Mille Miglia 2022, la 40esima edizione
Invecchia senza perdere un millimetro di fascino la 1000 Miglia, che Enzo Ferrari definì "la corsa più bella del mondo". Anzi, in un tempo di scarsa memoria storica, quando torna un avvenimento capace di suscitare emozioni e ricordi, è il caso di non voltarsi dall'altra parte. Non l'hanno fatto migliaia di appassionati dei motori o di semplici curiosi che hanno ammirato il passaggio di 425 vetture straordinarie, pronte a far rivivere il mito della "Freccia Rossa" sulle strade d'Italia, attraversando circa 250 comuni per un totale di quasi 2.000 km, percorsi in quattro giorni.
Giusto un breve rewind: la 1000 Miglia moderna è la rievocazione della competizione stradale di gran fondo disputata in 24 edizioni tra il 1927 e il 1957. Si trattava di una gara di velocità in linea con partenza e arrivo a Brescia - in cui i concorrenti arrivavano fino a Roma attraverso numerosi passaggi nel centro-Nord Italia. Chiusi gli anni d'oro, è ripresa nel 1977 diventando una gara di regolarità: quest'anno per la 40a edizione, al via c'erano ben 71 veterane della 1000 miglia originaria.
Credits foto: Reniesa Rebujo
L'Astura di Corrado Lopresto
Tra queste la Lancia Astura Stabilimenti Farina del 1934, portata da Corrado Lopresto e Marco Mattioli: una vettura con una storia importante, costruita su commissione del Conte Ingegner Giovanni Lurani (1905-1995), famoso pilota di grandi classiche che gareggiò nel periodo fra la Prima e la Seconda guerra mondiale, riprendendo poi fino al 1954.
Il progetto fu preparato da Revelli di Beaumont e realizzato dallo stabilimento Farina: Lurani se la fece consegnare ancora incompleta con l'autotelaio e quattro seggiolini per partecipare alla gara in salita Lecco-Maggio 1934, con un tracciato di 12 km e 500 metri di dislivello. «Nelle foto d'epoca si vede il Conte correre al volante dell'Astura 3 litri con la quale vinse nella classe Turismo per proseguire la corsa in discesa – racconta Lopresto - sotto lo sguardo allibito dei commissari che pensavano non avesse visto il traguardo. Scese fino a valle dove il suo fidato meccanico, Facetti, gli fece trovare pronta una Maserati 1500 cc con la quale ripartì facendo registrare il miglior tempo assoluto in quella categoria».
Lopresto è il collezionista italiano più conosciuto nel mondo, 24° nella classifica di Forbes e il numero uno under 65. Possiede un centinaio di auto da sogno, tra pezzi unici e prototipi di Alfa Romeo, Isotta Fraschini e Lancia, compreso il più antico esemplare, la Lancia Alfa del 1908. E dal 2001 ha vinto ben 260 premi in concorsi di eleganza sparsi nel globo, come le quattro Coppe d'Oro a Villa d'Este. Un record.
Un mare di gente
«E' stata la mia settima partecipazione da concorrente, un'emozione vivissima: abbiamo trovato moltissima gente lungo le strade, mi ha colpito il passaggio a Siena e quello a Parma ma pure lungo la strada da Milano a Bergamo c'era un mare di persone, dai ragazzini agli anziani, arrivati con il seggiolino per stare più comodi» racconta.
Lopresto non è certo partito per vincere: in definitiva, sono una quindicina gli equipaggi che vantano ambizioni alla partenza. «Ovvio che la Mille Miglia resti la gara di regolarità per eccellenza, non proprio una gita turistica, ma dipende da come la vuoi affrontare. In ogni caso, gli organizzatori fanno bene a non cambiare la base del regolamento: anche perché non hanno problemi a riempire il parterre, anzi la lista d'attesa è lunga» dice.
Poi alla fine, oltre alla gente e al meraviglioso panorama italiano, le vere protagoniste della competizione sono le vetture: chi è a bordo, noto o meno, magari entra nell'albo d'oro ma loro restano. «E vanno conservate in modo perfetto, come fossero delle opere d'arte: portano ai giorni nostri la storia tecnica e culturale dell'auto, non devono essere abbandonate» sottolinea il grande collezionista che sul tema ha ricevuto il premio FIVA, patrocinato dall'Unesco, per il restauro della Giulietta SZ. Filologia pura, un restauro effettuato come se l'auto fosse una scultura.
I vincitori
II successo assoluto della Mille Miglia è andato alla 6C 1750 Super Sport Zagato del 1929 portata dall'equipaggio bresciano Andrea Vesco-Fabio Salvinelli. Per Vesco – primo nel 2020 a fianco del papà Roberto - c'è la soddisfazione di aver sfatato un tabù che resisteva da ben 22 anni: solo Giuliano Cané infatti, tra il 1998 e il 2000, era riuscito a imporsi tra i regolaristi della corsa in tre edizioni consecutive.
Al secondo posto i bergamaschi Andrea Luigi Belometti e Gianluca Bergomi, al volante della Lancia Lambda Spider TIPO 221 (anch'essa del 1929). Terza posizione, infine, per i bresciani Lorenzo e Mario Turelli, con la loro OM 665 S MM Superba 2000 (pure del 1929, sembra incredibile) che si sono anche aggiudicati il Trofeo Tazio Nuvolari, dedicato ai 130 anni dalla nascita del mitico pilota. Il Trofeo del Centenario dell'Autodromo di Monza 2022 invece è andato ad Alberto e Giuseppe Scapolo sulla OM 665 S MM Superba 2000 del 1929. Silvia Marini e Irene Dei Tos vincono la coppa delle dame. Infine, la passerella in via Venezia è stata aperta anche ai bolidi del Ferrari Tribute (primi Andrea Milesi e Giordano Mozzi) e della 1000 Miglia Green (vinta dal pilota Giancarlo Fisichella). Ma in fondo i vincitori sono tutti quelli che hanno partecipato.