Canada, il nuovo mondo
Quebec City è il più antico insediamento europeo dell'intera America del Nord, il suo centro storico è circondato da mura ed è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Nella città vecchia si respira aria di vecchio continente; c'è un'atmosfera autenticamente francese, come non accade in nessun'altra metropoli nordamericana, ed è per questo che non sorprende affatto che la prima corsa in bicicletta ambientata del cuore della Vieux Québec sia diventata una instant classic del ciclismo moderno.
Il Gran Premio Ciclistico del Québec è nato nel 2010 ed è già un punto fisso del calendario internazionale. Si disputa a inizio settembre, quando sia l'estate canadese che la stagione ciclistica sono agli sgoccioli, e la strettoia del fiume San Lorenzo è inondata da una luce sempre più obliqua. In quei giorni la cima di Cap Diamant risplende, ed è per questo che Jacques Cartier, esploratore del ‘500, credette che le pietre trovate lassù contenessero diamanti. Le portò in Francia, le fece analizzare, gli dissero che trattavasi di quarzo, niente di troppo prezioso. Nacque un modo di dire: “Essere falso come un diamante del Canada”.
Cap Diamant non era una miniera di diamanti, certo sarebbe stata un'ottima rocca difensiva per la nascente cittadella fondata da Samuel de Champlain sui resti di un insediamento indigeno. Quattro secoli dopo, si sarebbe trasformata in una specie di parco divertimenti per puncheurs, gli scattisti del ciclismo. Un puncheur è un corridore che predilige le salite corte e secche, che riesce a fare la differenza – e a dare spettacolo – in un'esplosione improvvisa di agilità e potenza. Il GP de Québec è nato per esaltare i puncheur. A differenza di quasi tutte le altre classiche del calendario, non è una corsa point to point, cioè non è un viaggio da una sede di partenza a una di arrivo, ma partenza e arrivo coincidono. Come in un campionato mondiale, nel GP de Québec i corridori percorrono un circuito per un numero definito di volte: 16, nel caso dell'edizione 2017. 16 giri da 12 chilometri e mezzo, per un totale di 201 chilometri. Nella parte finale del circuito, che si snoda per intero lungo le vie del centro di Quebec City, si susseguono quattro salite (e altrettante discese) in rapida successione: Côte de la Montagne (375 metri al 10% di pendenza media), Côte de la Potasse (420 metri al 9% medio), Montée de la Fabrique (190 metri al 7% medio) e Montée du Fort (1 chilometro al 4% medio), che è la conclusione del circuito e della gara.
Il GP de Québec è da 7 edizioni sinonimo di spettacolo ad altissimo livello, l'albo d'oro è un alternarsi di grandi nomi. Il primo a imporsi è stato Thomas Voeckler, seguito da altri due puncheur vecchia scuola: Philippe Gilbert e soprattutto Simon Gerrans, l'unico finora ad essersi imposto per due volte nella classica canadese. A riprova dell'estrema varietà delle soluzioni a cui la corsa si presta, nell'elenco dei vincitori figurano anche due scalatori come Robert Gesink (vincitore nel 2013) e Rigoberto Urán (vincitore nel 2015). La forza del GP de Québec, e insieme una garanzia per un futuro di gloria, è proprio questo suo far gola un po' a tutti i grandi delle due ruote. Ultimo, non per importanza, Peter Sagan, che di tutti i nomi fatti in precedenza è una specie di sintesi evoluta, e che l'anno scorso in cima alla Montée du Fort ha anticipato Greg Van Avermaet, ancora alla ricerca della prima vittoria in una gara che gli si addice del tutto. L'occasione per riprovarci è prossima: 8 settembre, ci sarà da divertirsi.