti nell'industria automobilistica, come in Formula 1, la sfida avvincente è riuscire a portare gli stessi risultati nel downhill MTBe.