Bianchi e Pirelli, un binomio da leggenda
É una storia di tecnica e di uomini. Di vittorie e di corse, avvolte da un alone di leggenda, ma che si disputano ancora: ed è bello tornarci, da protagonista. Pirelli ama il ciclismo ed è rientrata nel settore nel 2017, mentre l'anno successivo ha siglato la partnership con l'allora Mitchelton-SCOTT, oggi Team BikeExchange, squadra World Tour.
Ora il grande ritorno: a oltre 60 anni dall'ultima partecipazione, Pirelli sarà presente con le biciclette Bianchi al Giro d'Italia. Rivive una delle collaborazioni che hanno fatto la storia non solo del ciclismo, ma dello sport italiano. Due aziende leader che già all'inizio dello scorso secolo avevano la stessa visione tecnologica, impostata sulla ricerca e sul progresso.
Il partner giusto
Se è nel 1914 che nasce la prima squadra ufficiale Bianchi-Pirelli, era da qualche anno che sulle biciclette della fabbrica milanese venivano montate le coperture realizzate alla Bicocca. Era destino perché Edoardo Bianchi, classe 1865, cercava il partner giusto per alzare ulteriormente il livello del suo impegno. A soli venti anni, nella piccola officina meccanica in via Nirone, aveva iniziato a costruire delle biciclette modernissime, servendosi di tutte le scoperte dell'epoca, sino a creare nel 1888 il primo modello in Italia dotato di pneumatici a camera d'aria.
Il successo immediato del prodotto lo convinse a investire nelle prime gare ciclistiche, già nell'ultimo decennio del XIX secolo. Per capire la popolarità conquistata come innovatore e imprenditore, nel 1895 fu convocato dalla Regina Margherita di Savoia al Palazzo Reale di Monza, per mostrare il funzionamento della sua bicicletta e istruirne all'uso la sovrana. Dopo l'importante incontro, Bianchi studiò un telaio che fosse compatibile con le ingombranti gonne dell'epoca, facendo così nascere la bicicletta da donna.
Il ciclista Costante Girardengo all'arrivo della Milano – Sanremo 1918 (Fondazione Pirelli) Il Campione Girardengo, ciclista Pirelli - Fondazione Pirelli
La Milano-Sanremo di Girardengo
Dopo l'esordio al Giro d'Italia 1914 – con due vittorie di tappa, grazie a Giuseppe Azzini – ci sono stati tre periodi in cui i due brand hanno unito le forze per creare una squadra: nel 1919-1920, dal 1927 al 1932 e dal 1951 al 1959. Nel 1918, non correndosi la corsa a tappe, l'evento di un calendario in ripresa dopo la Prima Guerra Mondiale non poteva che essere la Milano-Sanremo: la vinse il primo asso del ciclismo italiano, il 25enne Costante Girardengo, che sulla maglia esibiiva il nome Bianchi-Pirelli. La Classicissima di primavera, sempre molto impegnativa, ha rappresentato un obiettivo della fabbrica che ne ha conquistate ben 15.
Il ciclista Alfredo Bovet alla Milano – Sanremo 1932, foto Lauro Bordin (Fondazione Pirelli) Milano-Sanremo del 1932 - fondazionepirelli.org
La lettera di ringraziamento
Nel 1932 è Alfredo Bovet – passista e poi pistard, di origine svizzera – a imporsi con una fuga in solitaria lanciata a 197 km dal traguardo. Il clamoroso successo, favorito dal perfetto rendimento dei tubolari, spinse Edoardo Bianchi a scrivere una bellissima lettera di ringraziamento alla Pirelli dove sottolineava che «Bovet e i suoi co-equipier non hanno lamentato la benché minima foratura o afflosciamento. Sono giunti tutti al traguardo con il tubolare di ricambio attaccato al sellino, ancora intatto, e i gonfleurs sigillati».
Il ciclista Fausto Coppi al Giro d'Italia del 1953, foto Publifoto (Fondazione Pirelli) Coppi e Bartali, tra uomini e semidei - Fondazione Pirelli
La leggenda di Fausto Coppi
Se nel periodo 1927-1932, i corridori Bianchi-Pirelli si distinguono per le tappe vinte al Giro d'Italia e i successi nelle corse in linea (come appunto alla Milano-Sanremo con Bovet e Michele Mara nel 1930), è nel cosiddetto ‘decennio d'oro' che il racconto diventa prima storia e poi leggenda, grazie soprattutto a Fausto Coppi che dal 1951 al 1955 indossa quella maglia bianco-celeste resa immortale dalla radiocronaca di Mario Ferretti.
L'Airone – con i colori Bianchi-Pirelli – partì con due vittorie di tappa al Giro d'Italia e una al Tour de France. Poi, nel 1952, realizzò l'accoppiata che fa la differenza tra un campionissimo e un campione: fu il primo a portarsi a casa la Corsa Rosa e la Grand Boucle, nei 70 anni seguenti ci sono riusciti solo in sei. Coppi rivinse il Giro d'Italia nel 1953, la stagione dove si tolse la soddisfazione di indossare anche la maglia iridata. E fu protagonista per altri due anni imponendosi al Giro di Lombardia e al Campionato Italiano.
Con lui e dopo di lui, sino al 1959, altri ciclisti della Bianchi-Pirelli si fecero notare al Giro o nelle classiche in linea. A partire da Loretto Petrucci, due volte vincitore della Milano-Sanremo, sino a Diego Ronchini, campione italiano nella stagione conclusiva della partnership. Ora si torna a correre, sulle strade italiane: da Torino a Milano, 3.471 km tutti da vivere. Quelle strade che hanno visto i campioni del passato, sulle biciclette Bianchi con pneumatici Pirelli.