Franco Cortese, pioniere del motorsport | Pirelli

On this week #46: Franco Cortese

 

Il 13 novembre 1986 muore a Milano Franco Cortese. Nato a Oggebbio (Verbania) il 10 febbraio 1903, il suo nome è legato a quello di Enzo Ferrari: fu infatti Cortese a dargli il primo successo agonistico con una vettura che portava il suo nome. Il 25 maggio 1947 sul circuito allestito attorno alle Terme di Caracalla, Cortese vinse il Gran Premio di Roma alla guida di una Ferrari 125 S, due settimane dopo averla portata all'esordio nel Circuito di Piacenza.

La carriera agonistica di Cortese era però iniziata già prima che nascesse la Scuderia Ferrari: già nel 1926 esordì con un Itala per poi guidare anche vetture di altri costruttori come Maserati, Bugatti e Alfa Romeo e a correre per un trentennio, diventando fra l'altro il pilota con più partecipazioni (14) alla Mille Miglia. Nel 1937 fondò insieme ad altri tre gentleman driver – Giovanni Lurani, Luigi Villoresi ed Eugenio Minetti – la Scuderia Ambrosiana, una sorta di cooperativa in cui i soci si consorziavano per aver maggior forza negoziale con gli organizzatori delle corse, impegnandosi non soltanto a correre con auto di loro proprietà ma anche a sostenere i costi logistici e di manutenzione. La squadra – che adottò i colori nero e azzurro (il suo primo presidente, Ferdinando Pozzani, era alla guida dell'Ambrosiana-Inter…) – divenne una realtà dell'automobilismo sportivo italiano e lo rimase fino agli anni Sessanta. Con il team da lui fondato Cortese ottenne, nel 1951, il successo più prestigioso della sua carriera, vincendo la Targa Florio con una Frazer Nash proprio davanti ad una Ferrari, la 212 E della Scuderia Marzotto, affidata a Franco Cornacchia e Giovanni Bracco.

Il pilota Franco Cortese insieme a Giovanni Lurani Cernuschi e Gigi Villoresi, tra gli altri, di fronte al box della "Scuderia Ambrosiana" durante la II edizione del "Circuito automobilistico di Torino" disputatosi sul circuito del Parco del Valentino, 1937, courtesy of Fondazione Pirelli

Da quattro anni Cortese era stato ingaggiato da Ferrari come collaudatore per la sua prima creatura ufficiale, la 125. Lo aveva già avuto come pilota della Scuderia nel 1930 ma, soprattutto, gli aveva anche affidato il mandato di vendita delle macchine utensili che aveva prodotto dal 1939 con l'Auto Avio Costruzioni, un business redditizio cui però Cortese dovette rinunciare proprio su richiesta di Ferrari. La scelta cadde su di lui non tanto per le sue doti di pilotaggio quanto per l'affidabilità e l'esperienza: “Non sarebbe diventato un asso ma aveva doti di fondo per stile e capacità tecnica, era proprio l'uomo adatto per la presentazione di una macchina nuova”, scrisse di lui Enzo Ferrari in “Piloti, che gente”.  A Cortese fu proposto un contratto per “collaudi su strada, presentazione alla clientela ed alle esposizioni dei prototipi”, nonché “partecipazione con il 125 C e poscia con il 125 GP alle competizioni sportive”. In cambio, un compenso a forfait di 600.000 lire e il 50% dei premi.

Il debutto a Piacenza, l'11 maggio, fu promettente ma sfortunato. In pista insieme a Cortese ci sarebbe stato anche Giuseppe Farina con la 125 C, che però non si trovò a suo agio con una vettura forse ancora troppo acerba e, dopo un paio di incidenti nelle prove, decise di rinunciare a correre, dopo che Ferrari aveva risposto negativamente alla sua richiesta di usare la macchina di Cortese. Peraltro, lo stesso Cortese fu costretto a ritirarsi per un problema alla pompa della benzina della sua 125 S – ma l'appuntamento con la vittoria fu soltanto rimandato.

A Roma l'interesse che circondò la possibile partecipazione della prima Ferrari fu così forte che gli organizzatori, l'Automobile Club d'Italia, fecero cambiare i termini di iscrizione, allargando l'ammissibilità alle vetture di 1500 cc, precedentemente fissata a non oltre i 1100. Dopo un inizio cauto, Cortese dominò la corsa nonostante qualche noia tecnica, precedendo sul traguardo di oltre venti secondi la Maserati di Barbieri. Quello stesso anno vinse anche a Vigevano e a Varese ma fu anche protagonista di un gravissimo incidente al Circuito di Modena quando, per evitarlo, la Delage di Giovanni Bracco volò sulla folla, provocando la morte di cinque persone e il ferimento di altre diciassette.

Negli anni successivi, Cortese continuò a correre, sia con la Ferrari che con altre vetture: oltre al già citato trionfo nella Targa Florio del 1951, vinse anche il Campionato Italiano Vetture Sport nel 1956 con una Ferrari 500. Fu però il successo nel Gran Premio di Roma quello che lo ha fatto entrare di diritto non soltanto nella storia del Cavallino Rampante ma anche in quella dell'automobilismo sportivo mondiale. La prima volta non si scorda mai!